Boom di prof di sostegno grazie ai Tar
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Gio, Mar

Boom di prof di sostegno grazie ai Tar

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Cronaca
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I ricorsi di migliaia di famiglie con figli disabili obbligano il Miur a moltiplicare le cattedre

Boom di prof di sostegno grazie ai Tar
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ROMA - I genitori degli alunni disabili costringono il ministero ad allargare i cordoni della borsa: quest’anno, un miliardo e mezzo di euro in più per posti “in deroga” rispetto a quanto preventivato in fase di predisposizione degli organici. L'unica strada per ottenere le ore di sostegno complete (25 settimanali alla materna, 24 all’elementare e 18 alla media e al superiore) per i propri figli è però quella di ricorrere ai tribunali amministrativi regionali. Negli ultimi anni, mamme e papà si sono sempre più spesso rivolti al giudice che, in presenza di handicap grave, dà loro sempre ragione. E nel 2018/2019 è record: secondo i dati del Miur, sono quasi 62mila i posti  oltre (in deroga) l’organico stabilito dalle norme attuali. In crescita, cioè, di 11mila unità in appena dodici mesi, per sostenere le complesse esigenze di quasi 256mila e 300 alunni diversamente abili presenti, oggi, nelle aule scolastiche italiane.

Nel 2008/2009, dieci anni fa, i posti in deroga erano circa 33mila. Ma in questi anni, la richiesta di sostegno da parte delle famiglie con figli disabili è enormemente cresciuta. E così la quantità di ricorsi presentati per ottenere diritti per i propri ragazzi. Al punto che in alcune regioni, come la Sardegna e la Toscana, le cattedre di sostegno in deroga superano quelle stabili. Per garantire il più possibile la continuità didattica, nel 2013 l’allora ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza avviò la stabilizzazione dell’organico (di diritto) di sostegno che oggi ammonta a 100mila unità. A cui occorre aggiungere i 62mila posti in deroga “sollecitati” dai genitori. Ma in questo giro di ricorsi, che ogni anno vengono depositati sui tavoli dei giudici amministrativi di tutta Italia, c’è anche chi scorge uno spreco che forse si sarebbe potuto evitare.

Leonardo Alagna, a capo dell’Osservatorio diritti scuola, di recente ha fatto alcuni conti sul costo aggiuntivo cui è andato incontro il ministero dell’Istruzione, per non avere garantito, dall’inizio dell’anno, a tutti gli alunni disabili con certificazione di gravità, il docente di sostegno. “Ho quantificato – spiega – un costo aggiuntivo in un decennio di circa un miliardo di euro. Per ogni ricorso, il giudice, oltre ad assegnare le ore mancanti per il raggiungimento del massimo che spetta all’alunno, condanna il Miur al pagamento delle spese processuali, e al pagamento alla famiglia di circa mille euro per ogni mese di servizio scoperto”.

Alagna, come ha già fatto in Sicilia, presenterà nelle prossime settimane un esposto alla Corte dei Conti, per sapere se c’è stato un danno erariale.

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