L'Ottocento tra superstizione e magia. L'impronta macabra che segna la Storia
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

L'Ottocento tra superstizione e magia. L'impronta macabra che segna la Storia

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Gravina in Puglia) - Portale della chiesa detta del Purgatorio
Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Gravina in Puglia) - Portale della chiesa detta del Purgatorio

 

Siamo soliti legare gli occhi al cielo. Sono le nostre finestre che mentre lo scrutano o si tuffano nell'anima dell'altro lasciano trasparire la loro interiorità. Sta a chi hanno di fronte riuscire a interpretare il loro linguaggio e ancor più, a separare la verità dalla menzogna. L'intelligenza da "intellegere" significa proprio leggere nell'altro quanto di vero c'è e separare la finzione dalla verità.

Gli occhi non mentono e appartiene ai giochi della seduzione nascondere il più possibile i sentimenti accendendo il desiderio carnale. Come ho già scritto in precedenza il Barocco pone l'accento sul gioco delle maschere renterpretando il Carnevale in chiave accattivante. Rivelare e nascondere equivaleva per la donna a irretire l'uomo con il proprio fascino e a trascinarlo in giochi di accesa passione al fine di legarlo a sé e ottenere più scopi. A questo venivano addestrare le prostitute del Seicento, spesso poco più che bambine coinvolte in situazioni ben più grandi di loro. In veri e propri intrighi in cui in virtù del.loro fascino eservitavano spesso il ruolo di spie.

Nell'Ottocento l'alta società diventa più guardinga. I giochi intriganti ma macabri che avevano legato il fascino femminile alla magia occulta dell'affascinazione, si diradano. La Magia acquista altri connotati e trova una sua giustificazione negli antichi culti pagani diventati oggetto di studio accademico oltreché di singoli appassionati. Per scoprire gli occhi nella loro rosa di significati oltreché simbolici dobbiamo aspettare i primi del Novecento e la psicanalisi junghiana, a seguito dell'importante eredità lasciata dal Romanticismo.

Guardare ma non guardare. Mostrare interesse senza rivelarlo fa parte di una cultura, quella romantica, in cui le donne tranne rare occasioni come un lutto familiare, rinunciano alla veletta, lasciando scoperti gli occhi. La veletta nera rimane un accessorio di grande suggestione passionale ma spesso si rivela utile a nascondere, soprattutto nelle donne altolocate sulla via del tramonto, le cosiddette zampe di gallina intorno agli occhi.

La magia passa attraverso gli occhi. È questa una delle convinzioni di cui si carica L'Ottocento superstizioso. Le donne sono armi segrete delle energie notturne che le utilizzano come tramite. Quanto il Seicento aveva messo al bando con l'Inquisizione, con L'Ottocento diventa connotativo proprio delle classi agiate e di quell'aristocrazia che si sente in disparte e in declino. Le grandi dinastie monarchiche come i Borbone, i Savoia, i Romanov avevano un rapporto molto stretto con la magia medianica. Sappiamo quale influenza ebbe nel bene e nel male la figura tuttora enigmatica di Rasputin sulla sorte dei Romanov e della Russia, determinando la fine dell'Impero zarista e l'avvento della dittatura sovietica. Riguardo ai Savoia la loro dipendenza dalle sedute spiritiche non è un mistero più per alcuno. A proposito dei Borbone, il rapporto con l'occultismo si fa davvero interessante in quanto adottato come strumento di potere per sedare il quarto stato. Come ben la storia ci ha trasmesso, la famiglia dei Borbone era molto cattolica ma di un Cattolicesimo oscuro, punteggiato di episodi di visioni e tanto altro. L'avversione ossessiva verso le forze del male che possono impadronirsi dell'uomo privo delle difese della Fede, deriva e dalla cultura spagnola e dalle contaminazioni con la realtà partenopea. I luoghi dell'Italia Meridionale interessati dalla dominazione borbonica hanno visto il proliferare di aneddoti e leggende sul diavolo e il regno dei Morti davvero inquietanti, così come inquietante era l'usanza diffusa nelle famiglie più abbienti di consacrarsi per generazioni al protettorato di un Santo o di una Santa. Questo fenomeno è dilagato con l'occupazione spagnola nei territori dell'Italia Meridionale tra il Cinquecento e il Seicento e si è consolidato dalla fine del Settecento sotto la dominazione borbonica. I territori maggiormente interessati spaziano dalla Campania, al Materano, all'entroterra murgiano, alla Calabria Centro Meridionale e a tutta la Sicilia.

Di particolare interesse il Materano e i territori gravinesi. La presenza delle grotte che la superstizione popolare volle abitate dal maligno, spinse lo sviluppo del culto di San Michele Arcangelo che dà il nome a uno degli ipogei più rinomati della zona delle grotte di Gravina di Puglia. La Chiesa della Madonna del Suffragio poi chiamata del Purgatorio che guarda verso l'area degli scavi, voluta dai duchi Orsini, storica famiglia di Gravina, come cappella di famiglia nel 1658 a seguito della peste che flagellò Napoli e uccise un duca degli Orsini, ci parla già nel prospetto facciale dell'impronta macabra della fede cristiana diffusa allora e perpetrata dalla dinastia dei Borbone. La Chiesa, sicuramente un capolavoro architettonico del Seicento, ha scolpiti sulla sommità delle due colonne della facciata principale, due scheletri a rappresentare la morte e il riscatto da essa che solo la preghiera può assicurare nel passaggio alla vita eterna. Un'altra chiesa del Purgatorio la ritroviamo nella vicina Matera nota per i suoi sassi.

La vessazione del popolo tramite l'arma delle superstizioni e di una fede punitiva è uno dei tratti forse più tristi dall'Ottocento, se lo leghiamo a determinate vicende storiche come ad esempio lo sbarco di Murat. Il re francese venne duramente avversato dal popolo calabrese dietro la cattiva pubblicità diramata da Ferdinando II di Borbone che lo presentò come il demonio in veste di usurpatore. Sappiamo bene la fine che fece Murat. Arduo è stato il lavoro che hanno dovuto affrontare gli storici per riconsegnarlo alla dignità ingiustamente estortagli.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001