Bassetti: "Basta bollettini di guerra, torniamo a normalità"
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
24
Mer, Apr

Bassetti: "Basta bollettini di guerra, torniamo a normalità"

Bassetti: "Basta bollettini di guerra, torniamo a normalità"

Cronaca
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

"Con mascherine e distanziamento si può tornare alla normalità.

Bassetti:
Bassetti: "Basta bollettini di guerra, torniamo a normalità"

 

Questo è il messaggio che deve venire dalla medicina oggi: torniamo a vivere con delle precauzioni. Non possiamo continuare a dare ogni sera il bollettino di guerra, questo è profondamente sbagliato. Il popolo non è abituato a questi numeri, noi non comunichiamo il numero delle persone colpite da infarto". Lo dice Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (Sita), in collegamento con la trasmissione 'In Onda' su La7.  

"E' giusto mettere in guardia la popolazione durante la fase emergenziale, ma ora non c'è più. Torniamo a vivere facendo meno allarmismo, perché colpisce le aziende e l'economia", aggiunge Bassetti, per il quale in Italia "siamo arrivati a una potenza di fuoco di circa 100mila tamponi al giorno e ci manteniamo su livelli molto significativi".  

"Bisogna sempre guardare la percentuale sui tamponi fatti", evidenzia Bassetti, sottolineando che "buona parte dei contagi che oggi contiamo provengono da viaggi all'estero". "Poi -prosegue- c'è quel numero degli oltre 100 pazienti in terapia intensiva che deve essere tenuto in considerazione, ma non deve al momento terrorizzarci. Noi oggi siamo più bravi e il messaggio è che la gente muore di meno. I morti sono sempre tanti, ma è evidente che oggi è una malattia in qualche modo diversa anche perché siamo diversi noi, sia nel fare i tamponi che nel curare le persone".  

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.