L'igiene personale e morale nel passaggio dal Settecento all'Ottocento
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L'igiene personale e morale nel passaggio dal Settecento all'Ottocento

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L'igiene nel passaggio dal Settecento all'Ottocento
L'igiene nel passaggio dal Settecento all'Ottocento

 

Il Settecento è il secolo dei lumi della ragione e di un mondo sommerso naufragato tra le ombre. L'Illuminismo che abbraccia il Settecento va visto come una conquista graduale e non come un'imposizione, a seguito degli errori commessi dalle dittature monarchiche. Segna pertanto un'epoca che vede in prima linea le conquiste sociali e non abbraccia solo la cultura, in quanto si propone come vessillo di cambiamento di ogni stile di vita.

Il primo baluardo a crollare dell'antico mondo nella campagna all'insegna del cambio di rotta verso una progressiva modernizzazione è Versailles.

Sulla più famosa reggia d'Europa sono fiorite storie e leggende tese a protrarre nel ricordo un paradiso appetibile e consegnato solo a una fetta di illustri nobili. Un luogo favoleggiato, un mondo di bellezza e splendore precluso alla fetta maggiore della società.

Il regno del re Sole era quanto di più lontano dai lumi dell'Illuminismo si potesse immaginare, contro il quale con una dialettica più che ironica intervengono i pensatori più audaci, demolendone il prestigio su tutti i fronti.

Versailles era il luogo dello squallore, dell'inesistente igiene fisica sostenuta da un'inesistente igiene morale. La stessa Maria Antonietta rivelò lamentandosi con la madre, Maria Teresa d'Austria nella costante corrispondenza di lettere, quale luogo marcio fosse e sotto tutti gli aspetti. "Ma come, hai la fortuna di essere la regina di Versailles e ti lamenti?" rintuzzava incredula l'imperatrice d'Austria, all'oscuro di quella realtà.

Versailles era un luogo untuoso e pernicioso e fu la causa del declino morale di Maria Antonietta. I nobili che in migliaia vivevano confinati al suo interno, offendevano in tutto i ceti inferiori assumendo comportamenti pratici altamente denigratori e offensivi in primo luogo della loro dignità. Non era ammesso lavarsi contrariamente agli umili costretti a farsi il bagno spesso e nella stessa acqua in cui si calavano i familiari più stretti. Si procedeva per gradi. I primi erano i capofamiglia, poi toccava ai figli maggiori e infine ai più piccoli che spesso morivano a causa dall'acqua sporca e maleodorante.

La mortalità era alta ovunque, anche a Versailles dove l'età media difficilmente superava i quarant'anni. I piccoli crescevano in un ambiente sudicio e malsano. La servitù non riusciva a tener testa ai comportamenti sbagliati e irriverenti dei nobili che usavano le tende per pulirsi il naso o le mani unte di escrementi. La puzza era talmente forte che il bel parco non riusciva a reprimerla. Le defecazioni eseguite nei vasi dove a turno si sedevano tutti, erano lanciate dalla finestra e spesso ricadevano sugli stessi ospiti.

La pulizia dei denti non esisteva e l'alitosi al seguito di carie e gengiviti era all'ordine del giorno. A vent'anni cadevano i primi denti e i sorrisi sfiorivano già nella prima età, ragion per cui era vietato sorridere nei dipinti.

Nel resto della Francia le cose erano leggermente diverse, ci si lavava un po' di più ma rimaneva la convinzione che l'acqua fosse la madre di tutte le malattie. La stessa convinzione regnava nel resto d'Europa dove però, specie tra gli Asburgo, l'acqua collegata all'igiene personale era sicuramente tenuta in buon conto.

L'atteggiamento dei nobili oziosi di Versailles è uno dei tratti che ha portato alle conseguenze estreme della Rivoluzione Francese. Era vista oltraggiosa verso i ceti bassi che lavoravano senza sosta e senza una dignitosa retribuzione. La dignità prima che la fame ha mosso Robespierre e gli altri fautori della rivoluzione. La dignità, questa illustre sconosciuta a Versailles dove al rincorrersi ripetitivo dei giorni tra gozzovigliate e balli come unica distrazione c'erano le scappatelle amorose che contribuivano di certo alla diffusione delle malattie mortali come la sifilide.

Viene da chiedersi cosa L'Ottocento abbia ereditato di quel mondo. Smorzati i lumi della rabbia prima che della ragione, sono sopravvissute le atmosfere da sogno reinterpretate nell'ottica della nuova coscienza romantica. Seguendo la stessa operazione attuata per il Medioevo è stato recuperato l'aspetto affascinante che si nasconde dietro le fughe amorose, fantasticando e deviandole dal loro giusto corso. I balli, la vita mondana hanno trovato il loro equilibrio insieme a una cura maggiore della persona. La riscoperta del piacere infuso dal contatto con la Natura tramite snche le belle uscite a cavallo e il richiamo alla mitologia delle divinità dell'acqua ha indotto alla riqualificazione dei buoni bagni caldi aromatizzati, ma rimaniamo ben lungi dal poter parlare di una vera e sana igiene della persona, sia nei ceti alti che in quelli più umili.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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