Mediolanum, Doris: '4 miliardi di raccolta in 4 mesi, il lockdown non ci ha fermato'
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Mediolanum, Doris: '4 miliardi di raccolta in 4 mesi, il lockdown non ci ha fermato'

Mediolanum, Doris: '4 miliardi di raccolta in 4 mesi, il lockdown non ci ha fermato'

Salute e Benessere
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''4 miliardi di raccolta nei primi 4 mesi dell’anno. Un risultato di cui essere orgogliosi, ma senza fermarci a cullarci sugli allori”.

Mediolanum, Doris: '4 miliardi di raccolta in 4 mesi, il lockdown non ci ha fermato'
Mediolanum, Doris: '4 miliardi di raccolta in 4 mesi, il lockdown non ci ha fermato'

 

Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, appare rilassato e fiducioso nello schermo della videocall dallo studio di casa. Fiducioso dei numeri registrati, fiducioso della formula di relazione con i clienti che quei numeri sta generando. “Un miliardo di euro di risparmio gestito. E la maggior parte è stata realizzata ad aprile -dice all'Adnkronos- in pieno lockdown, grazie alla vicinanza che siamo riusciti a mantenere con i nostri clienti. Tanto che da un livello già alto di operazioni in formato digitale, circa il 75%, siamo arrivati a una soglia del 95%''.  

''Le manovre che il Governo ha attuato e sta attuando, sicuramente sono utili e servono agli imprenditori italiani. Io stesso sono ovviamente un banchiere, ma anche un imprenditore. E imprenditori sono una buona parte dei clienti di Banca Mediolanum. Per guardare un po’ più in là, a lungo termine, una seconda parte di interventi deve riguardare, in maniera decisa, la sburocratizzazione, la semplificazione. C’è un’eccessiva burocrazia che condiziona troppo l’attività di impresa. Da un altro lato, l’obiettivo dovrebbe essere abbassare il carico fiscale, sia alle imprese che ai lavoratori -e qui l’analisi di Massimo Doris si fa pungente- più imposte uguale un Pil che scende; meno imposte un Pil che sale, con le imprese che hanno più soldi da investire e i risparmiatori e i cittadini più soldi da spendere. Le due cose insieme fanno sì che ci sia una crescita più vigorosa, con alla fine più incassi fiscali per lo Stato. Non è certo una cosa semplice da fare -ammette Doris -, visto il debito elevatissimo, che abbiamo, ma la strada è quella. Quindi meno burocrazia e meno imposte, oltre agli aiuti che sono stati dati in questo momento difficilissimo''. 

“Paradossalmente proprio in questo momento lo Stato sta chiedendo ai cittadini di investire in titoli, di acquistare debito. In questo lo Stato può, teoricamente, diventare un concorrente per Banca Mediolanum, andando a cercare i risparmi degli italiani. Ma solo in teoria, era più vero in passato. Oggi i titoli di Stato nelle mani dei risparmiatori retail è bassissima, come mai è stata, per via dei tassi sottozero. Gli italiani sono chiamati Bot people, non Btp people, perché hanno sempre investito a brevissimo termine. Il Btp a 10 anni è uno strumento che solitamente è nelle mani delle compagnie di assicurazione, dei fondi di investimento, non nel dossier titoli del privato. A me sinceramente -sintetizza Massimo Doris- come attore del risparmio gestito, non mi preoccupa che lo Stato diventi un mio più diretto concorrente, perché in ogni caso il risparmio è veramente tanto. Quindi c’è spazio sia per sottoscrivere il debito dello Stato sia per investimenti nell’economia reale, in azioni più redditizie di un titolo di Stato''. 

''Come abbiamo fatto a raggiungere una raccolta di questa grandezza? Con tanto lavoro e dedizione. Sicuramente ha avuto un’ottima influenza l’offerta che abbiamo fatto, con il 2% di interesse sui depositi a 6 mesi, un tasso veramente elevato, in questo scenario. Ma ancor più importante, proprio in momenti di difficoltà economica e di incertezza dei mercati, il cliente-risparmiatore sente la necessità di parlare con la sua banca, col suo consulente. Ecco quindi che la disponibilità dei nostri family banker è stato un elemento chiave per questo successo, proprio nel momento in cui parlare e incontrarsi era più difficile. Il cliente ha avuto un forte bisogno di consigli e il family banker era a sua disposizione, anche se attraverso il computer e non in presenza fisica, perché questo ovviamente non era possibile. Sono i contatti con i clienti che hanno permesso di avere una raccolta molto solida”.  

Banca Mediolanum da oltre 20 anni ha un modello non fisico, senza filiali, e Massimo Doris afferisce in parte a questa impostazione l’efficacia dell’azione nei mesi contraddistinti dalla emergenza Covid. “Il fatto di essere una banca digitale e non una banca basata sugli sportelli, ci ha dato un vantaggio. Siamo sì digitali, ma abbiamo anche noi una nostra fisicità: abbiamo oltre 400 uffici consulenziali dei nostri family bankers sparsi sul territorio, dove avvengono appunto gli incontri con i clienti, proprio da un punto di vista fisico. In ogni caso, essendo una banca che ha anche e non solo una rete fisica, da un punto di vista tecnologico eravamo sicuramente più pronti di altri. E anche i nostri consulenti erano già pronti a questo. I contratti che vengono fatti con i clienti possono essere sia cartacei che digitali. Il 75% delle transazioni, prima del Covid, era comunque digitale con i nostri clienti. Durante il Covid, siamo arrivati a un 95% di pratiche gestite digitalmente''. 

''La nostra predisposizione storica è anche quella della clientela: il cliente che vuole solo lo sportello, noi non ce l’abbiamo. Il cliente con noi è abituato ad operare via internet, piuttosto che con lo smartphone. La combinazione dell’essere preparati come banca basata sulla tecnologia con una rete di family bankers, che hanno saputo continuare a essere presenti come persone ed essere al fianco dei loro clienti attraverso il telefono piuttosto che con strumenti di videochiamata e condivisione dei documenti, è stata fondamentale''.  

Su quali saranno gli scenari per gli istituti di credito italiano, Massimo Doris sottolinea come la necessità di fusioni era presente già prima dell’emergenza sanitaria: ''Ormai fare banca con tutte le regole che ci sono, con i margini che si fanno sempre più sottili, se non si hanno certe dimensioni è difficile stare sul mercato, sempre più ampio e internazionale. Le crisi sono un acceleratore anche in questo caso. Quindi prevedo sì un aumento delle fusioni''. 

Banca Mediolanum però non è interessata a ipotesi di M&A nel settore bancario. L’unicità di un modello vincente e competitivo e difficilmente replicabile non lasciano spazi ad operazioni di mercato: “Legarci con un soggetto simile a noi, è qualcosa che ha senso, che è possibile in teoria ma noi per il momento, non intendiamo fonderci con nessuno perché stiamo crescendo costantemente. Siamo uno degli istituti più solidi in Italia e in Europa, abbiamo sempre fatto utili e continuiamo a fare utili - ricorda Massimo Doris – Come detto ad inizio anno, non avrebbe senso “diluirci”.  

Sui Piani Individuali di Risparmio (PIR), Banca Mediolanum ha creduto sin dalle sue origini, nel 2017 ed è attualmente prima in Italia come patrimonio gestito in questo strumento.  

Massimo Doris, a riguardo, evidenzia la bontà di questa tipologia di investimento ma è necessario fare di più per renderlo funzionale alle piccole e medie imprese italiane: ''I Pir che conosciamo investono in strumenti quotati, tramite fondi di investimento aperti e non permettono di investire in imprese non quotate. Si sta lavorando a un PIR 2.0 da affiancare ai Pir che conosciamo, che possano investire in strumenti illiquidi, che quindi possono investire nelle imprese non quotate e portare in sostanza il risparmio privato degli italiani verso la spina dorsale del nostro Paese, le piccole e medie imprese. Ci vorrà tempo ma quelli sono capitali che vanno direttamente nelle imprese.”  

Sul fronte reclutamenti di nuovi family bankers, Massimo Doris delinea quelli che sono i profili ideali: ''Li andiamo a prendere nel settore bancario, perché sono persone che hanno già esperienza ma andiamo a selezionare anche persone che vengono da altri settori. Quello che è importante è che siano persone brillante, oneste e con tanto spirito di iniziativa. Con la nostra eccellenza, la Mediolanum Corporate University, che ha oltre 10 anni di storia, ci pensiamo noi alla formazione dei futuri family bankers''. Ma cosa conta davvero per essere un buon family banker? Massimo Doris non ha dubbi: ''L’auto-imprenditorialità. Bisogna ogni volta trovare la ragione per fare quello che si fa e più questa ragione è forte per la persona, più questa persona avrà successo nell’essere un imprenditore''. 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.