Napolitano, Dominella: "un esteta, l'eleganza nel suo dna"
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Napolitano, Dominella: "un esteta, l'eleganza nel suo dna"

Politica
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(Adnkronos) - "Un uomo di classe, un esteta, l'eleganza era nel suo dna. Mai sopra le righe, 'apparire' era per lui importante, un segno di distinzione e rispetto anche nei confronti delle persone con le quale doveva relazionarsi". E' il ricordo di Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni che per lunghi anni, anche quando era alla

guida di Altaroma, ha frequentato la famiglia del presidente emerito scomparso e la sua consorte, donna Clio Napolitano.  

E aggiunge all'Adnkronos: "L'abito era lo specchio dell'uomo o della donna che aveva davanti. Me lo confessò un giorno: 'caro Dominella l'abito fa il monaco... Dall'apparente esteriorità comincio già a farmi un'idea della persona con la quale dovrò confrontarmi. Era un uomo curioso, disinvolto, avido di sapere, anche di alta moda, lo intrigava il percorso fatto da Armani, grande stilista, ma anche manager e imprenditore".  

"Il presidente emerito non esitava a domandare consigli - confessa ancora Dominella - Un giorno mi chiese di smorzare il formalismo della giacca e della cravatta. 'Mi sento come un birillo, quando mi trovo accanto agli altri colleghi, sotto il tricolore', mi disse. Gli suggerii dei gilet colorati da indossare sotto la giacca. Accettò la sfida e il cambiamento".  

"Un uomo di sinistra atipico, piuttosto un gentleman, un aristocratico, che da giovane avrebbe voluto fare l'attore o il regista - prosegue il presidente della sezione Moda di Unindustria-Lazio - Aveva una passione per la straordinaria tradizione dei maestri napoletani e per l'apparente semplicità di un abito. Non amava il look di Silvio Berlusconi. 'Troppo vestito, troppo esibizionista con il suo doppiopetto gessato, le sue cravatte di Marinella a fiori', mi confidò sorridendo ad una colazione privata".  

Solo virtù, nessuna debolezza, Dominella? "Il presidente Napolitano era un uomo virtuoso - conclude - ma adorava i dolci, in particolar modo, la bavarese. Il mio dono quando ci incontravamo. Felice di essere stato, mi ripeteva sempre,seppur per poche ore, viziato".  

 

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