Purtroppo il fallimento di molti piani alimentari è da ricercarsi, in alcuni casi, nel ruolo “sbagliato” che si assegna alla frutta.
Si tende a considerarla come un qualsiasi altro alimento proteico, lipidico o glucidico e si inserisce nei piani alimentari come contorno o come un fine pasto senza rilievo. In alcuni casi come in presenza di particolari patologie, ad esempio il diabete, si tende addirittura ad eliminarla dal proprio percorso, imputando ai suoi zuccheri le impennate glicemiche dannose.
Inoltre ai fini del conteggio calorico molte volte per rientrare negli schemi delle diete ipocaloriche si tende a eliminarla o a prendere in considerazione solo alcuni frutti rispetto ad altri e si finisce con il non far acquisire al proprio organismo tutti quei micronutrienti estremamente necessari in essa contenuti.
Più volte il mio mentore, il professor Speciani, ha sottolineato che: ”Una caloria non è uguale ad una caloria”, infatti vi sono dei frutti come la banana, il caco, l’uva, i fichi che sono ingiustamente demonizzati da molte diete dimagranti perché ritenuti troppo zuccherini. Se prendiamo in considerazione proprio la banana, e parliamo in termini calorici essa ha circa 94 kcal per 100 grammi, ma se la paragoniamo approssimativamente ad una delle tante barrette snack ultra leggere pubblicizzate ci accorgeremo di avere gli stessi dati.
Se allora si comincia ad andare oltre l’aspetto calorico, si riesce a notare che gli zuccheri della banana sono principalmente fruttosio, che ha un indice glicemico più basso del glucosio, destrosio e in percentuale minore del saccarosio, mentre nelle barrette lo zucchero usato è per lo più sciroppo di glucosio, sciroppo di glucosio invertito, sorbitolo ed altri dolcificanti di dubbia qualità e con indice glicemico elevato e quindi più dannosi per la salute e sicuramente con potere ingrassante maggiore non solo di una banana ma anche di più frutti insieme.
Molti però non riescono ancora a convincersi che un frutto è meno dannoso di un snack, perché nella frutta come detto c’è il fruttosio e quindi, secondo le vecchie credenze, è responsabile dell’obesità quanto il “fruttosio chimico” delle merendine.
Il fruttosio è uno degli zuccheri più presenti in natura: si trova nel miele, nella frutta e in alcune verdure.
Il fruttosio concentrato, usato negli alimenti confezionati o per dolcificare le bevande, si ottiene in modo artificiale attraverso processi di concentrazione e purificazione. Il tipo di prodotto ottenuto viene assimilato in poco tempo e arriva al fegato velocemente.
Buona parte di questo fruttosio, non potendo essere convertito in energia perché troppo concentrato, viene immesso nel circolo sanguigno sotto forma di trigliceridi e stoccato sotto forma di grasso.
Il fruttosio che si trova in natura, invece, è accompagnato da enzimi, acqua, vitamine, minerali, antiossidanti, fibre, pectina e qualche altro zucchero; si tratta di nutrienti che oltre a essere utili per la salute, contribuiscono a modulare l'entrata in circolo di questo zucchero.
Mangiare tanta frutta è importante per ridurre il rischio cardiovascolare e per rafforzare la nostra barriera antiossidante.
Infatti in presenza di alimentazioni ricche di grassi saturi e trans, di fumo anche passivo, inquinamento atmosferico e altre cose che nella normalità incontriamo, il cuore e le arterie non hanno sempre vita semplice, ecco che gli antiossidanti della frutta agiscono modulando l'azione di tali agenti potenzialmente dannosi.
Anche senza valutare i soli aspetti salutistici, mangiare tanta frutta aiuta anche nei processi di dimagrimento: una mela, una pera, dell’anguria, un piattino di fragole riempiono lo stomaco e modulano l'innalzamento della glicemia successiva grazie all'importante contenuto in fibra. In questo modo, non solo infiammazione e ingrassamento, ma anche la fame, saranno meglio controllati.
La frutta inoltre è ricca d’acqua, vitamine, sali minerali e fibra (soprattutto se consumata con la buccia, quando è possibile), e nello stomaco occupa un discreto volume generando un buon senso di sazietà. Il potere saziante di un cibo è una variabile molto importante nelle nostre scelte alimentari.
Insomma, assumere quotidianamente della frutta e variandola quanto più possibile è come concedersi delle coccole per il proprio corpo. Quindi non è tanto il contenuto calorico di un alimento che conta, ma è soprattutto il tipo di nutrienti da cui è composto ed il volume che se ne consuma, ad essere determinante.
Biologo Nutrizionista Francesco Garritano - Per info telefonare al 347-2481194 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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