Dpcm, proteste cinema e teatri: la replica di Franceschini
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Dpcm, proteste cinema e teatri: la replica di Franceschini

Dpcm, proteste cinema e teatri: la replica di Franceschini

Salute e Benessere
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"Ho l'impressione che non si sia percepita la gravità della crisi". Dario Franceschini risponde così, in un videomessaggio su Facebook, alle critiche che gli sono state rivolte dopo il nuovo Dpcm che tra le varie misure dispone anche la chiusura di cinema e teatri.  

Dpcm, proteste cinema e teatri: la replica di Franceschini
Dpcm, proteste cinema e teatri: la replica di Franceschini

 

"Dopo il Dpcm di ieri che ha comportato la chiusura di tante attività, tra cui cinema e teatri, ho ricevuto molti appelli dal mondo della cultura, ho letto le proteste e ho ricevuto attacchi. E' tutto comprensibile, perché c'è grande preoccupazione del valore simbolico molto negativo della chiusura dei luoghi della cultura, ma anche per i danni materiali che potrà ricevere il settore", premette Franceschini, ministro per i beni e le attività culturali.  

"Vorrei rispondere con la stessa franchezza alle critiche: ho l'impressione che non si sia percepita la gravità della crisi e che non si siano percepiti i rischi del contagio in questo momento. Del resto -osserva- verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi ugualmente cinema e teatri in massa non c'è stata questa ondata di protesta, forse non si è capito a che punto siamo". Franceschini mostra poi un grafico sull'andamento dei contagi: "Guardate la curva dei positivi che risultano dai tamponi effettuati. E' una curva impressionante, bisognava intervenire subito, avevamo il dovere di intervenire subito". 

"Prima si interviene con misure le più drastiche possibili, prima si interrompe più facilmente, si blocca la crescita esponenziale della curva dei contagi. Per questo la chiusura delle attività dove si ritrovano molte persone non è stata legata a una scelta gerarchica, di importanza, sarebbe assurdo, 'sono più importanti i teatri, più importanti le palestre....', tutto il dibattito piuttosto stucchevole cui ho assistito, ma è derivata dall'esigenza di ridurre la mobilità delle persone. La filosofia, la motivazione che ha portato a chiudere tutte le attività dopo le 18 è esattamente questa: ridurre la mobilità e prima si interviene prima si può cambiare l'andamento di quella curva", scandisce Franceschini. 

"Io mi impegno a che questa chiusura sia la più breve possibile, dipenderà ovviamente dall'andamento epidemiologico ma questo è il mio impegno. Chi governa deve assumersi delle responsabilità, deve essere così sempre, figuriamoci dentro un'emergenza sanitaria, sociale ed economica come questa. Bisogna assumersi delle responsabilità, si possono fare cose giuste e cose sbagliate ma ci deve essere un'assunzione di responsabilità collettiva e individuale. Per questo - prosegue- abbiamo discusso dentro il governo, come era logico fare, quali provvedimenti adottare. Ognuno ha portato i diritti, le istanze dei mondi che rappresenta guidando un ministero, ma io mi assumo la responsabilità diretta di questa scelta poi sarà il tempo a dire se è stata giusta o sbagliata, necessaria o no".  

"Adesso serve metterci tutti dalla stessa parte io aggiungo il mio impegno a tutelare i lavoratori dello spettacolo, soprattutto i meno conosciuti, i meno visibili, i lavoratori del cinema, ad aiutare le imprese come fatto in questi mesi, nei quali abbiamo stanziato 1 miliardo e 200 milioni per lo spettacolo dal vivo e per il cinema, direttamente di risorse del ministero più tutta quella serie di interventi generali, per le aziende, per la cassa integrazione in settori che non l'avevano completamente. Non basta, dovremo fare di più - si impegna il titolare del Mibact - prima di tutto risarcire immediatamente chi ha subito le conseguenze della chiusura compiuta da questo Dpcm. Ho scritto una lettera questa mattina alle televisioni, chiedendo alla tv pubblica, che ne ha il dovere perché è un servizio pubblico, ma anche alle altre, di dare più spazio alla cultura, di dare spettacoli, di trasmetterli e pagare i diritti per aiutare la cultura non in modo simbolico ma in modo materiale". 

Il videomessaggio si conclude con un appello: "Se ognuno fa il proprio dovere ricostruiremo quel clima di coesione sociale di cui c'è un grande bisogno. Poi verrà il tempo delle divisione e delle analisi su quel ce è stato fatto o non è stato fatto, ma oggi di fronte ai malati, di fronte ai contagi, di fronte ai rischi per la vita e la salute non è questo il tempo. Per questo chiedo a voi, personalità della cultura, mondo della cultura in generale, che avete una grande influenza sull'opinione pubblica, vi chiedo di dare un contributo per la coesione sociale, ne abbiamo un grande bisogno", conclude il ministro. 

 
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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.