"Vittorio era uno dei miei uomini, un ragazzo generoso, altruista, che si è sempre prodigato per supportare i suoi colleghi. Era sempre in prima fila, sempre davanti a tutti, era sempre volenteroso e disponibile per qualsiasi esigenza di servizio". Il comandante del XIII reggimento Friuli Venezia Giulia, Saverio Ceglie, ricorda così all’Adnkronos Vittorio Iacovacci, il carabiniere ucciso in Congo insieme all’ambasciatore Luca Attanasio.
"Alcuni amici lo hanno definito un leader proprio perché riusciva con grande naturalezza a catalizzare le difficoltà. Era un ragazzo eccezionale - continua - sempre disponibile. Un gran lavoratore, molto innamorato della vita militare e assolutamente contento della sua esperienza in Congo. Al rientro in Italia sarebbe stato trasferito al reggimento paracadutisti Tuscania di Livorno. Era il suo sogno, diventare anche lui un esploratore, come il fratello Dario". (Dall’inviata Silvia Mancinelli)