Il restauro conservativo. Mani invisibili. A lezione presso i laboratori di Palazzo Spinelli Firenze
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Il restauro conservativo. Mani invisibili. A lezione presso i laboratori di Palazzo Spinelli Firenze

Il senso della vita
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Il restauro conservativo. Mani invisibili. A lezione presso i laboratori di Palazzo Spinelli Firenze
Il restauro conservativo. Mani invisibili. A lezione presso i laboratori di Palazzo Spinelli Firenze

 

Spira uno zefiro ed un aquilone amico volteggia nell’aria! Una macchia di colore ed una forma leggiadra! Il piccino come il grande si diverte a farla danzare! Il corpo si anima e pure lo sguardo che si innalza alla volta celeste.

Il pensiero ed i pensieri cangianti paiono ricordare gli aquiloni che ondeggiano in un mare di azzurro innocente.

Chi cammina, col passo cadenzato, par non distogliere lo sguardo dal pensiero forgiato. Lo insegue come appeso e sospeso ad un filo, fino a quando il filo sfugge di mano, e lascia volare il pensiero lontano!

Talvolta, la maglia del pensiero intricato, si arruffa - come la tela di un ragno - al folto del verde, dove il piede che incede, ha condotto l’intrepido pensante!

Che fatica, col caldo, sciogliere i nodi dei pensieri ostili ed insidiosi. È meglio, a quel punto, poggiare lo sguardo al verde maestoso che si pone innanzi allo sguardo!

Tanto tipo di verde! Alberi novelli e piante, da tanto, esistenti. La giovane vita è esile e mite. Induce a chiederci, se resisterà alla vita che passa. Necessita acqua più della sua amica vetusta ed un palo di sostegno affinché non si pieghi mentre diventa più grande.

Chi cammina osserva il paesaggio; ammirandolo i pensieri volano via.

Una panchina invoglia spesso a sedersi; ancor più una grande e comoda panchina - sotto una folta chioma - di un albero antico.

Un girotondo si compie attorno al tronco imponente. Le radici sfuggono allo sguardo, sono imboscate in fondo alla terra, dove nessuno è capace di andare.

La mano accarezza il tronco ridente! La schiena si appoggia all'albero e cerca equilibrio e riposo. Le braccia si aprono e abbracciano il fusto, ma, son troppo corte, per cingerlo tutto.

La mente par farsi più lenta ed il corpo più quieto come pure il respiro.

La panchina par un buon posto dove coricare le membra e far vagare lo sguardo fra i rami imponenti dell’albero saggio.

Un ombrello di chioma ricopre il riposante e altri rami salgono al cielo. Foglie giovani e vetuste appaiono. Il colore e la grandezza ci dice di loro.

I nuovi ramoscelli ondeggiano nell’aria!

Passerotti, piccioni, upupe volteggian felici. Qualche uccellino, dal ciuffo scomposto, atterra in cerca di cibo. Che sicurezza e senso di continuità dona la pianta.

A colui che riposa sereno vien da pensare di poter essere come un ramo di un albero umano che dalle origini del mondo prosegue il cammino avviato dai padri dispersi, i cui nomi si perdon nei secoli,e solo le gesta son conosciute a chi si prende la briga di studiare il passato.

Questo enorme albero sano, possiede un fratello azzoppato! Sostenuto da un ponteggio e sventrato in parte, in un fianco.

Una caria si era infiltrata dentro alla parte nascosta del suo legno vetusto.

La caria asportata, insieme ad una parte di tronco, ha consentito di poter osservare e conoscere l’interno e come è composto.

La linfa vitale continua e si espande.

Questo che avviene in natura, si realizza pure nell’arte.

Il passato artistico si concede allo sguardo dell’appassionato dell’arte perché il tempo non ha leso l’opera o grazie all’aiuto di mani invisibili che portano a nuova vita, salvano e consegnano al presente ed al futuro, dopo un restauro conservativo, un opera d’arte.

Il video che vi presentiamo oggi si è svolto presso i laboratori di Palazzo Spinelli (Istituto per l’Arte ed il Restauro): L’alta formazione nel restauro e nei beni culturali. A tenerci lezione i vari docenti restauratori. I professori ci insegneranno alcune tecniche di restauro conservativo in presenza dei loro allievi provenienti da ogni parte del mondo. È da sottolineare che l’Italia ha un patrimonio artistico e storico di eccezionale rilievo che, tra l’altro, vede una rete di ben cinquemila tra musei e aree archeologiche e comprende 58 sedi dichiarate dall’Unesco "di eccezionale valore universale".

Questo sistema fatto di monumenti, chiese e istituzioni museali, tra l’altro attira turisti per circa 10 miliardi di euro l’anno. In altri termini si tratta di un patrimonio che, se da una parte è testimonianza altissima della cultura occidentale, dall’altra rappresenta - come spesso sentiamo ripetere - una straordinaria risorsa per l’economia del nostro Paese.

Valorizzare e rendere fruibili tali beni comporta ovviamente ingenti investimenti finalizzati alla manutenzione e al restauro, con la conseguente necessità di figure professionali che possono vantare una formazione nella quale le conoscenze storico-artistiche (e in più generale umanistiche) trovino equilibrio con competenze tecniche e scientifiche e, ovviamente, con elevate capacità operative e manageriali.

L’istituto per l’Arte ed il Restauro di Palazzo Spinelli, nasce il 26 settembre del 1976 ed opera sia come centro di formazione, specializzazione e aggiornamento professionale nel settore della conservazione e del restauro del patrimonio culturale mondiale, sia come centro di consulenza e restauro per conto di enti pubblici e privati.

La mission dell’Istituto è di contribuire, attraverso l’azione diretta e tramite la formazione di professionisti, all’educazione e alla fruizione consapevole del patrimonio artistico e culturale dell’Umanità sviluppando, assieme a tutti gli operatori coinvolti, modelli di governance diretti ad accrescere il senso di appartenenza, l’interesse, il rispetto e la consapevolezza della propria e dell’altrui cultura.

Per raggiungere tali obbiettivi l’Istituto opera a livello internazionale.

La scuola rappresenta un modello, per consegnare un passato al contemporaneo e al futuro, una scuola di arte, ma può essere anche intesa come una “bottega, officina” dove in modo celato, mani invisibili, dal volto e nome ignoto, operano a contatto con l’artista scomparso, cercando di leggere la sua opera e consegnarla al fruitore, nel modo più integro possibile.

Occorre molta umiltà, farsi da parte e porsi in sintonia, se non in simbiosi, con l’artista in questione.

È un mondo che ridesta l’osservazione, l’apertura al presente, alla presenza, allo studio e alla manualità.

Rende noto il passato e pone il restauratore ad operare in sinergia ed in equipe con chimici, storici dell’arte, espositori… Un ampio ventaglio di conoscenze occorrono affinché un patrimonio culturale possa essere trasmesso di generazione in generazione… Questo patrimonio, se ben valorizzato, può aiutare anche l’artista contemporaneo a diventare un anello di congiunzione tra passato e futuro.

Un artista che si avvia sulla sua strada, privo di conoscenze provenienti da chi ci ha preceduto, sia per le tecniche sia per i contenuti artistici, rischia di diventare un albero arido, se non secco…

Interessante è lo studio della metodologia del restauro dal passato ad oggi. “Il restauro costituisce il momento metodologico dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro.” Cesare Brandi "Concetto del restauro" in Enciclopedia Universale dell’Arte, 1963. Si ripara un oggetto qualsiasi e si restaura un oggetto di valore…

Queste braccia dell’albero della conoscenza, ci riportano a ripescare un libro che ha fatto storia ed ha segnato un’epoca! Il testo è “IL RAMO D’ORO” di James G. Frazer che si è ispirato per il titolo ad una pittura di William Turner

«…quale colore avrà la ragnatela che il fato sta ora intrecciando sul telaio del tempo? Sarà bianca o rossa? Non lo sappiamo. Una pallida, tremante luce illumina le parti già ordite. Il resto è avvolto nell'oscurità, nella nebbia. (James Frazer, "Il ramo d'oro")

In questa opera monumentale e ricolma di meraviglia si riporta dalla descrizione del risvolto di copertina:

“La lunga strada, che partendo dai boschi di Nemi - la scena, nei tempi antichi, della strana e ricorrente tragedia del “ramo d’oro” - attraverso la giungla primitiva, il deserto, la palude, l’isola dei mari del Sud, le steppe dell’Asia e le praterie dell’America, ci conduce con il Frazer alla comprensione graduale del cuore umano e della mente umana, è forse la massima odissea scientifica dell’umanesimo moderno.

Frazer ha il potere proprio dell’artista di creare un mondo con la immaginazione; e la discriminazione intuitiva del vero scienziato tra ciò che è fondamentale e ciò che è secondario. Dalla sua prima virtù viene il fascino del suo stile, la sua capacità di ravvivare i legami incolori dei fatti etnografici in una narrazione drammatica; dal suo senso empirico la capacità di percorrere la letteratura etnografica ed estrarre da essa i fatti e la verità della magia o della religione, della parentela di sangue o del toteismo, le realtà vive e palpitanti dei desideri, delle credenze e degli interessi umani.” (Bronislaw Malinowski)

E si apre il testo apprendendo del re del bosco nascosto nella fitta chioma del lago di Nemi fra i colli Albani. Gli antichi chiamavano il lago “lo specchio di Diana”.

In un tempo assai remoto, durante le feste annuali, il 13 agosto, nel tempo più caldo dell’anno, il suo bosco splendeva tutto d’una moltitudine di fiaccole, il cui rosso bagliore si rifletteva nel lago, e per tutta quanta l’Italia quel giorno veniva celebrato in ogni domestico focolare con riti sacri. Ci viene descritto con dovizia di particolari ciò che avveniva…

E così scrive il Frazer: “...Se così è, è evidente l’analogia tra questa consetudine è la pratica cattolica dei ceri sacri...” Il libro ci riporta da un richiamo all’altro, in giro per il mondo, nel cammino dell’uomo per rendere sempre viva la tradizione nella sua linfa vitale, quella linfa vitale che fa crescere l’albero forte, possente, sicuro per sè e chi vi passa e irradia i suoi rami, in pura continuità, tra passato, presente, futuro. Questo albero è anche metafora del viaggio del mondo e del singolo dagli inferi al cielo.

A Nemi, oggi, dall’alto sul lago, vi è un piccolo giardino di una Chiesa antica che accoglie una icona vetusta di una Madonna nera e un crocifisso ligneo dove il Cristo, se guardato da vicino, da un lato par piangere e dall’altro par ridere. Il viaggio dell’umanità, che attraverso la tradizione, riporta a nuova vita il passato, ma dona al contemporaneo un cero, una luce, da trasmettere a chi abiterà il futuro, se desideriamo che l’albero della conoscenza arrivi a toccare e fondersi col cielo. I rami "deboli" si troncheranno con le intemperie naturali...

VIDEO. Il restauro conservativo. Mani invisibili. A lezione presso i laboratori di Palazzo Spinelli Firenze (Istituto Alta Formazione per l’Arte e il Restauro)

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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