Dieta Gift, dieta di segnale: un'esperienza unica
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Dieta Gift, dieta di segnale: un'esperienza unica

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Dieta Gift, dieta di segnale: un’esperienza unica Voglio raccontarvi in breve come mi sono avvicinato alla dieta di segnale ovvero alla dieta GIFT, questo modello alimentare ideato dai due fratelli Speciani; correva l’anno 2009 e si trattava di un anno molto particolare e delicato per me, in quanto finiti gli studi cercavo di mettere insieme, di trovare un connubio tra la teoria universitaria con la pratica clinica.

Tanti sono stati gli argomenti trattati in biochimica della nutrizione, tanti ormoni studiati, approfondimenti di cronobiologia ma ad incuriosirmi era stato un piccolo ormone di natura proteica scoperto nel 1994 da Friedman ovvero la “Leptina”. La leptina è il principale ormone coinvolto nella regolazione del bilancio energetico, regola l’assunzione di cibo/stimolo della fame, numerosi assi ormonali tra cui l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e la sensibilità all’insulina. Ma nella mia mente molti erano i dubbi e soprattutto non riuscivo a capire come mai in alcuni corsi universitari continuavano a ripetere che il dimagrimento doveva passare da una riduzione calorica mentre, in alti corsi, si parlava che un minore introito calorico protratto nel tempo portava ad una riduzione delle scorte adipose con conseguente abbassamento della secrezione di leptina, aumento del senso della fame, diminuzione della spesa energetica con riduzione del metabolismo.

Dubbio amletico. Quest’ultima linea di pensiero mi sembrava molto più coerente rispetto alla riduzione calorica. D’altra parte essendo la leptina un controllore perfetto dell’equilibrio tra introito energetico e attività funzionale degli organi, sembrava coerente che l’organismo si difendesse dalla carestia incominciando a ridurre gli sprechi. L’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide ovvero Trh-Tsh-Ft3-Ft4 è una delle prime vittime ma , in assenza di un corretto apporto energetico, presto anche altri assi come quello muscolare e la crescita e l’attività delle ovaie, sono colpiti in modo negativo.

Ricordo che in quell’anno mi regalarono il libro Dieta Gift, “dieta di segnale”, ricordo perfettamente che appena ho preso in mano questo libro dissi: ” un altro libro sulle diete!!!!”. Ma dopo aver iniziato a leggere i primi capitoli incominciai a capire che era un testo molto interessante e finalmente si parlava di molti argomenti trattati all’università ma soprattutto la cosa più bella era che questi concetti venivano poi applicati in campo nutrizionale. Era effettivamente quello che stavo cercando. Quindi solo un incontro puramente casuale mi aveva aperto un mondo. Sono convinto che la strada intrapresa sei anni fa è sicuramente una strada lunga e tortuosa, perché far capire ai pazienti che dovevano mangiare di più per dimagrire, oppure dovevano eliminare gli zuccheri semplici e dolcificanti dalla propria alimentazione, o di non dare tanto importanza al peso corporeo ma a sottoporsi ad un esame della composizione corporea attraverso un bioimpedenziometro continua ad essere una cosa più dura di quanto avevo previsto .

Occorre soffermarci un attimo su questo esame per me diventato fondamentale e che senza di esso non riuscirei più ad operare nel campo nutrizionale. Sono passati i tempi in cui si dava attendibilità alla bilancia di casa, uno strumento che si basa sulla misurazione del peso globale di qualunque cosa ci si appoggi sopra, non tenendo conto di diversi aspetti del corpo umano come la sua composizione “fattore fondamentale per una valutazione di uno stato fisico”. Ad oggi, tutti i metodi per la determinazione della composizione corporea effettuabili in vivo, sono indiretti. Ciò significa che tutti questi metodi forniscono stime, per quanto accurate, non misure dirette. La Bioimpedenziometria è un esame di tipo bioelettrico per l’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea. La misurazione della Resistenza e della Reattanza che sono delle misure elettriche, ovvero una debole corrente che attraversa il corpo umano ci consente di stabilire, grazie a delle opportune formule, uno schema interpretativo immediato circa lo stato d’idratazione e nutrizione del soggetto.

In assenza di alterazioni idro-elettriche, le correlazioni tra i vari compartimenti corporei sono costanti ed interdipendenti, tanto da permettere la valutazione quantitativa con elevata precisione. I valori bioelettrici di Resistenza e Reattanza misurati sono divisi per l’altezza del soggetto per ottenere la conducibilità al fine di trasformare le proprietà elettriche dei tessuti in un dato clinico. I valori misurati sono: massa grassa, massa muscolare, massa cellulare, massa magra, acqua totale, acqua intra ed extracellulare, scambiatore sodio potassio ecc. A distanza di anni, dopo tanto lavoro fatto con i pazienti , e dopo aver visto i brillanti risultati ottenuti, mi rendo conto di essere stato fortunato a perseguire, in maniera costante, questa via e a non demotivarmi se qualcosa all’inizio non andava come doveva andare.

Oggi sono davvero contento di far parte di un gruppo di professionisti Gift che vedono la nutrizione in modo diverso, non come una semplice questione calorica ma di segnali potenti e di interazioni ormonali e soprattutto vedere il cibo in ottica di segnale, ovvero come un forte segnalatore del nostro stato di benessere e di salute. Ricevere le telefonate dei pazienti soddisfatti di questo innovativo piano alimentare mi fa enormemente piacere. Ovviamente ci sono anche telefonate demotivanti come: ” dottore questo mese non vengo al controllo perchè non ho perso nessun chilo”. Durante la prima visita spiego che il peso non lo considero come parametro e indice di dimagrimento, perchè spiego ai pazienti che il peso non è altro che la risultante di tre componenti ovvero grasso, muscolo e acqua.

Quello che vado a valutare, tramite il test sopra descritto, è principalmente la riduzione del grasso, poi vedo se c’è stato un incremento del muscolo e vado infine a vedere come è variata l’acqua corporea. Solo dopo aver visto e valutato questi tre dati mi rendo conto se è il paziente mi ha seguito, se ha seguito tutte le regole che gli sono state chieste e soprattutto cosa bisogna correggere per raggiungere l’obiettivo. Ovviamente in tutto questo contesto non mancano le critiche mosse a volte da persone che di nutrizione ne sanno veramente poco o comunque anche un po’ invidiose di questo metodo. Le critiche mosse verso la dieta gift sono veramente ridicole; a volte leggo su alcuni siti che “la dieta Gift non preveda un controllo accurato della quantità di cibo e ciò rende la diminuzione delle calorie potenzialmente insufficiente per perdere peso. Per dimagrire occorre una strategia più aggressiva e mirata della semplice riduzione spannometrica della quantità di cibo”.

Che dire…… se non si riesce ancora a capire che le calorie non contano siamo davvero distanti anni luce dal vero concetto di nutrizione; quello che è molto importante è come il cibo viene distribuito nell’arco della giornata ovvero che la colazione è il pasto più importante che in percentuale occupa il 40%, mentre il pranzo dovrebbe occupare il 35% mentre la cena chiudere con un 25%, se non si riesce a capire questo, che non è altro che un concetto di cronobiologia, allora siamo un po’ lontani dal capire veramente questo metodo. Se non si riesce a comprendere che la colazione risulta essere un potente segnalatore ipotalamico tramite la leptina e che attivando e facendo lavorare in maniera ottimale la tiroide favorisco il processo di dimagrimento, siamo ancora molto lontani.

Altro concetto estremamente importante è l’attività fisica che stimola il rilascio di adiponectina da parte del tessuto adiposo e attraverso un rilascio equilibrato di leptina e di adiponectina si genera quello che viene chiamata la “teoria della forza dimagrante”. Quindi più mangio a colazione ed in modo bilanciato con carboidrati, proteine e frutta e più mi muovo, e più il segnale “attivatore” sarà così forte che riuscirò a perdere grasso e a mettere muscolo. Ritornando alla dieta di segnale questo regime dietetico si basa su tre fondamentali concetti, ovvero l’attivazione metabolica, il controllo glicemico e la conseguente calma insulinica ed il consumo di cibi di qualità.

Ritornando ai cardini del metodo gift oltre al già discusso metabolismo e della sua attivazione c’è il discorso relativo alla riduzione dei picchi glicemici ed insulinici Per evitare i picchi glicemici è possibile seguire alcuni semplici consigli: fare attenzione ai carboidrati ad alto indice glicemico, come lo zucchero, il pane e la pasta: ad essi andrebbero preferiti gli zuccheri contenuti nella frutta e nella verdura, anche a parità di calorie. La frutta e la verdura sono fondamentali anche per il loro apporto d’acqua e di fibre.

Quindi cosa molto importante è che occorre, in ciascuno dei tre pasti principali, inserire sempre una fonte proteica che dovrebbe occupare circa un terzo del volume totale del pasto. Gli ideatori della dieta GIFT suggeriscono, a questo proposito, di adottare il sistema del monopiatto. Terzo cardine della dieta Gift è quello di consumare cibi di elevata qualità. Le ricerche scientifiche, e prima di tutto il buonsenso, ci raccomandano di preferire alimenti freschi, crudi e ricchi di fibre e alimenti di qualità. La dieta GIFT, a questo proposito, ci consiglia di:

• Mangiare frutta e verdura crude e senza condimento, se possibile intere (con buccia, semi, foglie, ecc). La frutta e la verdura, infatti, forniscono fibre e acqua in quantità, indispensabili per l’eliminazione delle scorie.

• Preferire alimenti integrali e biologici, per l’elevato apporto di fibre e per la sostanziale riduzione delle sostanze inquinanti.

• Preferire cibi colorati, digeribili e freschi.

• Ridurre i cibi spazzatura. Gli alimenti che assumiamo possono essere impoveriti da processi di lavorazione industriale, come la raffinazione o la cottura. Possono contenere tutta una serie di additivi che ingannano i nostri sensi: conservanti, coloranti, antibiotici, ormoni, aromi, leganti e così via.

• Tenere sotto controllo le intolleranze, anche verso gli alimenti di qualità. Le intolleranze alimentari possono ostacolare la dieta GIFT e quindi il dimagrimento: i medici consigliano di ruotare i cibi responsabili del disagio, in modo da ridurre lo stato infiammatorio. In questo modo risulterà più facile anche la regolazione della glicemia. Quello che voglio sottolineare è che tutti possono fare dieta Gift se iniziano a ragionare in modo intelligente, ovvero iniziano a capire che lavoreremo in modo diverso rispetto ai regimi ipocalorici classici o alle diete iperproteiche.

La strada sarà più lunga e a volte anche tortuosa ma alla fine si arriverà all’obiettivo che sarà stabile nel tempo ma soprattutto quello che spesso dico ai miei pazienti è quello che seguendo queste semplici regole impareranno un metodo che potranno applicarlo per tutta la vita. Tengo a precisare che oltre a capire il metodo ci vorrà costanza e pazienza perché si dovranno modificare degli errori che magari il soggetto si porta dietro da tantissimo tempo.

Non è semplice dire ad un paziente tu da domani devi masticare lentamente dopo che ha ingoiato i cibi direttamente per lunghissimo tempo, oppure dire al paziente di fare attività fisica se prima passava le sue giornate sdraiato sul divano, o di fare un abbondante colazione se prima mangiava solo 2 biscotti ed un caffè zuccherato. Per non parlare di eliminare gli zuccheri semplici, iniziare a mangiare la frutta/ verdura cruda, viva e colorata prima dei pasti mentre come tradizione la frutta chiude i pasti. Quello che dico spesso che cambiare lo stile di vita, che è il vero significato della parola dieta, è molto impegnativo, e solo chi ha una buona determinazione ci riesce.

Nutrizionista Francesco Garritano - Per info telefonare al 347-2481194 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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