L'EVENTO. ''Giorgia'' sul filo di un incontro. L'ultimo corto di Jean Luc Servino
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L'EVENTO. ''Giorgia'' sul filo di un incontro. L'ultimo corto di Jean Luc Servino

L'EVENTO. “Giorgia” sul filo di un incontro. L'ultimo corto di Jean Luc Servino

Interviste e Recensioni
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Il cortometraggio è il concentrato in un brevissimo arco di tempo, di una storia raccontata nei suoi punti più salienti. Pertanto consta di un inizio, di una narrazione sintetica e di una fine.

“Giorgia” sul filo di un incontro. L'ultimo corto di Jean Luc Servino
“Giorgia” sul filo di un incontro. L'ultimo corto di Jean Luc Servino

 

 

Nella nostra società solita perdersi nell'intrico cieco di fronzoli, la ricerca dell'essenziale è una strada per poche anime e menti raffinate, capaci di cogliere e saper rendere un messaggio in modo diretto senza inutili e dannose dispersioni. Un tempo, e non mi riferisco solo ai suoi albori, il Cinema s'intratteneva in lunghi racconti o al contrario, si rendeva testimone con documentari ricchi di particolari della loro epoca. Ciò era evidenziato da una narrazione spesso espressa in forma celebrativa, attinente a un fenomeno sociale o a un evento. Oggi la frenesia della vita ci porta a riconsiderare il tempo in altra prospettiva, intendendolo un contenitore a cui consegnare quanti più momenti vissuti possibile in un concentrato di attimi difficili da raccogliere e da catalogare, in quanto la routine ci porta a disperdere segmenti di anima e trame di relazioni profonde. In tale prospettiva il cortometraggio risponde alle esigenze di quei registi che hanno acquisito una buona padronanza dello strumento visivo oltre a un'impronta stilistica netta. È il caso di Jean-Luc Servino, un regista giovane di età con una maturità stilistica consolidata, che con originalità sa imporsi nel panorama nazionale e internazionale del cortometraggio. Abbiamo avuto già modo di apprezzarlo nel suo recente lavoro Dear Gaia che ha visto la presenza dell'attore Giovanni Caso e del musicista Alberto Bellavia che ha composto la suggestiva colonna sonora. Il corto per tematiche e originalità di svolgimento ha concorso al David di Donatello e ha vinto il primo premio al Festival del Cortometraggio di Bari edizione gennaio 2020. Ha infine partecipato alla selezione del Festival internazionale del Cortometraggio di Clermont-Ferrand in Francia, risulta Migliore Cinematografia ai Los Angeles Film Awards 2019 e Miglior Regia in festival russo sempre nel 2019..

Mentre il mondo è frastornato dall'epidemia e sconcertato per il numero di morti che decresce ma non si arresta, e mentre l'Italia è chiusa nel suo meditabondo silenzio, il regista Servino ha continuato a produrre creativamente nel pieno rispetto delle misure restrittive, concentrandosi su una storia appresa dall'attore Giovanni Caso. La storia in questione è una di quelle che segnano e insegnano al di la' della comunicazione verbale e inducono a riflettere sulla morte e sulla sua subdola capacità di battere il tempo nella realizzazione di un qualsiasi obiettivo. Così nasce Giorgia, il corto che porta il nome della protagonista che conosciamo tramite il messaggiare cadenzato con l'amico Giovanni Caso che interpreta se stesso, nello scambio di messaggi avvenuto in chat con una certa Giorgia, sua estimatrice, con la quale decolla una sincera amicizia.

Giovanni Caso non è un attore come tanti. Il suo spessore umano lo porta a considerare in modo partecipato chiunque apra a lui la propria anima. Giovanni fa del lavoro la sua missione di vita e con quella profondità che lo caratterizza, conduce il filo della narrazione. Egli è pertanto l'unico personaggio a comparire, insieme al Presidente Conte inquadrato all'inizio del corto, mentre dichiara la chiusura di tutto il Paese in quella triste conferenza stampa del 9 marzo rimasta nella memoria di tutti noi. Giovanni spera di incontrare la sconosciuta Giorgia, passata l'epidemia. Trascorrono i giorni e lo scambio persiste, nonostante lei comunichi all'amico di avere una brutta tosse che cura, anche dietro consiglio di lui, con te verde e miele. Ci avviciniamo alla Pasqua e Conte agli Italiani riconferma le restrizioni anche nelle Festività, quando Giovanni decide di telefonare a Giorgia impensierito dal suo silenzio. È la prima telefonata a Giorgia. Gli risponde una voce femminile ma non è la sua, bensì della figlia. Eloquente l'espressione di lui mentre incalza la musica e dei numeri prendono a scorrere velocemente. Ogni numero e’ una persona, una vittima delle tante, mentre i numeri a cinque cifre continuano a crescere rappresentando la rapida ascesa di decessi causati dal Covid 19.

“Giorgia muore a casa e di Coronavirus. Non è l'unico ma uno dei tanti decessi da Covid avvenuti tra le mura domestiche”, precisa il regista.

“Il numero reale dei contagiati deceduti non in ospedale, ma in casa, non si conosce e questo e’ uno dei misteri non ancora chiariti riguardo all'epidemia e mi ha stimolato la creazione di questo corto. - E continua. - La protagonista della storia vera è Giorgia un'altra persona deceduta in altre circostanze e di un brutto male. Io e Giovanni Caso abbiamo deciso di trasporre la storia al tempo di oggi in cui si continua a morire anche a casa, di Coronavirus. Giorgia è pertanto una delle tante vittime che non fanno notizia.”

Il desiderio di quell'incontro cade poi nel nulla come si spezza la vita di Giorgia. E allora, il rimpianto di non aver fatto in tempo a realizzarlo, s'imprime sul volto di Giovanni che resta visibilmente sconvolto da quella verità che aveva cercato di rigettare.

In questo momento di raccoglimento sembra che a ognuno di noi sia stata concessa l'immobilità del tempo, il suo fluire calmo non di fiume in piena. Pertanto sembrerebbe che abbiamo l'opportunità di riflettere su di noi che in altre circostanze, mancando il tempo, non avremmo. E mentre nella riflessione accesa ci scopriamo persone, desideriamo il ritorno alla vita di sempre, al caos di ombre che ci fagocita, rendendoci numeri che corrono a gonfiare le sponde del consumismo.

Dov'è andata Giorgia? Non è forse tra un respiro e l'altro di quel tempo sospeso in cui distanti dalla giostra di rumori ritroviamo noi stessi? In quell'istante di timida luce in cui incrociamo il passo di noi, vagabondando al di qua della foga di accumulare e di nutrire la materia? Presto ritorneremo ai nostri impegni lasciati in sospeso, ma con la consapevolezza di una pienezza acquisita per tutte quelle anime crollate che si sono librate in volo negli spazi oltre il tempo, nel deserto di un oceano sconosciuto. E allora, forse capiremmo che la morte è l'occasione che abbiamo per ritrovarci negli occhi di chi nella luce spenta dell'informazione ha abbandonato il mondo.

“Giorgia" non si perderà per strada. Il capolavoro di Servino lo troveremo, passata l'emergenza, nei festival dei cortometraggi girati tra le pareti di casa al tempo del Coronavirus. Guardandolo, recupereremo quella parte di noi consumata che ci avrà tirato fuori per riprendere ad andare, si spera con un cuore e una coscienza diversi, per le vie di sempre.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.