Crisanti: "Su vaccini mercato parallelo? Chiamiamolo opaco"
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Ven, Mar

Crisanti: "Su vaccini mercato parallelo? Chiamiamolo opaco"

Crisanti: "Su vaccini mercato parallelo? Chiamiamolo opaco"

Cronaca
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"Sento parlare in questi giorni di mercato parallelo dei vaccini anti-Covid. Chiamiamolo pure mercato 'opaco'. Perché la connotazione che viene attribuita dalla parola parallelo è meno oscura di quello che è realmente. Del resto, come lo chiamereste un mercato che non origina direttamente dalla ditta produttrice?".

E' la riflessione del virologo Andrea Crisanti, che si dice spazientito dai discorsi che chiamano in causa "senza la necessaria chiarezza" la possibilità di trattare acquisti di ulteriori dosi di vaccini anti-Covid.  

"Ho letto di intermediari. Semplicemente mi stupisco - spiega all'Adnkronos Salute parlando delle problematiche che stanno influenzando la velocità con cui procede la campagna vaccinale in Italia - Sentiamo dire ogni giorno da più parti che la vaccinazione risente dei problemi di consegne delle partite di dosi ordinate, le aziende lamentano problemi di produzione e fanno fatica a star dietro agli ordini scritti su contratti siglati da mesi. E poi scopriamo che ci sono in giro più di 20 milioni di dosi di vaccini disponibili", osserva citando solo quelli annunciati dal governatore veneto Luca Zaia.  

Sull'altro fronte, nei giorni scorsi, le aziende Pfizer e AstraZeneca hanno precisato che non c'è da parte loro un'attività di vendita di vaccini anti-Covid a privati. "Quindi c'è qualcosa che non quadra", spiega il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell'ateneo cittadino. 

"Se tutto va bene, io credo che la campagna vaccinale anti-Covid in Italia si possa chiudere in 7-8 mesi", la previsione del virologo. "Voglio guardare a questa sfida con ottimismo", spiega ancora all'Adnkronos Salute, aggiungendo. "Credo si possa arrivare al traguardo in questo arco di tempo, se niente va storto", spiega l'esperto guardando ai "segnali incoraggianti" che arrivano dalla Gran Bretagna, e da Israele in particolare, che "sta avendo un calo drammatico dei casi di Covid sopra i 50 anni".  

 

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