Pallone italiano perde 1 mld l'anno, servono tetto salari e riforma governance
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Ven, Mar

Pallone italiano perde 1 mld l'anno, servono tetto salari e riforma governance

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Il successo di pubblico e commerciale della Nazionale a Euro 2020 dimostra la forza sociale ed economica del calcio italiano e non stupisce il fatto che fondi di investimento, televisioni e piattaforme streaming se lo contendano a colpi di miliardi e ricorsi antitrust. Ma la pandemia di coronavirus ha messo a nudo debiti e deficit strutturali dei club.

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Per uscire dalla crisi il pallone deve ridurre i costi, migliorare la governance e aumentare i ricavi, come spiega a MF Milano Finanza Emanuele Floridi, consulente dell'industria del calcio e della sua attività più importante, ossia i diritti televisivi, nonché advisor di aziende media e tlc.

Sul risultato dell'ultima asta per i diritti tv, Floridi spiega che "la Serie A è stata l'unica a misurarsi sul mercato nell'era pandemica e incasserà circa 1,3 miliardi l'anno fra 2021 e 2024, circa 190 milioni in meno rispetto al triennio precedente anche per via del calo dell'area Medioriente-Africa, forse troppo valorizzata nel ciclo scorso. Va reso merito all'amministratore delegato della Lega, Luigi De Siervo, che ha lavorato bene e in un momento quantomai difficile ha ottenuto un risultato importante, soprattutto in ambito domestico, portando con la Figc un vento di novità nella gestione sportiva e commerciale. Ma è so lo il primo passo: il sistema perde oltre un miliardo ogni 12 mesi".

"E' necessario chiedere al governo attenzione per un'industria così importante. Il tema prioritario da affrontare è però strutturale e globale. Fifa, Uefa, federazioni nazionali e associazioni dei calciatori devono concordare un tetto a stipendi dei calciatori e commissioni degli agenti. Il costo del lavoro è troppo alto. Il limite può essere anche temporaneo, ma è urgente per la sopravvivenza e la sostenibilità del calcio", aggiunge Floridi.

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