Anticamente il rumore era associato al caos e il caos a sua volta riconduceva o alle guerre o alla violenza perpetrata dalla Natura tramite cataclismi ed eventi estremi. Erano soliti i nostri predecessori inginocchiarsi e poggiare l'orecchio al suolo per cogliere il rumore dei soldati in arrivo e preparare le loro abitazioni alle orde di vandali e saccheggiatori.
Il Primo Medioevo conosciuto come Alto Medioevo fu imperversano da continui cicli di scorrerie barbariche provenienti dal Centro e dal Nord Europa. I Vichinghi scesi dalla fredda terra di Scandinavia erano interessati ad aprirsi un varco nel Mediterraneo dove il clima è sicuramente più mite e favorevole all'approvvigionamento delle risorse alimentari. Probabilmente la loro forza devastatrice fu stimolata dalla ferocia di cui si era macchiata la potenza conquistatrice romana. Erano stati proprio i Romani a spingere i popoli germanici e scandinavi verso l'Italia, popoli che si videro autorizzati ad applicare la stessa furia subita.
Il concetto di proprietà come principio porta ad alzare le barricate e fa sì che ci si ponga sulla difensiva. I confini si fanno più marcati e la definizione di popolo si lega ancor più al discorso delle radici, prendendo ancor più le distanze da "folla".
Se il popolo ha un suo orientamento prestabilito, la folla è tumulto e ferocia e nel termine è posta l'imprevedibilità e l'inaffidabiità della massa. È il misto che si ritrova al momento accomunato da esigenze comuni che poi svaniscono perché non sorrette da un lucido progetto. La folla è la mischia che acclama Gesù e che a distanza di pochi giorni urla "Barabba".
Spesso è composta da disperati pronti a soccombere al potente di turno che avanza promesse farlocche.
L'etimologia della parola folla è incerta. Alcuni studiosi la fanno derivare dal verbo latino "fullare: lavare i panni" perché anticamente le donne si accalcavano alla fonte per questo scopo. I panni di diversa provenienza venivano immersi nell'acqua e ciò spiegherebbe il riferimento alla mischia "fulla" già contenuto come attributo dall'acqua, in quanto regno primordiale dell'indistinto.
A mio avviso "folla" deriva dalla stessa radice di "popolo" che esprime il concetto di "più, molto" che ritroviamo anche nell'inglese "folk" e quindi in "folla". Alla stessa radice si riconduce sempre l'inglese "full: pieno" e il "folish" l'equivalente del nostro "folle". La folla è folle perché non ragiona ed è quindi imprevedibile. Dovremmo guardarci dalla folla perché in essa tutto può accadere in quanto senza principi. Nonostante venga accostata a "popolo" perché indica una moltitudine, è ingestibile e incontrollabile in quanto senza radici. Da qui il legame di "folla" a "foglia" che non mantiene una posizione fissa e si lascia condurre dal vento.
È interessante applicare queste differenziazioni al Vangelo. In Esso la folla ha sempre un significato negativo, altro è la moltitudine. Con questo termine si va a stabilire un nesso tra la quantità e la stabilità conferito dal radicamento. Dietro il significato di moltitudine c'è il riferimento a "popoli" ognuno distinto da propri principi. La moltitudine al plurale rafforza il concetto sopra espresso.