Zucchero...lo conosciamo veramente?
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Ven, Apr

Zucchero...lo conosciamo veramente?

Zucchero......lo conosciamo veramente?

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Se partiamo dall’infanzia e ripercorriamo le tappe della nostra vita odierna ci accorgiamo che spesso trascuriamo o tendiamo a nascondere i danni che lo zucchero e le sue alternative possono causare e anche se, sono oramai visibili i problemi di un eccessivo consumo, si continua tranquillamente ad utilizzarlo ovunque.

Zucchero...lo conosciamo veramente?
Zucchero...lo conosciamo veramente?

 

I primi rimproveri si possono fare alle mamme moderne, che rimpinzano di merendine dolcificate i propri figli con la scusa che sono piccoli e hanno bisogno di energia per giocare o per studiare; in realtà non fanno altro che esporli ad una crescita non equilibrata, che poi continuerà a prendere forma nel bambino stesso che diventerà uomo, assuefatto ad un sapore sbagliato e tossico per l’organismo.

Ebbene si, il sapore dello zucchero e dei suoi derivati è più che gradevole, questo non è negabile, ma spezzare il cosiddetto desiderio di qualcosa di buono che ci spinge verso i prodotti zuccherini non è difficile: prima motivazione che quelle piccole concessioni sono chili futuri per il nostro corpo, seconda motivazione è il rischio di diabete, terza motivazione è la stimolazione, in presenza di una iperinsulinemia, del fattore IgF1 che è un fattore di crescita tumorale secreto dal fegato. Innanzitutto, prima di parlare del perché lo zucchero è così nocivo, bisogna parlare di come e da dove lo zucchero arriva sulle nostre tavole.

Lo zucchero bianco cosi come noi lo conosciamo e' solo il prodotto finale di una lunga trasformazione industriale, che uccide e sottrae tutte le sostanze vitali e le vitamine presenti nella barbabietola o nella canna da zucchero da cui lo zucchero cosi come noi lo conosciamo, inoltre il suo colore bianco e' solo una trovata commerciale che cerca di renderlo accattivante agli occhi, così come la raffinazione è un’ altra scusa a cui fa riferimento l’industria del settore, per incentivare il suo acquisto ed proprio in questo biancore e in questa raffinazione che si sviluppa la nocività.

La partenza delle nostre riflessioni deve essere che il problema non è eliminare le sostanze zuccherine naturali dalla nostra alimentazione di cui l’organismo ha bisogno e che può sfruttare a suo vantaggio, parlo ad esempio dello zucchero che acquisiamo con la frutta, ma è dello zucchero innaturale quello ricavato dal processo industriale che si deve e si può far a meno. Il termine di zucchero, comunemente usato, è riservato al saccarosio, che industrialmente in Italia viene estratto dalla barbabietola da zucchero, pianta tipica delle zone temperate, mentre nelle regioni tropicali si utilizza l’estrazione dalla canna da zucchero.

Chimicamente, gli zuccheri sono dei carboidrati, composti da molecole i cui elementi sono carbonio, idrogeno ed ossigeno. La famiglia degli zuccheri è composta da tre diverse classi di zuccheri, conosciute con il nome di monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi. Queste classi sono caratterizzate dalla minore o maggiore complessità molecolare, a seconda che sono formate da una, da due o più molecole di zuccheri semplici. Le barbabietole vengono lavorate negli zuccherifici, sono ridotte a fette, trattate nei diffusori con acqua calda per estrarre il succo zuccherino.

Da qui parte una complessa lavorazione industriale: prima si effettua una depurazione con latte di calce che provoca la distruzione di tutto ciò che è positivo e naturale; per eliminare la calce rimasta in eccesso si utilizza l’anidride carbonica e poi ancora un trattamento con acido solforoso, si ha cosi lo zucchero grezzo che viene per l’appunto raffinato, liberandolo dal non-zucchero e poi sottoposto a successivi trattamenti decoloranti, alla fine si ha una sostanza cristallina che contiene calce, resine, ammoniaca e acidi vari che non hanno più niente di naturale.

Tuttavia lo zucchero bianco viene estratto anche dalla canna come detto, se lo zucchero della barbabietola è solo bianco, quello di canna può essere bianco (se purificato), oppure giallognolo o scuro (se mantiene delle impurità e della melassa), lo zucchero integrale di canna è succo di canna bollito ed essiccato ed è ancora grezzo ossia ha subito una raffinazione parziale. A conti fatti, però, le conclusioni sul contenuto di minerali sono sempre insoddisfacenti, infatti non di rado si vede chiedere al bar dello zucchero di canna credendolo a torto più dietetico e quindi salutare rispetto a quello bianco comune. La domanda è d’obbligo.

C’è reale differenza fra zucchero bianco e quello di canna? Come spiegato prima, entrambi subiscono lo stesso processo di estrazione, evaporazione e purificazione, ma se nell’ambito dei cereali la differenza tra integrale e raffinato è sostanziale ed è ben documentata a livello scientifico, nel caso dei vari tipi di zucchero le cose cambiano. Uno zucchero “raffinato” è uno zucchero libero da impurità che ne altererebbe negativamente il sapore.

Uno zucchero grezzo o integrale è uno zucchero con più impurità e melassa, un tipo di melassa che conferisce un particolare retrogusto di liquirizia, più adatto agli impasti di torte e biscotti, ma non gli attribuisce certo una maggiore dignità nutrizionale. Quei pochissimi minerali introdotti con gli zuccheri grezzi o integrali sono solo una goccia nel mare del fabbisogno di oligoelementi e a meno che non ci si ingozzi di questi zuccheri, il gioco non vale la candela.

Quindi, sia se estratto dalle barbabietole sia se di canne lo zucchero raffinato è comunque dannoso quando viene ingerito, perché fornisce soltanto quelle che gli esperti chiamano calorie "vuote"; manca dei minerali naturali presenti nella barbabietola e nella canna e in più lo zucchero bianco dissolve e prosciuga dal corpo stesso le vitamine e minerali presenti. Lo zucchero assunto quotidianamente produce una condizione di continua iperacidità e, nel tentativo di rettificare lo squilibrio, si richiede all'organismo sempre più minerali, poi preleva dalle ossa e dai denti tanto calcio dando inizio all’indebolimento e al decadimento generale, e la conseguenza alla fine è un problema che si ripercuote su ogni organo del corpo.

Il percorso è chiaro, inizialmente lo zucchero viene immagazzinato nel fegato in forma di glicogeno, visto che la capacità del fegato è limitata, un'assunzione quotidiana di zucchero raffinato ben presto fa sì che il fegato si gonfi come un pallone e al raggiungimento del limite, il glicogeno in eccesso ritorna nel sangue sotto forma di acidi grassi i quali vengono trasportati in tutte le parti dell'organismo ed immagazzinati nelle aree meno attive: pancia, posteriore, petto, cosce. 

Quando queste aree cominciano a diventare sempre più sature e gli acidi grassi vanno poi a distribuirsi negli organi attivi come il cuore ed i reni che iniziano a rallentare la loro attività, i cui tessuti si degenerano e si trasformano in grassi. L'intero organismo ne risente e si crea una pressione sanguigna anormale, il sistema nervoso parasimpatico viene danneggiato e gli organi da esso governati, come il cervelletto, divengono inattivi o si paralizzano.

Troppo zucchero ci rende sonnolenti e si perdono le capacità intellettive, il problema è che per essere assimilato fa si che lo zucchero raffinato rubi le vitamine e i minerali al corpo stesso e le conseguenze di tale processo digestivo sono terribili, a livello intestinale provoca processi fermentativi con produzione di gas, tensione addominale, e l'alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che ciò comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e assorbimento di sostanze tossiche, ecc.).

L’ influenza sul sistema nervoso e sul metabolismo creano poi, prima stimolazione poi depressione con irritabilità, falsa euforia, bisogno di prendere altro zucchero, ecc. Il violento assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la cosiddetta glicemia. Il pancreas risponde immettendo insulina nel sangue e provoca una brusca discesa del tasso glicemico detta "crisi ipoglicemica" caratterizzata da uno stato di malessere, come detto prima irritabilità, sudorazione, aggressività, debolezza, bisogno di mangiare per sentirsi di nuovo su.

La conseguenza di questa caduta degli zuccheri e' l'immissione in circolo, da parte dell'organismo, di altri ormoni atti a far risalire la glicemia, tra cui l'adrenalina che e' l'ormone dell'aggressività', della difesa, della tensione. Si può ben comprendere come questi continui "stress" ormonali con i loro risvolti psicofisici determinano un esaurimento delle energie con l'indebolimento di tutto l'organismo.

Naturalmente come ho detto all’inizio di quest’articolo il problema non è solo lo zucchero bianco ma anche i suoi derivati o il suo impiego, in merendine, dolci, gelati e altro. Il problema è inoltre non solo l’impiego dello zucchero, ma anche l’aggiunta di altri tipi di dolcificanti non propriamente naturali e consigliabili. Il punto è che esistono varie forme per dolcificare gli alimenti, l’alternativa a cui bisogna stare anche attenti, sono tutti gli edulcoranti artificiali nati, cosi come dicono le pubblicità che ci propinano da anni per il dimagrimento, che hanno un basso potere calorico.

Come se con questo, bastasse a passar su, sul fatto che sono altamente cancerogeni. Infatti sono dolcificanti sintetici, nati in laboratori, i più diffusi sono la saccarina e l’aspartame. L’aspartame, forse il più conosciuto, non tutti sanno, ha avuto grandi difficoltà per essere approvato nell’utilizzo degli alimenti proprio a causa dei problemi che aveva causato agli animali in laboratorio, purtroppo quando poi scendono in campo le lobby del potere, quelle che sono le più nobili delle motivazioni, vengono accantonate per far posto all’economicità del prodotto.

Sono più di trent’anni che ci propinano quest’edulcorante alimentare non solo sotto forma di compressina che dolcifica tantissimo il nostro caffè, ma è presente ovunque tra i prodotti dolciari in commercio. I suoi danni sono lenti e silenziosi, la tossicità e dovuta proprio alla presenza in essa di sostanze dannose e nocive che paradossalmente e ironia della sorte porta comunque all’obesità e non aiuta al dimagrimento.

Generalmente quando si comincia ad eseguire un piano alimentare equilibrato che comprenda alimenti sani genuini di stagione integrali e proporzionati e si vieta l’utilizzo dello zucchero e delle sostanze dolcificanti in generale, nonché i prodotti confezionati industrialmente, il divieto non viene neanche avvertito visto che, il bisogno quasi fisico che si sente verso il loro utilizzo, cala notevolmente.

Tuttavia una valida alternativa allo zucchero è il miele. Il miele ha come elemento concreto la naturalezza della sua provenienza e l’autenticità dei suoi contenuti. Naturalmente se uno pensa di dimagrire utilizzando in tutto quello che mangia il miele e iniziando un processo di abbuffata di dolci al giorno perché tanto c’è il miele invece dello zucchero sbaglia, perché l’abuso è sempre la soluzione sbagliata. La sola differenza è che il miele è ricco di energia positiva, perché composto da zuccheri semplici facilmente digeribili con vitamine, enzimi, oligominerali, e sostanze antibiotiche naturali.

I suoi benefici sono molteplici: per le vie respiratorie decongestionate, per lì apparato digerente con funzione regolatrice, protettivo del fegato, per le ossa e cosi via. Si possono distinguere diverse varietà di miele: di origine floreale, come viene prodotto e di aspetto vario. L’unica accortezza è valutare se non è stato adulterato con altri zuccheri aggiunti, che incide molto sull' aspetto salutistico che dal miele si può ricavare.

Ciò che può concludere il mio articolo è l’accortezza nella lettura dell’’etichetta, spesso mascherata dalla dicitura senza zuccheri aggiunti e poi piena di edulcoranti vari. Farsi sviare dalle parole è facile e non sono poche le aziende dolciarie e non solo, che ingannano i consumatori, perché a volte lo zucchero lo infilano in prodotti definiti salati, come sughi vari ecc.

Le industrie giocano su parole scritte in grande e in piccolo per distrarre l’attenzione, usano parole come fruttosio o senza saccarosio, ma poi troviamo glucosio, maltosio, destrosio, sciroppi derivati dalla frutta o dolcificanti di altro genere, nonché gli edulcoranti sintetici come ciclammato, saccarina, aspartame o acesulfame k.

Per chi ha ancora come obiettivo primario il proprio benessere, tutto questo dovrebbe spingerlo quanto meno a voltare i prodotti che compra e cercare di sostituirli con quelli più naturali presenti. 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Redazione

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