(Adnkronos) - Voto per il Quirinale, sarebbero stati i leader delle forze politiche a chiedere al premier Mario Draghi un'iniziativa politica. O meglio un confronto per capire meglio il perimetro d'azione, quello che intenda fare il presidente del Consiglio e cosa accadrebbe se dovesse lasciare il timone del governo per il Quirinale. Lo
Sarebbe partita di qui la girandola di contatti con i principali leader, a partire da Matteo Salvini, incontrato in mattinata nonostante le mancate conferme da Palazzo Chigi e dal Carroccio. Poi i contatti con Enrico Letta e Giuseppe Conte, con altri possibili confronti nelle prossime ore -facile siano già stati, perché le voci corrono ma le bocche degli staff restano cucite- per quelle che già qualcuno definisce le 'consultazioni' di Draghi.
E se la 'mossa' di Draghi porta a sperare molti che la partita possa risolversi già alla terza chiama - "un Presidente eletto dai più è l''obiettivo", assicura chi nel governo segue da vicino la partita - il timore è che il confronto con i leader possa ostacolare ancor più la corsa al Quirinale. Perché le posizioni sono distanti e già dal primo incontro di giornata - quello con Salvini - i rumors riportano di partiti pronti ad alzare la posta. E rimettere mano alla squadra di governo, se Draghi dovesse tirare dritto per il Quirinale, porta in sé tante, troppe insidie. Oltre al rischio di mandare in fibrillazione le due coalizioni e i singoli partiti.