Mo, Di Segni: "No ad appelli monodirezionali, Israele si deve difendere"
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Ven, Apr

Mo, Di Segni: "No ad appelli monodirezionali, Israele si deve difendere"

Esteri
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"Non si lancino appelli monodirezionali a Israele. E' allucinante che sia l'unica ad essere sollecitata a stare ferma, a ritirare, ad aspettare, subendo tutto questo scatenamento di violenza. Quello che succede a Gerusalemme si espande, c'è grande preoccupazione ovunque, con il dispiacere che tutto questo accada in un giorno che doveva essere di festa.

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E' assurdo che si subiscano queste limitazioni. Israele si deve difendere". Lo dice all'Adnkronos Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, commentando gli scontri a Gerusalemme all'alba di oggi. 

"Bisogna distinguere tra le parole intimidatorie e gli atti ragionevoli - aggiunge la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane - rispondendo alle parole pronunciate dal leader di Hamas e alle accuse mosse dal premier palestinese Mohammad Shtayyeh al governo israeliano - Che loro diano degli ultimatum a Israele non è certo una novità, fosse per loro bisognerebbe ridargli tutta Israele nel giro cinque minuti e questo è normale nella dialettica e nello stile delle associazioni terroristiche palestinesi o di chi li governa. Il problema è come reagisce il resto del mondo, come asseconda queste voci. L'aspettativa non è che siano ragionevoli i palestinesi ma gli altri Stati, che le Nazioni Unite sappiano essere lucide, non che diano tutte le colpe a Israele. Non è che la polizia israeliana si sveglia la mattina, non sa che fare e interviene in questo modo, è chiaro che sono atti di difesa di una situazione di una violenza incendiaria sollecitata dalla parte palestinese". 

"Adesso naturalmente tutta l'attenzione è sul recente lancio di missili e l'invito ad entrare in zone protette in tutta Gerusalemme e nella zona circostante - continua Di Segni -. Seguiamo con il cuore sospeso minuto per minuto quello che sta accadendo. Israele si deve difendere. Non si può rimanere inerti. Non è vediamo, capiamo: qui c'è da rendersi conto che c'è una escalation voluta e progettata per settimane".  

(di Silvia Mancinelli) 

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