Non solo Sangiovese. La Romagna del vino oggi si tinge di ‘giallo paglierino’ e ‘dorato’ e il binomio nazional-popolare con il rosso per eccellenza, evocato dalle intramontabili note del compianto Raoul Casadei, lascia spazio a vitigni di questa terra meno cantati e decantati, quelli a bacca bianca. Così, in Romagna è l’ora del riscatto per i vini bianchi, che nulla hanno da invidiare ai ‘cugini’ di altre regioni, in particolare a quelli aromatici. Vitigni autoctoni, capitanati dall’Albana, prima Docg d’Italia a bacca bianca per troppo tempo associata solo alla versione dolce, che esprimono quel territorio che dalle colline degrada verso la riviera adriatica. E proprio dal territorio la Romagna del bianco vuole ripartire per puntare a uno sviluppo dell’enoturismo che da queste parti è ancora agli albori ma che ha enormi potenzialità. A trainare il rilancio è il Club dei bianchi di Romagna, sodalizio nato nel 2017 per volontà di alcuni produttori e che oggi associa 12 cantine, unite da un comune obiettivo: promuovere i vini bianchi di Romagna, renderli memorabili, creando visibilità e reputazione, favorendone la conoscenza e la diffusione, cominciando dal territorio romagnolo, per estendersi all’intera Penisola.