Tracciamento automatico di tutti gli appartenenti agli ambienti di vita dei positivi e tamponi diffusi, fino a 400mila al giorno se necessario, per spegnere sul nascere i focolai di Covid-19.
A indicare quale doveva essere la strategia per evitare una seconda ondata, quella che purtroppo ora il Paese sta vivendo, è un documento consegnato al governo il 20 agosto scorso da Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, che aveva delineato scenari e previsto azioni di intervento. Il piano è integralmente pubblicato da Lettera150, la rivista del relativo think tank (www.lettera150.it), nato sulla spinta del primo lockdown e a cui aderiscono circa 250 accademici di diverse discipline, tra i quali lo stesso Crisanti.
“Non ho più avuto riscontri alla mia proposta. Ora a distanza di quasi tre mesi vengono emanati nuovi decreti del presidente del consiglio, destinati ad impattare sulla nostra qualità della vita e sulle nostre attività lavorative, subiti pazientemente con la speranza che possano contribuire a diminuire il contagio”, commenta Crisanti, “ancora una volta, tuttavia, si persiste nell'errore di non chiedersi come, ridotto il contagio con misure progressivamente restrittive, si faccia a mantenerlo a livelli bassi. La mancata risposta a questa domanda ci condannerà a una altalena di misure restrittive e ripresa di normalità che avrà effetti disastrosi sull'economia, l'educazione e la vita di relazione”.
Giuseppe Valditara, ordinario dell’Università di Torino e coordinatore di Lettera150, aggiunge: “E’ mancato il coordinamento e la pianificazione delle azioni necessarie da parte del governo, che ben può sostituirsi anche a organi come Regioni e Comuni, come prevede espressamente la Costituzione, nel caso di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica. Dai trasporti alla sanità, ci siamo fatti cogliere di nuovo impreparati. E le responsabilità sono ricadute tutte, di nuovo, su singoli cittadini ed enti locali”.