La timbrica dei colori negli stati dell'essere. Le opere pittoriche di Vincenzo Bocciarelli
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La timbrica dei colori negli stati dell'essere. Le opere pittoriche di Vincenzo Bocciarelli

È insito negli attori il bisogno di comunicare. Sulla scena, come si alza il sipario, il corpo appare a incidere con gesti e parole il percorso del pensiero.

Che sia pennello carico di colori o penna vogliosa di vergare o danzatori che seguono il tempo cieco di una musica, l'attore è interprete di uno e più mondi. Il palcoscenico è metafora dell'ignoto e dell'incompiuto che viene ad essere accarezzato e compreso a fine spettacolo. Qui si esplica e spiega il desiderio inviolabile e sacro dell'attore di essere parte e artefice di plurime realtà da accompagnare saltellando sugli abissi del nulla. Il nulla è l'antetempore del pensiero, l'ouverture che da' lo slancio all’Indefinito perché si esprima. L'intangibile e’ pertanto desiderio espresso nei colori che si affastellano prima di prendere ciascuno il proprio posto nell'immaginario che li trasforma in fruibile realtà, sconfinando dal tempo.

Espressione del sincretismo che l'attore nutre dentro di sé e’ il talento versatile di Vincenzo Bocciarelli noto al pubblico del piccolo e grande schermo per le sue interpretazioni accattivanti sul piano emozionale. Come un condor che si spinga ad alta quota centrando con lo sguardo il sole, Vincenzo Bocciarelli sonda i vertiginosi spazi della terra e le ampiezze verticali del cielo spostando la prua della sua mente libera in più svariati non luoghi in cui farsi presente in infinite forme che tramutano in colore. Le sue opere pittoriche sono quindi espansione oltre quel limite in cui intingere il pennello, allo scopo di creare, reinventandosi in altro che sia quanto più assimilabile al fuoco nervoso di un tramonto o alle ombre brune della terra. La forma sembra scivolare nella pennellata passionale del colore che si accende nello sguardo di chi contempla l'opera.

E cosi, i volti sono espressioni e affacci su sentimenti assorti, maschere che pietrificano nel tempo i variabili stati dell’Essere. Sono volti e facce che ricalcano la vita che si consuma sulla scena. Dolore ed estasi sono le punte estreme che recano il silenzio assoluto che come una lama tagliente scalfisce la tavola facendo fuoriuscire il colore vivo. Le tonalità cromatiche appaiono orchestrate magistralmente nelle opere che riproducono i volti. Qui anche il bianco ha una sua profondità, nonostante non appaiano ombre.

Nelle opere di Bocciarelli tutto è luce e manca l'oscurità assordante della notte. La luce non sprofonda e nutre il nitore presente nell'interiorità dell'artista Vincenzo che conduce lontano, conservandosi. Nel quadro del tramonto il pittore contempla il sole abbagliante, quale un occhio raggiante. Le barche sembrano immobili nel bagliore di luce che si riflette sulle acque, assorbendo nel sole ogni tassello del magico mosaico. I colori qui sono specchio di una matura visione d'insieme, per cui la linea dell'orizzonte è una mera illusione nella lettura trasversale della realtà. La luce è nell'anima e viaggia per ogni dove assumendo la qualità dell'aria che si respira. La libertà è luce e slancio e in questo si spiega lo studio pittorico dei cavalli associati a quello spirito di libertà che è la molla creativa del vero artista.

  

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli