Tra Jazz, Bossa Nova e la poetica di De Andre'
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Sab, Mag

Tra Jazz, Bossa Nova e la poetica di De Andre'

La Bossa Nova, ovvero il samba incontra il jazz

Il senso della vita
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Eccoci a presentarvi: Un'intima conversazione tra Jazz, Bossa Nova e la poetica di De Andrè.
Nel video a parlarne con noi Barbara Martini e Riccardo Bianchi che con l’occasione presentano i loro due ultimissimi CD "The magic into" e "La voce del poeta" Omaggio a De Andrè.

De Andrè
De Andrè

 

Barbara Martini, ha svolto l’attività di cantante e pianista a livello professionale come concertista e insegnante in varie scuole fiorentine e su tutto il territorio italiano con specializzazione nel repertorio jazz. Lavora da 20 anni con il Reiki, la voce e l’art-counseling, conducendo seminari e sessioni private attraverso la pratica della terapia vibrazionale, dello empowerment e della creatività che ha chiamato "La voce: una casa per l’anima", un viaggio alla riscoperta del proprio talento interiore con particolare attenzione alle aree della voce e della scrittura.  Negli ultimi anni si è dedicata a raccontare la sua storia e le storie delle donne che ha incontrato nel corso della sua vita, e questo viaggio interiore si è trasformato in un libro "Donne nascoste. Ritratti di vite in bianco e nero", edito da Infinito e nella pièce teatrale omonima, liberamente tratta dal testo.

Barbara Martini e Riccardo Bianchi
Barbara Martini e Riccardo Bianchi

 

Riccardo Bianchi, invece, nato a Cremona nel 1957. Studia chitarra classica con Umberto Sterzati e Jazz alla Scuola Jazz Cremona di Nino Donzelli. Esordisce nell'orchestra estiva di Giorgio Gaslini. Dal '79 in poi suona in gruppi stabili, progetti discografici e collaborazioni saltuarie con diversi musicisti italiani e stranieri fra cui Enrico Rava, Tino Tracanna, Furio di Castri, Roberto Gatto, Franco e Stefano Cerri, Steve Swallow, Sandro Gibellini, Roberto Cipelli, Tiziana Ghiglioni, Tiziana Simona, Kenny Wheeler, Luca Flores, Giulio Visibelli, Norma Winstone, Stefano Cantini, Piero Borri, Lello Pareti, Rosario Bonaccorso, Marco Micheli, Fabio Morgera, Walter Paoli, Ettore Fioravanti, Dave Holland, J. J. Avenel, Matthias Schubert, Sean Bergin, Claudio Fasoli, Luca Campioni, Massimo Colombo, Barbara Casini, Roberto Martinelli, Marco Ricci, Stefano Bagnoli, Giorgio di Tullio, Bruno Tommaso Big Band, Roberto della Grotta, Guido Mazzon, Intra Civica Jazz Band, Mauro Negri, Bruno Aragosti, Tiziano Tononi. insegna chitarra jazz ai CIVICI CORSI di JAZZ di Milano, al Conservatorio Paganini di Genova e al Conservatorio Vittadini di Pavia. Ha insegnato ai corsi invernali di SIENA JAZZ, al Conservatorio di Musica Nicolini di Piacenza, al Conservatorio Verdi di Como, al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, al Conservatorio Puccini di La Spezia, al Conservatorio Licino Refice di Frosinone, al Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto e all'Istituto Musicale Mascagni di Livorno.

Nel corso della nostra conversazione ci siamo soffermati a parlare del Jazz, della improvvisazione, della bellezza e della poetica intrisa nella "saudade" e nella sensualità che si effonde dalle note della Bossa Nova, basti pensare a Garota de Ipanema, manifesto di tale arte, vero inno alla bellezza, alla grazia, all'amore che possiedono il potere dirompente di trasformare il mondo all'istante e la poetica di De Andrè. Di quest’ultimo vorremmo mettere in risalto l’importanza che rivestì per lui non solo George Brassens ma il testo di Max Stirner: L’unico e la sua proprietà, un testo che fu fondamentale anche per Ernst Jünger. Un'indagine accurata, senza mezzi termini, su come l’uomo può realmente divenire libero e in che modo anche nei confronti dello Stato. Un testo che cerca di squarciare le ipocrisie, le falsità che sempre rendono pregna l’esistenza umana ed i rapporti col prossimo e le istituzioni. Un saggio molto graffiante che taluni considerano un delirio, ma che tutt’ora arricchirà di spunti di riflessione chi medita sul senso della libertà…

Importante fu anche il rapporto di De Andrè con Fernanda Pivano, celebre nome nel panorama della cultura del nostro paese sia come traduttrice dall’inglese di testi importanti, sia come critica musicale, scrittrice, giornalista.

Il nostro incontro con Barbara e Riccardo ha riportato la magia dell’incontro, la magia dello stare insieme, la magia che si effonde dalla musica, dal canto e dall’intimità che si ritrova nel genere brasiliano e anche in De Andrè e con il desiderio di ritrovarci insieme avvolti nella magia e perciò, presso il nostro centro studi, nel nostro salotto, ascolteremo insieme - a chi fra voi desidererà partecipare - la presentazione dei due CD di Barbara Martini e Riccardo Bianchi.

Questo concerto è all’insegna dello schiudersi al desiderio di stare insieme nonostante le molteplici difficoltà che ognuno prova - sempre più - a stare in compagnia di altri.

Attraverso l’ascolto della musica, speriamo, che gli angoli potranno venire smussati ed il calore delle musiche riscaldare i nostri cuori ed effodere benessere.

Per iniziarci a questo proposito un passo di Ernst Jünger tratto da Il Cuore Avventuroso dal titolo. L’eco delle immagini

Rio

…Solo nel tardo pomeriggio mi destai come da un sogno nel quale avevo dimenticato di mangiare e di bere, e sentivo che lo spirito cominciava ad affaticarsi sotto la profusione delle immagini. Eppure non riuscivo a separarmene, e mi comportavo da spilorcio col mio tempo. Senza concedermi sosta svoltai in strade e piazze sempre nuove.

Ma presto mi parve che i miei passi divenissero più leggeri e che la città mutasse aspetto, stranamente. Nello stesso tempo, mutò il mio modo di vedere: mentre fino a quel momento avevo dissipato gli sguardi nella visione del nuovo e dell’ignoto, ora le immagini penetrarono in me senza sforzo. Ora, poi, mi erano note; mi sembrarono ricordi, composizioni di me stesso. Strumentai il mio umore a piacere, come uno che vada a passeggio con la bacchetta direttoriale e, gesticolando con essa in questa o in quella direzione, faccia musica col mondo.

Ebbi allora la sensazione di essere ospite nella casa del ricco ed in quella del povero, e l’accattone che mi rivolse la parola mi tese un servizio, dandomi l’occasione di confermarlo. In punti dei quali lo sguardo abbraccia la città come un anfiteatro, mi venne in mente che quella città era come un edificio cementato con la Malta di molte razze, fitte come sciami di api, e che tuttavia uno spirito aveva fatto sorgere quell’edificio come il sogno di una notte, e non soltanto come dimora per essere umani. Anche le ostriche perlifere vengono costruite faticosamente da stratificazioni, ma non è in questo il loro valore.

La sera, in un caffè presso Copacabana, meditavo su queste relazioni. Pensai che esiste un’eco non soltanto per l’orecchio, ma anche per l’occhio: anche le immagini che osserviamo richiamano una rima. E come per ogni eco esistono relazioni sonore particolarmente favorevoli, così qui è la bellezza che risuona con maggiore forza.

Ma, in formula più semplice e precisa, le cose si presentano in questo modo: con lo sguardo profondo e gioioso che rivolgiamo alle immagini, noi offriamo un sacrificio, e ogni volta siamo esauditi secondo il valore della nostra offerta.

E dopo questo grande insegnamento da parte di Jünger dato che la nostra conversazione ed il concerto saranno per cogliere la magia che permea il mondo e le relazioni un ultimo testo per concludere: Aelredo di Rievaulx L’amicizia spirituale

"Eccoci qui, io e te, e spero ci sia un terzo in mezzo a noi, il Cristo. Non c’è nessuno che possa infastidirci, nessuno che possa interrompere il nostro conversare da amici…"

Dal retro di copertina del testo: Aelredo di Rievaulx ( 1110-1167) è a buon diritto passato alla storia come "dottore dell’amicizia". Questo abate saggio, mite, cordiale, ha lanciato nel turbolento secolo XII un messaggio ricco di una forza incontenibile: l’amore e l’amicizia sono la gioia più grande della vita.

In quanto esperienza di sintonia che vive di gratuita, in un libero e gioioso darsi l’uno all’altro, come risposta appagante al bisogno di essere amanti e di amare, l’amicizia spirituale è si rara e selettiva, ma diventa anche una potente risorsa contro tutto ciò che ci affligge. E comunque può essere una scala che ci conduce a Dio, perché "si può passare più facilmente dall’amicizia umana a quella per Dio stesso in ragione della somiglianza che esiste tra le due".

VIDEO Una conversazione tra Jazz, Bossa Nova e la poetica di De André - Barbara Martini e Riccardo Bianchi

 

Leggi anche: Associazione Eumeswil


 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

 

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