Dal bosco delle piccolezze al mondo ricreato. Come nasce il Liberty
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Dal bosco delle piccolezze al mondo ricreato. Come nasce il Liberty

Invito all'Arte
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Alfons Mucha, Frutta, 1897
Alfons Mucha, Frutta, 1897

 

Riconosciamo le farfalle dalla bellezza delle ali, tanto siamo da esse rapiti. Al punto da dimenticare di posare lo sguardo sul loro contorto corpo. Una corazza che aleggia nel vento della luce sorretta da decorate vele che la ingentiliscono e la umettano di straordinaria preziosità. E quanto sfugge alla vista, la Natura ci ripresenta di volta in volta, perché dall'alto delle carezze del sole ci addentriamo nel bosco delle piccolezze.

La maestosità delle invenzioni di fine Ottocento ha piano piano diseducato alla meticolosità che invece richiede la Natura. I movimenti leggeri che a lei ubbidiscono avrebbero nel tempo ceduto il passo allo sconforto dettato dai movimenti bruschiche la neociviltà avrebbe imposto, avanzando celermente verso i nuovi confini della robotica.

Se non ci fosse stato il Romanticismo, la furia del nuovo mondo avrebbe eclissato senza ostacoli la millenaria ubbidienza prestata al variopinto e multiforme mondo della natura, accelerando il processo della suddivisione scientifica del mondo per classi, nel segno di un disprezzo crescente verso la variopinta e mai esaustiva dimensione della vita.

Il treno sorretto dagli ideali romantici trasporta il vento delle epoche che scorrono visibili di lato ai finestrini, mescolandosi all'odore della vita che s'infila nel reale. Nella corsa risaltano i fasci di luce che tracciano armature antiche di probabili cavalieri d'oro che ritornano nel dormiveglia del passeggero assente al mondo. Scorci di cielo, carezze di prati a ruvide rocce d'un tratto cinte dall'abbraccio di porti mulinanti di gente bislacca e di colpo svuotata dal peso della vita in prossimità degli ampi varchi sull'oceano. E poi, sentinelle di alberi in cammino tra farfalle di luce che sfrigolano tra i rami, facendoci dimenticare il luccichio dei gioielli più preziosi.

Si è sempre colti di sorpresa guardando fuori la velocità che carica di ebbrezza ciò che prima si svolgeva lento o spento del tutto. C'è una magia nella velocità che insegue albe e tramonti col sipario del cielo che si solleva o si abbassa, con i suoi fasci di luce che si affievoliscono o sollevano come vele gonfiate dai salmastri cristalli del mare.

C'è un altro mondo che la velocità scopre o semplicemente risveglia, imprimendo tracce di magia sulla nuova arte che fiorisce. La libertà del Liberty, la meraviglia di una foresta intricata rapita dalla vista in fuga, altro da quella addomesticata dalla consuetudine di una rasserenante passeggiata tra gli alberi trova la sua sontuosa rappresentazione nell'Art Déco. I riflessi della luce frastagliata dai finestrini di un treno in corsa dà luogo alla scomposizione della vita, facendola regredire a una condizione semplice ed embrionale. Così rintraccia un alfabeto dimenticato che è possibile ancora recuperare dalle magnifiche vetrate delle cattedrali gotiche.

Che storia è quella ricamata dalla luce d'un tratto? Di quali vite racconta? C'è vita e natura negli stati sognanti che smembrano la mente in tasselli di colori poi ricomposti con la tecnica a piombatura su vetrate e preziosi lumi, ricalcando le emozioni di una foresta verde di colpo accarezzata e trasfusa nella marina vicina. Il Tiffany lascia vedere paesaggi che non sono illusione ma realtà vera in una nuova dimensione che rapisce la mente e s'imprime nella suggestione di momenti. Il colore ha il ticchettio della pioggia sui vetri di un qualunque pomeriggio brumoso trascorso a Parigi. Ogni intarsio ha un suo racconto e una traccia di stella scheggiata che aspetta un nuovo senso con cui venire raccontata. Una nuova illuminante lettura che sia credibile e la ricomponga.

Il Cubismo, il Futurismo, il Dadaismo non sarebbero nulla senza l'impronta magnetica del superato che ammonisce la società delle invenzioni più che delle scoperte, e spinge l'uomo a tuffarsi nella civiltà con uno sguardo alle spalle, affinché non dimentichi. Affinché non si spenga anche l'ultimo grido di quell'entusiasno libero che al galoppo lo ha spinto nel Novecento.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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