L'INTERVISTA. Cinofilia e randagismo. Ne parliamo con Lara Dalloli
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L'INTERVISTA. Cinofilia e randagismo. Ne parliamo con Lara Dalloli

Ultimamente apprendiamo attraverso  i vari canali mediatici di casi sempre più  frequenti di aggessione da parte di cani ad altri cani o persone.

Tali episodi stanno producendo un certo allarmismo ingiustificato se consideriamo la forte detonazione reiterata che soprattutto le piattaforme social danno a queste  notizie. Il cane è entrato a far parte della cultura antropica attuale di pieno diritto, diventando protagonista della dimensione sociale  e privata delle persone, quasi fosse un accessorio di completamento.

Sorge spontanea quindi una domanda. Quanta consapevolezza abbiamo in merito al cane e alle sue esigenze? A vedere l’ormai incisiva espansione e radicalizzazione del fenomeno del randagismo,  direi molto bassa.

Di questo e di altri aspetti meritevoli di essere approfonditi e divulgati parleremo con la dott.ssa Lara Dalloli che insieme al suo compagno Riccardo   Artuso  ha fatto dell'interazione uomo cane una vera e propria ragione di vita. Entrambi addestratori ed educatori cinofili qualificati operano anche sul piano del volontariato tra l'Emilia Romagna e la Calabria avvalendosi della collaborazione di chiunque  abbia a cuore l'emergenza randagismo. Una volta presi, i cani randagi vengono affidati alle cure di famiglie o privati  interessati ad accoglierli o a quei volontari in grado di occuparsene, provvedendo innanzitutto alla sterilizzazione degli animali e poi a fornire le prime cure necessarie.

Lara, il cane é diventato ormai uno status symbol. Come mai? E come vedi questa realtà?

"Molto influisce la solitudine  che purtroppo oggi avanza tra le persone sempre più  private del calore umano. La diffusione dei social network ha tolto  quella possibilità di contatto affettivo che tanti ritrovano prendendo un cane. Quindi le  ragioni sono sicuramente positive. È il momento successivo che scatta con l'interazione uomo cane a presentare problemi.”

Cosa si aspetta una persona  dal proprio cane?

“Innanzitutto compagnia. Il cane non giudica, ti è vicino a prescindere da tutto. Non guarda se sei in ordine, presentabile oppure no, e ciò in una società invece sempre più concentrata sull'immagine e sull'importanza di apparire.”

Lara, quali sono i motivi che invece inducono  tanti proprietari a disfarsi del proprio cane?

“I fattori che  riscontriamo sono tanti, non ultimo la prestanza scarsa del cane da caccia che spinge il proprietario ad abbandonarlo. Pure il cucciolo ricevuto dal bambino in regalo diventa un caso ricorrente di abbandono, in quanto a lungo andare costituisce un impegno  gravoso per chi l'accudisce, specie se si tratta di un esemplare  femmina in gravidanza.”

Lara, adesso  ci soffermiamo sulla psicologia del cane. C'è  molto da dire a riguardo, in base anche all'interazione uomo animale. Giusto?

“Sicuramente. Partiamo dal presupposto che l'uomo per sua natura è egoista ed  egocentrico. Vuole sempre stare al centro dell'attenzione anche nel suo rapporto col cane, trascurando così  i suoi bisogni etologici che concernono l'habitat e quelli  peculiari della razza vera e propria. Un cane da caccia ad esempio, sa di avere un proprio ruolo che se non rispettato e assecondato dal padrone può destabilizzare il cane stesso e il loro rapporto.”

Certo. A proposito di quanto da te ora esposto, quando il cane diventa aggressivo?

“È giusto premettere che il cane all'origine non era un animale domestico e quindi é abituato tuttora a vivere all'aperto. Se e’ cresciuto in famiglia ha bisogno di regole, altrimenti  nel tempo al primo comando impostogli puo’ arrivare a mordere finanche il padrone. È  questo uno dei motivi per cui un addestratore cinofilo  deve imporre al potenziale padrone una serie di regole, almeno  sei.  Sono i padroni a fare i cani e non il contrario, ecco perché è indispensabile intervenire prima su di loro.  Premesso questo, rispondo alla domanda dicendo che il cane diventa  aggressivo quando si sente in pericolo. Non aggredisce d'impatto, è  bene specificarlo. All'attacco preferisce la fuga.”

In base a quanto ora da te spiegato, esiste una differenza comportamentale tra il cane domestico e il randagio?

“Il luogo comune che vede il randagio  aggressivo va sventato. Il randagio  aggredisce solo quando vede un.oggetto in movimento, ad esempio un ciclista che pedala su un sentiero  isolato. La bicicletta è un oggetto in fuga che fa scattare in lui l'immagine  della preda. Lo stesso  meccanismo  scatta quando il cane vede un gatto. Con le giuste regole l'istinto predatorio non si riesce a eliminarlo ma sicuramente  a correggerlo.”

Veniamo ora alla parte giuridica. Esiste in Italia una legge contro il randagismo?

“I provvedimenti variano a seconda delle regioni. La regione  Calabria ad esempio ha varato una legge contro questo  fenomeno  ben dettagliata ma non s'impegna  affatto per la sua applicazione  e infatti, è  molto.presente la piaga del randagismo. Se venisse messa in pratica sarebbe un modello per tutte le altre regioni.”

Secondo te, come si puo’ arginare il randagismo?

“Innanzitutto promuovendo e diffondendo la cultura cinofila. Battere sul fronte dell'informazione a iniziare dalla divulgazione dell'importanza della sterilizzazione dei cani. Molti privati pensano che adottare un cane sia occuparsi del suo sostentamento basilare attraverso la somministrazione dI cibo e acqua. Adottare un cane e allevarlo significa ben altro! Ossia rispettare un programma di cure completo a iniziare da quello sanitario. Quanti non proprietari in realtà  si preoccupano di far sterilizzare  il cane  che sosta fuori dal cancello? Da noi in Emilia Romagna le Asl esplicano anche questa funzione. Se  in Calabria e nel Sud si ricorresse alla sterilizzazione, il randagismo  nell'arco di15 anni sparirebbe. In quanti in Calabria microcippano il loro cane o rispettano il programma di vaccinazioni? Ovunque in Italia è carente una cultura dell'igiene come ordine mentale. Al Sud manca del tutto.”

Ringrazio la dott.ssa Lara Dalloli che ci ha addentrati nel fantastico mondo del cane, un universo  che  ci riguarda  da vicino eppure, per colpa della nostra insensibilità, tanto distante...e rifletto sull'ultimo concetto da lei espresso. Cosa significa igiene  mentale? Non è  forse l'apertura  a una forma di cura verso se stessi e il proprio  ambiente che accoglie anche l'altro? La gente comunemente  qui al Sud associa l'igiene alla cura del corpo e delle cose personali, trascurando ciò che è oltre i confini di propria pertinenza. Gli animali, la Natura  non rientrano in quest'ordine di cose, eppure è o non é  il Sud terra di accoglienza  di chiunque venga  con l'intenzione di conoscerlo e scoprirlo?

Il mio augurio  sincero è  che la porta spalancata sul fenomeno del  randagismo, da me particolarmente avvertito, aiuti a riconsiderare l'ambiente  in cui viviamo e ad  avvicinarlo col massimo  rispetto.

 

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