Sicurezza a Milano, l'ex sindaco Albertini: "Gabrielli? Bene il generale, ma le legioni?"
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Sicurezza a Milano, l'ex sindaco Albertini: "Gabrielli? Bene il generale, ma le legioni?"

Politica
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(Adnkronos) - "Un commento sulla nomina di Gabrielli? Naturalmente sono contento. Ho anzi già inviato un messaggio di congratulazioni al sindaco Sala per questa scelta assolutamente eccellente". La voce è quella di Gabriele Albertini, politico e imprenditore. Sindaco di Milano dalla fine degli anni '90 al 2006, Albertini commenta

all'Adnkronos la notizia che da giorni rimbalza nella città: la decisione di Palazzo Marino di affidare a Franco Gabrielli la delega alla sicurezza e alla coesione sociale. "Direi che nel panorama degli esperti della sicurezza Sala non poteva trovare di meglio: ex capo della polizia, già prefetto di Roma, sottosegretario con delega ai servizi. Insomma, un curriculum stellare. Anche se non lo conosco da vicino, se non per eventi ufficiali e per il suo operato nelle istituzioni, mi sembra che sul piano personale e umano sia la persona adatta, con la giusta sensibilità".  

Un giudizio positivo, quello dell'ex sindaco. Che, tuttavia, sottolinea come sia fondamentale parlare anche di risorse e di mezzi, e non solo di uomini al comando. "In una situazione di guerra alla criminalità, all'insicurezza e al degrado, oltre al generale, all'imperator o al legatus legionis - come potremmo definirlo - ci vogliono le legioni, cioè ci vogliono i mezzi", dice Albertini, usando metafore e immagini che riportano a un gusto per i fasti dell'antica Roma. Quindi si domanda: "Ci sono gli organici adeguati per le forze di polizia, anche locale?".  

Il suo è un punto di vista privilegiato. Albertini si è seduto due volte sullo scranno più importante di Palazzo Marino: la prima nel '97, la seconda nel 2001. Sempre per il centrodestra. Durante i suoi mandati, dice che l'attenzione per la sicurezza era alta. "C'è ancora un vigile di quartiere? Noi ne avevamo istituiti 500. E sarebbero dovuti arrivare a 1000. Non so se ce ne sono ancora o se è cambiato il loro profilo", rammenta. E poi snocciola il ricordo di altri progetti, pensati per migliorare la vivibilità cittadina. "Milano è abbastanza illuminata? Noi abbiamo fatto il piano urbano della luce, con 60.000 lampadine. Non so se ancora è così".  

Albertini racconta che durante la sua stagione politica milanese fu il primo sindaco di una grande città italiana a sottoscrivere un'importante intesa interforze per la sicurezza. Napolitano, allora ministro dell'Interno, sugellò come un notaio l'accordo. "Con l'allora prefetto Sorge, firmammo il protocollo per cui il sindaco di Milano e il prefetto della provincia co-presiedevano il comitato provinciale di ordine pubblico e sicurezza. Simbolicamente e fattualmente, voleva dire che tutte le istituzioni e le forze dell'ordine lavoravano insieme, con una centrale operativa unificata". 

 

La nomina di Gabrielli è stata contornata da polemiche. Diversi sono stati gli attacchi, provenienti soprattutto dal centrodestra, all'indirizzo del sindaco Sala. Per molti, la scelta di affidare un ruolo in Comune all'ex capo della polizia rappresenta un'ammissione dell'insicurezza che la città si trova a vivere e ad affrontare negli ultimi tempi. Per altri, invece, è il segno di un commissariamento dolce che colpisce l'attuale assessore dello stesso settore, Marco Granelli. "La lotta politica prevede che si debba pregiudizialmente criticare il governo, se si è all'opposizione. Non è un argomento nelle mie corde, però lo capisco", riflette Albertini. "Sulla questione dell'assessore, è indubbio che c'è una questione di compatibilità. Se il legatus legionis (Gabrielli, ndr) ha un ruolo effettivo, è chiaro che in questo caso l'assessore dedicato alla sicurezza è esautorato. Se invece il suo è un ruolo simbolico, è diverso. Sicuramente, Sala avrà parlato con Granelli, che avrà accettato una sorta di suddivisione dei ruoli con qualcuno che ha la competenza e l'esperienza di intervenire sui temi della sicurezza, pesanti e gravi".  

"Non siamo a Gotham city", ha scandito Gabrielli durante la conferenza stampa di lunedì. Ma come è cambiata la sicurezza a Milano dagli anni in cui Albertini era sindaco a oggi? La situazione è davvero peggiorata? "Oggi ci sono molti più problemi, per una serie di ragioni. In primis, certamente questo afflusso di immigrazione, che è difficilmente controllabile. Ci sono persone giovani, e quindi capaci di muoversi, che non hanno un lavoro, ma che hanno un vitto e alloggio gratuito. Devono passare 24 ore al giorno facendo qualcosa. E se non hanno un impiego, si sa bene cosa possono fare. E' indubbio che questo argomento è una causale nuova".  

Ma non solo. Milano è teatro di un fenomeno sempre più invasivo: quello della criminalità predatoria, delle baby gang. "Ci sono questi mini delinquenti: mini solo perché sono minorenni e non perché siano dei criminali minori. Appartengono anche a ceti sociali non infimi: non sono solo proletari, ma anche borghesi. Non hanno niente di meglio da fare che fare i raid punitivi, stile "Arancia meccanica", colpendo cittadini indifesi, magari nella loro intimità. Quello delle baby gang è un fenomeno endemico", dice Albertini. "Nei fatti e nel percepito, l'insicurezza è indubbiamente aumentata. Servono quindi ancora più risorse e più volontà politica di utilizzarle per fronteggiare questo fenomeno allargato". (di Marco Di Vincenzo) 

 

 

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