Malattie Infettive. Calabroni, zanzare: e' l’estate degli insetti killer?
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Malattie Infettive. Calabroni, zanzare: e' l’estate degli insetti killer?

Malattie Infettive. Calabroni, zanzare: e' l’estate degli insetti killer?

Salute e Benessere
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(Corriere.it) Le domande e le risposte redatte con la collaborazione di Massimo Galli, presidente della Simit (Società Italiana di Malattie infettive e tropicali) e ordinario di malattie infettive all’Università di Milano-ospedale Sacco.

Malattie Infettive. Calabroni, zanzare: e' l’estate degli insetti killer?
Malattie Infettive. Calabroni, zanzare: e' l’estate degli insetti killer?



Insetti che uccidono: assistiamo a un’escalation?

Almeno per quanto riguarda la zanzara comune, sembra di sì. Il forte aumento di casi di febbre del Nilo rispetto agli anni scorsi potrebbe essere legato a fattori climatici che avrebbero favorito l’amplificazione delle popolazioni di zanzare. Anche la sopravvivenza delle uova deposte nella stagione precedente è legata a fattori climatici: più uova sopravvivono più insetti avremo nella primavera-estate successiva.

Perché la puntura di calabrone è pericolosa?

Quello del giuslavorista Sergio Barozzi, morto per choc anafilattico dopo la puntura di un calabrone, non è un caso isolato. Le reazioni allergiche agli insetti imenotteri (api, vespe, calabroni, bombi) non sono rare e possono manifestarsi con diversi gradi di intensità. Si scatena una reazione di tipo IgE (immunoglobuline E, un particolare tipo di anticorpi), con liberazione di istamina che provoca lo choc e il conseguente collasso cardio-circolatorio che può portare all’arresto cardiaco. Nella maggior parte dei casi il decesso si verifica entro 10-15 minuti dalla puntura.

È possibile salvarsi in caso di choc anafilattico?

Sì, esiste una terapia di emergenza: l’adrenalina auto-iniettabile (per via intramuscolare), che andrebbe prescritta a tutti i soggetti allergici al veleno di api, vespe e simili. E’ importante anche estrarre il pungiglione dalla pelle prima possibile. In ospedale lo choc anafilattico viene trattato con adrenalina o, nel caso, dopamina. Negli ultimi anni è stata sviluppata una terapia immunologica specifica, una sorta di vaccino: viene somministrata per via sottocutanea, con dosi crescenti di estratto del veleno, e protegge dal rischio di choc anafilattico. L’allergia può essere diagnosticata tramite test cutanei o test per la ricerca di IgE specifiche. Dato che l’esposizione a ripetute punture può portare allo sviluppo di allergia, i soggetti che lavorano all’aperto o in ambienti dove vivono gli imenotteri sono considerati ad alto rischio.

Come si diffonde la febbre del Nilo?

Sul fronte delle malattie infettive, quella del 2018 sarà ricordata come l’estate della febbre del Nilo: 17 i morti in Italia, la maggior parte in Veneto ed Emilia-Romagna. È provocata dal virus West Nile. Non si trasmette da persona a persona, ma attraverso la puntura di un insetto, Culex pipiens, la zanzara comune endemica in Italia, più attiva di sera e di notte. Serbatoio della malattia sono varie specie di uccelli, ma possono essere contagiati anche mammiferi, soprattutto l’uomo e gli equini.

La puntura di zanzara può uccidere?

La risposta è sì, ma solo in un numero molto limitato delle persone a cui trasmette West Nile. La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo, ma in circa due casi su dieci il virus può provocare febbre, mal di testa, nausea, vomito, sfoghi cutanei. Nei bambini molto piccoli, negli anziani e nelle persone debilitate la sintomatologia può essere più grave, fino alla paralisi e al coma. In meno un caso su mille il virus causa una un’encefalite potenzialmente letale. Il numero maggiore di casi si osserva di regola tra la seconda metà di agosto e settembre. Dal 2015 l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di casi di febbre del Nilo segnalati ogni anno. Per West Nile non esistono né un vaccino né farmaci efficaci.

La puntura di zanzara può uccidere?

La risposta è sì, ma solo in un numero molto limitato delle persone a cui trasmette West Nile. La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo, ma in circa due casi su dieci il virus può provocare febbre, mal di testa, nausea, vomito, sfoghi cutanei. Nei bambini molto piccoli, negli anziani e nelle persone debilitate la sintomatologia può essere più grave, fino alla paralisi e al coma. In meno un caso su mille il virus causa una un’encefalite potenzialmente letale. Il numero maggiore di casi si osserva di regola tra la seconda metà di agosto e settembre. Dal 2015 l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di casi di febbre del Nilo segnalati ogni anno. Per West Nile non esistono né un vaccino né farmaci efficaci.

Che malattie trasmette la zanzara tigre?

Può essere responsabile della trasmissione di vari virus, tra cui Dengue, Chikungunya e Zika. In Italia è presente dagli anni ‘90 e ampiamente diffusa ed è stata responsabile di due epidemie di Chikungunya, nel 2007 e nel 2017. Si tratta di una malattia caratterizzata da febbre e forti dolori, che possono durare diversi mesi. Non sono disponibili né farmaci né un vaccino, rarissimi i casi mortali. Di Dengue e Zika vengono segnalati casi importati, cioè infezioni contratte in Paesi in cui la malattia è presente. Anche per questi virus non è disponibile un trattamento specifico, né un vaccino. Nella maggior parte dei casi le persone colpite guariscono spontaneamente. Esiste però una forma emorragica di Dengue che può risultare fatale. Zika causa un malattia benigna che guarisce spontaneamente, ma se contratta in gravidanza si rischia microcefalia nel feto.

Dobbiamo temere anche i ragni?

Nei mesi scorsi si è parlato molto del ragno violino, ma in Italia sono 5 le specie di aracnidi potenzialmente pericolose: oltre al ragno violino abbiamo Segestria florentina, il ragno dal sacco giallo, la falsa tarantola e la vedova nera . Il morso di quest’ultima può essere letale, anche se i casi sono rarissimi. Al contrario Segestria, ragno dal sacco giallo e falsa tarantola non uccidono: il loro morso è però molto doloroso. Il ragno violino è dotato di un veleno potente, che può causare il cosiddetto loxoscelismo, ovvero la necrosi dei tessuti, ma gli effetti più gravi sono rarissimi e riguardano solo soggetti molto sensibili.

Esiste un’emergenza zecche?

Le zecche fanno parte della classe degli aracnidi, come i ragni. Possono causare patologie molto serie, come l’encefalite da zecca (Tbe) o la malattia di Lyme, quest’ultima molto diffusa negli Stati Uniti e i cui numeri sembrano essere in ascesa in Italia. L’encefalite virale viene trasmessa dalla zecca dei boschi (Ixodes ricinus), ampiamente diffusa nostro Paese (soprattutto nelle province di Belluno, Trento, Gorizia e Bolzano): la letalità è inferiore al 2%. La Tbe è più frequente in Cechia, Slovacchia, Austria e Slovenia. La grande maggioranza delle infezioni è asintomatica. È possibile proteggersi con un vaccino. Quest’anno l’aumento delle segnalazioni in giugno e luglio ha indotto la regione Veneto a offrire la vaccinazione gratuita. La malattia di Lyme è causata da un batterio spirocheta, Borrelia burgdorferi, la cui incidenza sembra in aumento. L’infezione va trattata tempestivamente con antibiotici specifici, per evitare l’evoluzione in una forma cronica di artrite. La zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus) può trasmettere la febbre bottonosa mediterranea, una malattia ad andamento generalmente benigno causata dal batterio Rickettsia conori, presente particolarmente lungo le coste tirreniche.

In Italia ci sono altri insetti in grado di trasmettere malattie?

Nel nostro Paese sono presenti varie specie di flebotomi (detti anche pappataci), in grado di trasmettere Leishmania infantum, un protozoo responsabile di una malattia del cane che può colpire l’uomo e causare quadri clinici di rilevante gravità. Sempre causata da flebotomi è la trasmissione del virus Toscana, responsabile di una meningoencefalite ad andamento benigno. (Corriere.it)

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