Da Olgiate Comasco pellegrini a Monza devoti a San Gerardo
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
03
Ven, Mag

Da Olgiate Comasco pellegrini a Monza devoti a San Gerardo

Immediapress
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Giovedì 25 aprile la comunità olgiatese rinnova l’antico voto espresso quando, per intercessione del Santo, fu debellato un gravissimo morbo. Il pellegrinaggio si concluderà con la Messa presieduta dall’Arcivescovo di Milano Mario Delpini 

23 aprile 2024. Il prossimo 25 aprile,

mantenendo fede ad un voto risalente al 1207, per la 817° volta la parrocchia dei SS. Ippolito e Cassiano martiri , si recherà in pellegrinaggio a Monza, dove è conservata l’urna di san Gerardo de’ Tintori. Il pellegrinaggio, quest’anno, vedrà la celebrazione conclusiva presieduta dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. 

Nella Chiesa di Olgiate Comasco diocesi di Como.è ancora vivo il ricordo della “settimana gerardiana” celebrata lo scorso mese di ottobre, quando l’urna contenente le spoglie di san Gerardo è stata accolta con grande commozione e larga partecipazione popolare nella chiesa dei SS. Ippolito e Cassiano. Per i fedeli olgiatesi più anziani si è trattato di rivivere momenti del lontano 1946, per i più giovani è stata invece l’occasione per conoscere la figura di questo santo e scoprirne le virtù.  

Accingendosi al pellegrinaggio a Monza è opportuno ricordare le parole espresse dal parroco don Flavio Crosta all’arrivo dell’urna ad Olgiate: “Il fatto che accogliamo le spoglie mortali di san Gerardo tra noi significa non tanto ospitare qualcosa di storico, bello e sacro da venerare e omaggiare con le nostre preghiere e i nostri canti, ma qualcuno, una persona, che anche a distanza di molti secoli, porta con sé la sua storia, la sua fede, la sua umanità, e attraverso di esse ci parla e ci provoca”. E’ la disposizione d’animo da tenere recandosi in pellegrinaggio a Monza: storia, fede e umanità di san Gerardo continuano a provocare chiunque intenda approfondirne la conoscenza.  

Gerardo de’ Tintori nacque a Monza nel 1134, da famiglia benestante, poco prima che la città fosse colpita dalla carestia causata dall’invasione di grossi bruchi e funestata da un morbo maligno. Una situazione già di per sé difficile, aggravata da scontri e violenze in seguito all’invasione delle truppe di Federico Barbarossa. Il giovane Gerardo constatò così la sofferenza di tante vittime innocenti e soprattutto indigenti. La sua famiglia poteva disporre delle ricchezze derivanti da un’attività redditizia, di cui Gerardo fu interamente beneficiario alla morte del padre. Formato agli insegnamenti del Vangelo e alla fede in Cristo, decise di devolvere tutti i beni a favore dei poveri e particolarmente degli ammalati realizzando nella sua dimora quello che può considerarsi un vero e proprio ospedale. Una scelta di vita virtuosa, non soltanto per le opere di carità, ma anche per la volontà di mettersi alla sequela di Cristo: Gerardo operò miracoli e a tal proposito esistono testimonianze, tanto che quando morì, il 6 giugno 1206, in odore di santità, la fama delle sue opere si diffuso rapidamente. Vi contribuì in particolare la miracolosa liberazione, ottenuta per sua intercessione, della popolazione di Olgiate Comasco dal morbo della syncoposis, malattia che si manifestava con sintomi analoghi a quelli della follia. Fu Manfredo Settala, un eremita ticinese, di Riva S. Vitale, a suggerire di recarsi in preghiera sulla tomba di Gerardo, morto circa quaranta giorni prima. Giunti a Monza, gli olgiatesi ne riesumarono le spoglie portandole in processione nella vicina chiesa di S. Ambrogio (che successivamente sarà dedicata proprio a S. Gerardo) e già sulla strada del ritorno furono raggiunti da concittadini con l’annuncio gioioso che il morbo era stato debellato. Per questo la popolazione di Olgiate promise di recarsi annualmente alla tomba di Gerardo, il 25 aprile, giorno della festa di S. Marco. Quest’anno 2024, per la 817° volta manterranno fede alla promessa, si recheranno a Monza nei modi più diversi, secondo tradizione, chi a piedi, con una marcia di circa 6 ore, chi in bicicletta, in pullman, in automobile: il ritrovo é presso la chiesa di S. Biagio dalla quale, alle ore 9, si snoderà la processione composta da rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Olgiate Comasco, dai sacerdoti don Flavio Crosta, don Francesco Orsi e don Alberto Dolcini con i ministranti, seguiti dai pellegrini con il Corpo musicale olgiatese. La cerimonia si snoderà lungo via Prina, via Zucchi, via Mantegazza, piazza Carducci, piazza Roma, via Vittorio Emanuele, via Lecco, via S. Gerardo. Nei pressi del Duomo, si inseriranno nel corteo l’arcivescovo di Milano, monsignor Delpini, e don Massimo Gaio, parrocco di S. Gerardo al Corpo. La processione arriverà per le ore 10 alla chiesa di S. Gerardo dove sarà celebrata la messa, accompagnata dai canti della corale parrocchiale di Olgiate Comasco diretta da Roberto Colombo. 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.