Accolto ricorso Comune di Torino, genitori 'sconfitti'
Non esiste un "diritto soggettivo" a mangiare il panino portato da casa "nell'orario della mensa e nei locali scolastici" e la gestione del servizio di refezione è rimesso "all'autonomia organizzativa" delle scuole. Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune di Torino, ribaltando una pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che preferivano alla mensa il pasto portato da casa. "Alla luce del nuovo pronunciamento delle Sezioni Unite, l'Amministrazione procederà a supportare le famiglie e le scuole nelle prossime delicate fasi organizzative che conseguono al suddetto pronunciamento", commenta l'assessora all'Istruzione della Città di Torino, Antonietta Di Martino. Immediata la polemica: 'La Cassazione a Sezioni Unite ha deciso: la scuola dell'obbligo gratuita da Costituzione è da buttare nel cesso, d'ora in avanti o paghi la minestra o salti la finestra (sempre che non ti portino via la casa per morosità)". Commentano così i genitori che portano avanti la battaglia per il panino da casa contro il caro mensa sulla sentenza della Cassazione. Il post è stato pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo "CaroMensa a Torino".