Noi da sempre camminiamo sui principi spianati da chi ci ha preceduti. Un principio salva intere generazioni. Un desiderio uccide tutto. Dovremmo imparare a discernere ciò che è principio da ciò che è desiderio. Il desiderio è la caduta di una stella.
Un principio sopravvive alle singole vite e va oltre noi. Il dramma della nostra civiltà è che l'uomo ha creato più desideri di principi e i desideri sono la caduta delle stelle se non si traducono in fatti e per tradursi in fatti devono essere sorretti dai principi.
Il fatto è sostanza e impronta.
Con l'avvento della cibernetica l'uomo si è legato all'attimo. Ha smesso di pensare in rapporto all'eternità. Basta il click di un momento a cancellare il percorso fatto e riportato nel computer. Basta il click di un virus ad azzerare tutto. Ed è quanto stiamo vivendo noi a proposito di questa pandemia. Il virus ha cancellato impronte di umanità che evidentemente non c'erano già più, distrutte dal Globalismo. Quel senso di appartenenza è stato sopraffatto dallo sradicamento del senso di comunità. Abbiamo perso tutto, ma forse il processo disgregativo iniziato tempo prima ci ha portati a considerare tutto merce da acquisire, a iniziare dalla libertà che si ottiene oggi dietro il consenso di chi comanda.
Oggi esistono solo doveri e non più diritti. È un dovere la libertà che va inserita nei recinti del se e del però. È un dovere la vita non più dell'individuo ma dello stato.
Questo è diventato l'Occidente. Una costellazione di stati che si abbracciano solo sul fronte di interessi comuni e che ti lasciano a solo con l'acqua alla gola se chiedi aiuto e dimostri la fallimentarietà della propaganda che regge il tutto.
Questo è l'Occidente e chiediamoci se sia un bene.
L'invasione da parte di Putin in Ucraina dovrebbe portare tutti a lunghe riflessioni. Non ultime Europa e America.