Il senso della vita - il Centro Tirreno
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Il senso della vita

 Rubrica in collaborazione con l’Associazione Eumeswil associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di Ernst Jünger.

Il Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà
Il Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil

La panoramica del libro di Jorge Luis Borjes su: “Il libro degli esseri immaginari”:

“Spinto dalla passione per le strane entità sognate dagli uomini, Borges ha perlustrato nel corso degli anni letterature e mitologie, enciclopedie e dizionari, resoconti di viaggio e antichi bestiari, scoprendo tra l’altro che la zoologia fantastica è percorsa da singolari affinità: così, ad esempio il Pesce dei Terremoti, un’anguilla lunga settecento miglia che porta il Giapppone sul dorso, è analogo al Bahamut delle tradizioni arabe e al Milgardsorm dell'”Edda”. L’esito di questa sterminata ricognizione è un manuale che il lettore è caldamente invitato a frequentare “come chi gioca con le forme mutevoli svelate da un caleidoscopio”. Ritroverà così animali che già gli erano familiari, ma che ora tradiscono caratteri insospettati: come l’Idra di Lerna, la cui testa – sepolta da Ercole – continua a odiare e sognare, o il Minotauro. Imparerà a conoscere esseri che sembrano usciti dalla fantasia stessa di Borges: come la “gente dello specchio”, ridotta a riflesso servile dall’Imperatore Giallo dopo aspre battaglie, o il funesto Doppio, suggerito “dagli specchi, dall’acqua e dai fratelli gemelli”. E si imbatterà in creature di cui neppure sospettava l’esistenza: come lo hidebehind dei taglialegna del Wisconsin e del Minnesota, che sta sempre dietro a qualcosa. E sempre aleggia lo humour di Borges, il quale ci spiega compassato che la qualifica di contea palatina attribuita al Cheshire provocò l’incontenibile ilarità dei gatti del luogo, donde, con ogni probabilità, il gatto del Cheshire.”

Ancor più siamo colti da vertigine quando ci catapultiamo all’interno di un museo delle scienze e ammiriamo, fino a divenire ebbri, sbronzi, la miriade di quantità e varietà di minerali, piante, animali che animano il mondo. Si esce da ambo i viaggi, quello mosso attraverso la lettura e quello attraverso le sale del museo, come se si fosse rappresi in una bolla di etere. Abbiamo una sostanza differente che ci rapprende ed elettrizza. Ancor più succede di fronte ad un acquario, se sostiamo a lungo, vediamo branchi di pesci e singoli pesci nuotare a diverse altezze. Salgono, scendono, la luce quasi buia del luogo conferisce l’ingresso in un sogno… Si schiudono novelle impressioni. Immagini singolari rimangono impresse nella retina dell’occhio e le avvertiamo avanzare nel nostro essere attraverso la mente ed il cervello.

Esistono notti solitarie, in cui le impressioni del mondo non paiono più sufficienti per sfamare la nostra anima e così si desidererebbe, con un colpo di pinne, ben esercitato, uscire dal proprio corpo, uscire dal guscio in cui è rappresa l’anima per nuotare in un gas d’energia stellare per intentare di tornare a casa anzitempo o per portare in questo mondo ed in questa vita quella energia da cui proveniamo. Ci ricordiamo dei pesci che saltano dal mare in aria così come di alcuni uccelli che si immergono in acqua. Vi sono esseri predisposti a vivere in più ambienti, elementi…

Esistono pure docenti che, occupandosi di fonti d’energia rinnovabile e di transizione energetica, passano a studiare l’energia umana che viaggia in cerca dell’Eternità…

Con il video di oggi incontriamo un docente, Lorenzo Battisti, impegnato nella ricerca di fonti d’energia rinnovabile e di transizione energetica. Ci riporta il risultato di anni di ricerche in ambito de : “Il Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà”. Il video sarà lungo. E’ il frutto di un seminario tenuto presso il nostro centro studi nel giorno dei defunti. Noi sentiamo, in ore particolarmente felici così come in momenti in cui avvertiamo un senso di mestizia accentuato, che i nostri cari estinti sono sempre con noi. Più l’età avanza e più la porta su tale mondo la percepiamo sempre aperta, grande. Si spalanca e rimane aperta sul mondo invisibile, apparentemente intangibile. Riusciamo a coglierlo, in rari momenti di grande raccoglimento,come vivo e vicino…

Se guardiamo il mondo ci accorgiamo che il mondo non è soltanto e solo Occidente, per quanto ne è una parte cospicua. Vi sono otto civiltà, oltre a quella occidentale, che sono: la civiltà russa, l’islamica, l’indù, la cinese (che soggiace tuttora alla barbarie comunista), l’estremo orientale, l’africana, e l’ultima, non enunciabile,”una civiltà -non civiltà -“, che della civiltà occidentale costituisce l’ombra nel senso Junghiano del termine, in quanto entrambe si rappresentano unite in un rapporto geopolitico… Ciascuna civiltà, non necessariamente, vive nello stesso tempo di lucentezza culturale… Ciascuna civiltà ha concepito un suo modello di attraversamento del bardo..

Con il video di oggi ci sposteremo in oriente e non mancheranno riferimenti alla nostra cultura di appartenenza. Lorenzo Battisti affronterà il tema della morte e della rinascita sulla base delle esperienze descritte nel LibroTibetano dei Morti o Bardo Thodole negli insegnamenti della tradizione buddhista sul tema del processo della morte.

È molto significativo ciò che viene espresso già nel titolo dell’intervento: guida per la conduzione del principio cosciente nell’aldilà. La coscienza occorre risvegliarla, farla crescere… E’assai importante.

Oggi giorno, se abbiamo il coraggio di guardare il mondo, vediamo che siamo sempre più sprovvisti di coscienza e consapevolezza esistenziale… Il principio cosciente, secondo il mondo di Eumeswil, deve formarsi già nel corso della vita terrena…

Accompagneremo il video di Lorenzo Battisti sull’ attraversamento del Bardo Tibetano con degli scritti tratti da Mercea Eliade.

Non possiamo però omettere di prestare bene attenzione al video, di drizzare bene le antenne. Attualmente dell’attività del cervello sappiamo molto poco. Pare solo un cinque, dieci percento. In realtà, cosa la scienza conosce di un organo così importante, è assai irrisorio eppure, si permette il trapianto di organi sulla base, spesso, di un solo encefalogramma piatto… di un essere ancor vivo, in viaggio. Qui una lampadina dovrebbe accendersi… Dobbiamo alimentare i problemi di coscienza!

Mircea Eliade nel Suo “DIARIO PORTOGHESE” si apre ad una costellazione di riflessioni sul suo stato interiore, sull’uomo, sulla guerra, sul post mortem… Tali considerazioni sono assai intense e profonde.

13 maggio 1943
Da quando sono rientrato a Lisbona, avrei potuto scrivere, ogni giorno la medesima parola: melanconia. Non ho lavorato affatto. E perdo le notti sino alle tre o alle quattro, per stimolare il mio equilibrio.

Fa troppo caldo. Un’estate inaspettatamente repentina. Solo dopo la mezzanotte si rinfresca un pò.

Non faccio che pensare alla stessa cosa: che potrei morire, e per la prima volta dubito di una realtà post-mortem. Se non c’è niente, se c’è solo l’annichilimento? A che è servito, allora, tutto ciò che è accaduto? Nulla ha più senso, a questo mondo, se di là non c’è niente.

10 giugno 1943
L’uomo è creatore solo nell’ordine biologico: può generare. Creazione impersonale, che riguarda la specie. Ma l’atto della creazione, l’Eros, può scatenare poteri e visioni primordiali, di una forza che supera di gran lunga l’orizzonte mentale contemporaneo; cfr. la mistica delle orge arcaiche, Dioniso, ecc. Il sentimento di poter creare, la certezza di essere lui la vita e di poter dar vita trasforma l’uomo in un essere immenso, cosmico. La creatura nella quale l’Eros domina come elemento metafisico e strumento d’inserimento nella realtà vive una vita del tutto distinta, molto più grandiosa e più significativa della nostra. Se vi sono certi segreti arcaici, accessibili all’uomo in quanto tale, all’uomo animale incorrotto, allora questi segreti si rivelano solo all’individuo che incarna l’Eros in modo totale, cosmico, senza problematiche ne’ nevrosi. È interessante notare come sopravvivono tali strutture dionisiache nelle civiltà moderne, e quanto filo da torcere diamo agli studiosi, ai medici e ai moralisti, per riuscire a decifrarle! Ha fatto bene la Chiesa cristiana a non combattere queste strutture erotiche. Dio non può allontanare l’Eros, persino sotto la sua forma panica e fecondatrice. Solo la sterilità è demoniaca. L’Eros che feconda non può essere contro Dio.

21 febbraio 1945
Tra gli altri brevi trattati che mi piacerebbe scrivere – brevi, persino laconici, perché non avrò il tempo di scriverli tutti -, ce ne sarà uno dedicato al problema post-mortem. Ciò che è sorprendente, è che ognuno trova l’universo post-mortem che ha accettato per tradizione religiosa col suo proprio pensiero. Un buddhista troverà le religioni e le forme conosciute dalla mitologia e dai rituali buddhisti; un mistico o un metafisico buddhista troverà il vuoto, la beatitudine del non essere, ecc. Un maomettano, un ebreo, un cristiano percorreranno post-mortem le geografie tanatiche conosciute, apprese e corrette durante la vita. Ma un non credente, uno a cui sembra che tutto finisca qui (gli sembra, perché una simile affermazione non può basarsi su dei fatti) troverà il vuoto, il nulla, il non essere. Per lui la morte significa la fine. Egli ha ragione, ma solo nella misura in cui parla di se’. Gli altri conoscono un nuovo modo di essere: degradato, provvisorio, e tuttavia un nuovo modo dì essere.

Per questo Gesù afferma di essere venuto a salvare gli uomini, a redimerli. Coloro che credono in Lui conosceranno un destino post-mortem superiore a quelli che praticano solo la devozione e il rituale dell’Antico Testamento. Gesù salva realmente gli uomini, rivelando loro una escatologia del tipo più raffinato. Morendo col il pensiero e la consapevolezza di questa gloria celeste, il buon cristiano incontrerà la gloria, ecc. Perciò, Gesù dice che coloro che non credono in Lui non sopravviveranno post-mortem, ma periranno. In effetti, l’ateo e il materialista hanno tutte le opportunità di trovare nell’ aldilà il semplice gioco delle forze della natura. Egli non sarà più niente; si reintegrerà nell’energia cosmica. Dal punto di vista della persona umana, sarà perduto, perirà.

I capitoli indispensabili del trattato: la certezza della sopravvivenza e l’incertezza dell’immortalità; la sopravvivenza, tappa della spersonalizzazione; che cos’è che muore per primo nell’uomo, dopo la morte del corpo? In quanto tempo (tempo storico, concreto) un deceduto potrà “scendere” sotto forma o un’altra sulla terra (nei sogni di coloro che ha amato, con la sua presenza in certe riunioni, ecc)?

L’importanza soverchiante per chi si trova nell’aldilà di ciò che succede sulla Terra; ad esempio, egli resterà legato alla terra fintantoché sarà ricordato, rimpianto, menzionato, ecc. Nell’istante in cui l’ultimo uomo che ha conosciuto in vita passerà nel regno dei morti, colui che è nell’ aldilà sarà completamente staccato dalla Terra.

Un capitolo che considero sensazionale e che non so ancora se mi azzarderò a scrivere sarà dedicato al seguente problema: cosa accade dopo il distacco supremo dalla Terra? In che misura si può continuare a parlare di sopravvivenza dopo ciò ?

27 febbraio 1945
*
La straordinaria esperienza di Fisher (citata da Nouy, p. 167). Due frammenti del cuore di un pollo,messi l’uno accanto all’altro nelle cosiddette culture di tessuto, palpitano a ritmi differenti; ad esempio uno ha ottanta pulsazioni al minuto, l’altro cinquanta. Ma questi frammenti proliferano, e a un certo punto vengono in contatto; allora si constata che il ritmo diviene identico. Il sincronismo è ristabilito, i due frammenti palpitano all’unisono.[…]

Non so quale spiegazione troverà la biologia, se la troverà, a questo fenomeno. Ma mi sono emozionato sino alle lacrime nel venirne a conoscenza; quasi avessi udito un richiamo da molto lontano, dalle profondità della materia viva, un richiamo indicibilmente inquietante e incomprensibile.

9 agosto 1945
*
Lo scorso inverno, scrissi una glossa di commento al passo biblico: “Se gusterete dell’albero della Conoscenza del bene e del male, morirete!”. I quotidiani riproducono le dichiarazioni degli esperti, che non esitano ad affermare che la bomba atomica potrebbe causare l’annientamento della civiltà e lo sterminio del genere umano. Questa bomba non è che l’ultimo passo (per ora!) dell’ itinerario iniziato accanto all’Albero della Conoscenza; vale a dire, un prodotto recentissimo della ragione, della conoscenza scientifica, ecc. Tra il primo sillogismo e la bomba atomica non vi è discontinuità.

La logica, la matematica, la fisica, ecc. hanno portato il loro millenario contributo alla sua realizzazione. E una bomba del genere potrebbe confermare le parole della Bibbia: la morte dell’umanità, come specie biologica.

16 agosto 1945
Leggendo l’ultimo romanzo di Aldous Huxley, Time must have a stop ( tanto simile agli altri suoi romanzi, che a volte ho l’impressione di leggere nuovi capitoli di Those barren leaves o Eyeless in Gaza), ho trovato questa frase impressionante: But out of all those galaxies of eggs, how many herrings ever come to be full- sized fish? (P. 102 “ Ma da tutte queste galassie di uova, quante aringhe arriveranno a essere pesci adulti?”).

E d’un tratto mi è parso che mi si rivelasse una verità di puerile semplicità: solo gli uomini che arrivano a scoprirsi e a possedersi totalmente, che acquistano un minimo di autonomia spirituale, che realizzano la grandezza della loro condizione umana, solo costoro possono dirsi maturi, adulti, full-sized men. Quanto ai restanti, persino se raggiungono l’età di novant’anni, possono paragonarsi ai milioni di aringhe che muoiono appena uscite dall’uovo o appena divengono adulte. Bisogna giudicare l’uomo non dalla sua età fisica, ma da quella mentale e spirituale. Un uomo di quaranta o cinquant’anni, se è rimasto fermo a una mentalità infantile, è da considerarsi morto durante l’infanzia. Dal punto di vista umano, rappresenta una non esistenza, non diversamente da quella di un’aringa morta prima di raggiungere due centimetri di lunghezza. Va resa chiara quest’idea che solo gli esemplari maturi formano la specie dell’ homo sapiens; che i milioni di individui che sopravvivono in modalità subumane non la rappresentano ne’ la implicano; giacche’ essi, in realtà, sono morti prima di aver raggiunto la maturità, così come muoiono miliardi di individui di tutte le altre specie zoologiche. E se questi “morti” continuano a esistere nella loro morfologia individuale attorno a noi ciò non significa niente più di ciò che significa per le aringhe adulte la “sopravvivenza” provvisoria di quelle che sono morte in tenera età nel loro ambiente marino, sotto forma di materia organica in via di decomposizione.

20 agosto 1945
Nove mesi dalla scomparsa di Nina. Uno dei giorni più tristi che ho vissuto in questo periodo. Già ieri notte, ho avvertito una grande tristezza e stanchezza. Stamani, mi sono svegliato con la sensazione della presenza di Nina nel suo ultimo giorno di vita. Rivedevo la stanza di Elias Garcia, e la rivedevo mentre, pur estenuata, continuava a lottare. Non facevo che udire le sue ultime parole:”…stanca”. Ho offerto una minestra ai poveri. Non sono andato in chiesa che sapevo, come sempre, chiusa in queste ore. Mi sono rimproverato di non essere andato a pregare accanto a lei, al cimitero di Anjos. Ma non volevo fare niente che la identificasse con la cripta. Non volevo costringerla, nella sua attuale condizione spirituale, a proiettarsi in quello spazio, attorno alla cripta. Dal 20 novembre, sono stato una sola volta ad Anjos, a nove giorni dalla sua morte. Da allora, mi sono sforzato di strapparla dalle sue spoglie per liberarla e invitarla a stare accanto a noi come pura presenza, e non per mezzo del suo corpo.

Oggi, sono stato sopraffatto dal dolore per non averle portato lì dei fiori. Tuttavia credo d’aver fatto bene. La sento e sempre accanto a me.”

Queste lunghe pagine di Eliade insieme alla prima di parte del video con Lorenzo Batisti possono aiutarci a riflettere per meglio indirizzare il corso della nostra esistenza. Possono invogliarci a ricerche più approfondite sul senso della vita e della morte inaugurando un sodalizio con il principio cosciente. Possono tali messaggi aiutarci a non scappare a caso, a vagare, a riflettere sulla nostra vita per non perderla… al contempo, a noi del mondo di Eumeswil, fa nascere un nuovo interrogativo e proprio diretto sopratutto al nostro ospite esperto di transizione energetica. Ci chiediamo, se il mondo odierno, insieme all’uomo contemporaneo, non stiano, a causa della corsa frenetica, dell’assenza di quiete, della pausa dal lavoro, attività febbrile, bruciando e sperperando energie anziché apprendendo a canalizzarle e rinnovarle con lo stato di riposo contemplativo e il fermarsi. Nello stato di pausa, di arresto normalmente ci si ricarica e così dovrebbe fare il mondo! È una considerazione errata?

A.T. del mondo di Eumeswil

VIDEO. Il Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà. Con Lorenzo Battisti

 

Leggi anche: Associazione Eumeswil


 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

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La via all'eternità nell’antico Egitto
La via all'eternità nell’antico Egitto

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil

Proscritto
Omnia vincit amor: et nos cedamus amori (letteralmente: «L’amore vince tutto, arrendiamoci anche noi all’amore»). Così ci dice Virgilio e così ci viene ribadito dal Signore Gesù che ha riassunto i doveri dell’uomo verso Dio in questa parola: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37).

Viaggio verso l’eternità: la casa e la città nell’antico Egitto
Viaggio verso l’eternità: la casa e la città nell’antico Egitto

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Poscritto

La notte può essere buia e tenebrosa! Può intimidire, spaventare, agitare. Non si riesce a rilassarsi e cedere al sonno che arreca riposo alla membra del corpo e alla mente.

Ci sono notti che corrono quiete, silenziose, pacifiche!

Ci sono notti in cui l’ interiorità sembra spingersi in una fitta boscaglia, dove non è facile riconoscere i suoi simboli. Improvvisamente però i saggi guardiani del bosco, non li vediamo, ma li avvertiamo, si fanno presenti. Il bosco si trasforma in bosco sacro, in domus, quel bosco diviene cattedrale interiore, svaniscono le irrequietudini e ciò che prima era aggrovigliato, contorto, muto prende forma e diviene oracolare! La colonna granitica par ora ricolma di geroglifici anzi pian piano si scorgono i disegni. Li c’è un fiume che discende, vi è una donna flessa, distesa tra le acque, par, dal fiume che scorre lieve, trarre vita. A fianco compare un volto di un unicorno mansueto è perfettamente tratteggiato.

Il bosco sta aprendosi, così come il nostro interno. Pare diramarsi il bosco e l’interiorità. Si vede, si riconosce ciò che, da prima, era ignoto. La luce allora, predisposta l’anima ad accoglierla, in quella radura, porta conforto, porta luminosità, porta calore, arreca comprensione. Quella radura, quella luce ci salva. Nei simboli impressi nel bosco noi troviamo impresse le rune salvifiche. Anche l’Europa è entrata nel fitto bosco. Ma in ogni paese vi è il suo bosco che può diventare sacro, se ognuno singolarmente si reca!

È giunto il momento della crescita, della responsabilità personale. È giunto il momento di incontrarsi e di incontrare Qualcuno di superiore a noi atto ad illuminarci. Faranno da guida poi le cupole che in Europa hanno sempre arrecato afflato amoroso! In quelle cupole dove risuona l’organo, dove da quelle vibrazioni unite a quelle del canto melodioso e sommesso umano, le vetrate policrome riprendono vita, così come i quadri e le architetture interne. Si leggono parole divine e le si comprendono giustamente. Si comprende l’arte nata in ‘comunione’ col Creatore, per trasmettere una illuminazione,frutto di un volo interiore mosso con ‘entusiasmo’. Diviene ciò che è impresso sui muri, sui vetri, nelle sculture, nel grande libro, nelle note dell’organo ben modulato,nel canto della voce un viatico, una strada.

In quel bosco che pareva maledetto, se ci si arrischia, si può trovare ciò che ci salva! La nostra interiorità scomparsa! La nostra anima addormentata. Il bosco diviene incantato. L’anima è sempre giovane. Non porta il peso degli anni. L’anima si bagna di Eterno quando è libera di andare. Sconfigge il tempo, sconfigge la morte. È tempo che le anime vengano trovate! Il bosco è il luogo giusto dove discendere. Solo l’anima varca l’eterno solo li si comprende ciò che altrimenti rimane muto! Nuovi artisti, poeti possono tornare e rendere il mondo ancor più bello! Tornano dal diluvio con un ramoscello di olivo. È segno che la terra è vicina, è asciutta! Può essere ospitale! È tempo di bere! Di bere il vino! La vigna attende di essere curata! È tempo che le cupole cantino, le campane suonino! È tempo di speranza! È tempo di curare le viti e gli uliveti! È tempo di comprendere i simboli eterni impressi! È tempo di fare ritorno alle nostre radici! È il tempo del grande viaggio verso l’Eternità! È tempo di effondere coraggio! Di ascoltare quella musica così lontana, ma in realtà così vicina che ci riscalda! È tempo di sciogliersi in un amore misterioso, misterico che ci chiama! Si è tempo di viaggiare! Mettiamoci in cammino! Non perdiamo più tempo! Altrimenti più non avremo il tempo di incontrare l’Eterno!

È così Ernst Jünger ci ricorda nel suo Al muro del tempo:

“A che pro queste considerazioni? Loro intento, è di mostrare come, al di sopra della morte, vi sia un’altra grande potenza l’armonia. A entrambe non ci è dato di sfuggire. Ogni declino, ogni disarmonia hanno un campo ristretto, racchiuso in un’ incommensurabile, inesauribile armonia. Altrettanto vale per l’uomo e per il suo campo storico: non appena lo oltrepassa, egli entra nello spazio di un’armonia inattesa e fors’anche insperata. È qui che i suoi progetti trovano correzione. Li si “mette a posto” – e l’espressione è suscettibile di molteplici interpretazioni.

Il piano dell’uomo viene delimitato, circoscritto, da uno più ampio: il piano della creazione. L’originalità, l’autorità e la durata del piano dell’uomo dipendono dalla misura in cui sa corrispondere al piano della creazione. Qui ci imbattiamo nei limiti di “ragione e scienza”.

Il piano agisce all’interno del piano della creazione. Così facendo raggiungere al tempo stesso il limite ed il vertice della coscienza, là dove il sapere cede il passo al culto. Così risplende la trama delle civiltà, le città rilucono: imitando gli arazzi degli universi.

L’agire all’ interno del piano dell’uomo, è propriamente un agire oltre. Si tratta di un gioco di collaborazione e antagonismo, in cui trova espressione anche il grandioso spettacolo della libertà, che Hegel ha penetrato in modo tanto geniale. Tale libertà si fonda sul vantaggio offerto da un potente giocatore di scacchi: questi rinuncia al pezzo più forte.

Quando il piano dello Stato agisce oltre, allargando la sua azione fino al piano del mondo, e, come ora ci accade di sperimentare, supera a tratti i limiti del campo storico e delle regole colà apprese, esso conduce allora in un nuovo limbo di armonia, ove conosce la propria messa a punto. E paga un tributo per accedervi. Mentre il piano umano è limitato, quello del mondo non conosce limiti; è ovunque e sempre. Ciò significa che opera anche all’interno dei piani dell’uomo e della loro scienza. In essi rappresenta quella quota nascosta che si sottrae alla pianificazione. L’uomo fa e scopre cose il cui significato gli sfugge. Gli antichi solevano esprimere ciò con parole più semplici: “L’uomo propone e Dio dispone”. Non occorre tuttavia scomodare la teologia per constatare che in ogni piano è implicita un’ istanza regolativa, una quota di quella ragione universale che sembra prediligere l’inatteso e perfino l’assurdo, l’esito che nessuna fantasia avrebbe mai sognato – per esempio là dove essa, in un animale che abbandona il mondo acquatico, non trasforma le branchie in polmoni, come farebbe un intelletto ragionevole, ma le rende atte a un uso affatto diverso.

Rientra in tale contesto tutto ciò che ovunque, e in particolare nel nostro tempo, si osserva sotto forma di ribaltamento, ma anche metamorfosi del piano. Bisogna distinguere tra fine e intenzione del piano; il fine può trovarsi in tutt’altra direzione e lontananza rispetto a quanto lo spirito pianificatore intendeva realizzare.

Anche noi abbandoniamo un elemento. Degli organi andranno perduti, altri subiranno una trasformazione. Il manto della terra cambia. Anche l’angoscia anteica denota come un’armonia sia andata distrutta e una nuova non sia ancora stata conseguita. Crescono i pericoli, ma anche la sicurezza aumenta. Essa può sorgere solo da quel potenziale che si cela come quota invisibile del piano universale all’interno del piano umano”.

Ottobre 3, 2021

Ci sono civiltà che sembrano essere al tracollo, se pur ancora in fieri, ci sono civiltà – che se pur ci hanno abbandonato – restano in vita ed arricchiscono il nostro immaginario di visioni, annotazioni, ridestando sempre nuove curiosità e sono un terreno fertile per attingere conoscenza. Questo è ciò che accade alla civiltà egizia.

Abbiamo dedicato tre video lezioni all’antico Egitto e le abbiamo intitolate: “Viaggio verso l’ Eternità”. Nella prima video lezione si esaminerà la città, la casa, la vita quotidiana, nella seconda lezione il ruolo della donna e da ultimo il viaggio vero e proprio verso l’Eternità il suo compiersi e compimento che avviene già anche sul Pianeta Terra.

A svolgere le lezioni Maria Cristina Guidotti, laureata in egittologia presso l’Università di Pisa, è stata direttrice del Museo Egizio di Firenze, per conto del quale ha organizzato numerose mostre in Italia e all’estero. Come esperta di ceramica egizia ha partecipato a scavi archeologici in Egitto a Saqqara, Tebe, oasi del Fayum, Antinoe e Ismailia. Da poco in pensione, continua l’attività, già ricca, di pubblicazione di articoli e volumi sulla ceramica e sulla civiltà egizia, sia di carattere scientifico che di alta divulgazione.

Interessante conoscere la mole di ritrovamenti che ha consentito di interpretare questa civiltà di un lontano passato così ricca di fascino, ma che tuttora è capace di influenzarci e tenere moda basti pensare ai molti gioielli femminili, ai tagli di capelli, al trucco degli occhi e alle scarpe: le infradito.

Una civiltà ricca di saggezza, gusto estetico, armonia.

Il primo video sarà sulla città, la casa, la quotidianità, ci viene, pertanto in modo semplice, di pensare alle trasformazioni che vi sono state del modo di edificare città e abitazioni. Dalle città fortificate su alture che dominavano e contemplavano si è passati alle città, spesso in pianura, dove la piazza principale era luogo di vita ed poi ai centri commerciali nei sobborghi per trascorrere il tempo libero ed infine in casa, con l’isolamento, le vendite online ed incontri virtuali.

Analogo destino alle abitazioni: da dimore dove vi era la zona per la servitù e quella per il proprietario con grandi spazi di rappresentanza preceduti dai luoghi di attesa, i vari vani adibiti a scopi differenti, a case sempre più piccole con ambienti indifferenziati, i famosi open space…

Un modo drastico e differente di trascorrere la giornata e concepire il mondo ed anche lo spazio è divenuto sempre più limitato ed angusto. I materiali non più atti a resistere nel tempo, ma friabili, labili, deteriorabili.

Il gusto è divenuto conformato ed uniformato: pavimento in parquet, laminato, porte bianche, analoghi gli infissi, faretti il più delle volte… Case standard in linea generale. Vista una, viste molte, prive di personalità.

Sarebbe interessante il soffermarsi a riflettere, nel dettaglio, ad ogni tappa cosa è corrisposto così come vedere come le città sono mutate ed i centri storici che in taluni luoghi sono divenuti musei a cielo aperto ed hanno perso la vita del cittadino, dell’abitante locale e città, come Napoli, ancora se stesse e dove in ciascun rione, quartiere, vi è una storia sua propria molto differente, dove stesso il modo di parlare – è il riflesso di un modo di essere, di pensare e credere – affluisce agli organi predisposti alla fonazione – in maniera differenziata proprio e soprattutto nei termini scelti.

L’approccio di rapportarsi alla vita reale ed ai suoi accadimenti è disparato. Vi sono visioni ed interpretazione differenti che nascono da percezioni e sensibilità assai discrepanti. A tal riguardo si cita un piccolo libro, ma molto prezioso che ci può venire in aiuto di Pavel A. Florenskij: “Sulla superstizione ed il miracolo” dove oltre a tracciarci delle note illuminanti sui termini preposti ci porta a riflettere che vi è un modo di rapportarci alla vita che si fonda sul vedere e cogliere lo spirito del miracolo di cui è intrisa e illuminata e può essere definita una via religiosa, vi è poi la via scientifica dove si può intersecare anche la percezione religiosa. Le vite, infatti spesso sono poliedriche. Vi è – infine – la via legata alla visione spirituale negativa dedita all’occulto inteso come una forza negativa, malvagia che si propaga nel mondo priva di “amore” e soprattutto amore per l’altro.

È l’amore che quando è tale, nella sua realtà, porta a muoversi a servizio dell’altro anziché per interesse proprio…

Un termine che connota bene un movimento, spinta esistenziale verso l’altro è la magnanimità che ha a che fare con la grandezza dell’animo umano ed è uno dei frutti dello spirito insieme ad amore, gioia, pace, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.

Tutti attributi che occorrono per vivere bene insieme a se stessi e al prossimo, ma per essere esercitati, occorrono grandi sforzi, sacrifici interiori e apprendere il distacco da se stessi e cessare di essere agiti in maniera inconsapevole.

Bisogna prendere coscienza e consapevolezza di sé e della propria individualità, ridestarsi da uno stato di dormienti.

Questo approccio alla vita consente di vedere che il mondo nella sua interezza è sano e non necessita di essere sanificato, sterilizzato, ma sono le menti ad essere sterili di idee costruttive, valori ed i corpi spesso non più fecondi.

Soffermiamoci a osservare la spuma del mare che si rinfrange sulla battigia, sempre differente, sempre ricca, abbondante, chiara, spumeggiante e attendiamo ed accogliamo per mano una nuova Afrodite, una nuova primavera che apporti, rigenerata, ricchezza pura alle nostre vite, amore e splendore di vita eterna, celeste.

Vi auguriamo una buona visione della prima lezione di Maria Cristina Guidotti: Viaggio verso l’eternità la casa e la città nell’antico Egitto.

A.T. del mondo di Eumeswil

VIDEO. Viaggio verso l’eternità: la casa e la città nell’antico Egitto. Con Maria Cristina Guidotti

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

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CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

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Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia
Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Poscritto

Il camminare può essere inteso come un’arte. Una volta si veniva esercitati a farlo su l’asse di equilibrio oppure portando libri in testa e sotto le ascelle. Se si vuol mutare il proprio modo di sentirsi nel mondo basta iniziare da cambiare il proprio passo, modo di incedere donando brio, buon umore, vigore, energia, allegria. Con questo cocktail il giorno assume connotati di fiducia ed speranza verso ciò che si para innanzi a noi, nel bene e nel male…

Si può camminare col naso all’insù, senza essere francesi… In questo 2025 per un astrologo, per chi pensa che la vita possa essere influenzata dai pianeti, si prospetta come un anno assai particolare. Lo dimostra la Kumbha Melā il ritrovo spirituale, il pellegrinaggio santo, per immergersi in acque benedette, in India che ha visto solo nel primo periodo di esordio tredici milioni di pellegrini a bagnarsi nelle rive del Gange. Tanti fra loro hanno desiderato la liberazione dalla vita delle rinascite. Prendere parte a tale celebrazione è assai interessante. Ci si apre ad un mondo variopinto assai più che di quello già troviamo normalmente a Benares odierna Varanasi città Santa per antonomasia in India. Per chi fosse interessato può leggere nel dettaglio i vari resoconti della grande Maha Kumbh dove lo stesso governo ha preso parte alla sua realizzazione. Vi sono stati momenti di picco dove i treni erano congestionati e vi sono stati anche trenta chilometri di code automobilistiche. Tanti pellegrini in più a causa degli astri… Così almeno dicono e spiegano: “la celebrazione prende avvio quando il sole, la luna, giove sono perfettamente allineati e nell’induismo vuol dire il periodo santo astrologicamente parlando per eccellenza… Ecco alcuni reporter cosa ci dicono in più:

“La festa è celebrata infatti per commemorare un antico mito induista che narra della lotta tra gli dei e i demoni per ottenere l’elisir dell’immortalità, l’Amrita. In particolare, secondo l’induismo, durante questa lotta, quattro gocce di Amrita caddero sulla Terra in quattro luoghi diversi, dove ora si svolgono i quattro Kumbh Mela.
Inoltre, si ritiene che le immersioni sacre (abluzioni) nei fiumi possano purificare i fedeli dai peccati e portare benedizioni divine. Oltre a questo, il Kumbh Mela rappresenta un’opportunità per i fedeli di incontrare maestri spirituali, discutere di dottrine religiose, partecipare a cerimonie e pratiche spirituali, così come vivere un’esperienza di comunità e condivisione”.

I sadhu (santi eremiti) ridiscendono dalle montagne per effondere la propria mistica al ricercatore spirituale…

Normalmente prendono parti dai 60 milioni ai 100 milioni di pellegrini a tali raduni e pratiche rituali…

Nel 1895 vi partecipò lo scrittore Mark Twain che ebbe a scrivere: “E’meraviglioso il potere di una fede come quella che può fare moltitudini su moltitudini di vecchi, deboli, giovani e fragili entrare senza esitazione o lamentarsi in viaggi così incredibili e sopportarne le sofferenze risultanti senza ribellarsi.
Tutto ciò è fatto in amore o è fatto nella paura; Non so quale delle due sia. Non importa quale sia l’impulso, ma l’atto che ne deriva è oltre ogni immaginazione, meraviglioso per il nostro tipo di persone, per noi freddi uomini bianchi”.

La Chiesa cattolica festeggia l’anno giubilare a livello mondiale. il giubileo della speranza Le porte Sante si aprono, vi sono le indulgenze plenarie, i ferventi fedeli si possono alleggerire dai peccati che appesantiscono l’anima, si può pregare e richiedere indulgenza per i defunti affinché possano volare in alto!

In questo caos e scompiglio totale nella terra, le porte del cielo sembrano volersi aprire anzi spalancare per l’intrepido avventuriero dello spirito, per chi si sente straniero in patria, la patria del mondo e si riconosce figlio delle stelle!

Alle Chiese il compito di richiamare i devoti e di costituirne di nuovi!

A noi come associazione culturale dedita alla cultura dell’essere, alla sua coltivazione, preme ricordare e non solo, anzi puntualizzare, che non vi è luogo del mondo o epoca storica in cui l’uomo non si sia posto il problema di come sconfiggere la morte e vivere eternamente. Ciascuno in base al proprio credo, filosofia di appartenenza. Quello che ci pare sempre più emblematico è il rintracciare fonti non contaminate, pure! Rintracciare quei cammini autentici e quelle guide reali! Tanti, troppi guidano, indicando cammini. Pochi forse hanno camminato nei reali sentieri e sanno realmente indicare dove posare il piede!Lo scorrere del tempo, della storia offusca l’origine di tutte le cose…

Lo sconfiggere la morte è anche ciò che il cristiano vive nella quaresima. L’albero della vita e della morte è stato messo al sicuro da nostro Signore! Ed è protetto dalla milizia celeste. Nessuno può avvicinarsi… Ma se è così allora i mutamenti dei genomi umani sono faccende certe o incerte?

Il camminatore dello spirito dove desidera vivere di Eternità e a partire da quando?

Con questo scritto picaresco e pittorico vogliamo solo smuovere le anime in pena perchè desiderano la Luce … Abbiamo necessità di chiarirci le idee sulla nostra vita e post vita per poter vivere in maniera più significativa, consapevole, cosciente. È necessario, singolarmente, anche approfondire come i vari credo, dottrine religiose considerano il post mortem e l’accesso a tale dimensione…

Il nostro temere l’odierna epoca storica è dovuto soprattutto al fatto che tende a far dimenticare all’essere, umano con la sua burocrazia esasperata, la corsa frenetica, la tecnologia invasiva la sua origine stellare. Tende anche, il nostro momento storico, a cancellare il bello della natura e dell’arte, rimedio, cura, balsamo, dell’anima, la quale, entrando il nostro essere sempre più in contatto con essa, si risveglia…Ci abituiamo anche lentamente ad allontanarci dalla mondanità per entrare nei sentieri interiori ed in contatto con una spiritualità profonda che ci avvicina ai nostri simili ed al creato attraverso un sentimento che sgorga dal cuore purificato dalla cupidigia e superbia via via che ci distacchiamo dal mondo…attraverso una crescita interiore ed un richiamo da una cultura profonda dell’essere. Nascono nuove visioni umane, nuove potenzialità affluiscono all’uomo ricondotto in contatto con i principi ed e mandamenti celesti.

Sappiamo benissimo che tali spazi di pensiero sono ricusati da più, ma non da tutti… Allora abbiamo pensato di intraprendere questo viaggio ripartendo col proporre i tre scritti e video sull’antico Egitto e appunto sono appunti di viaggio da qui all’Eternita’! Per chi ancora sente il profumo delle rose damascene, per chi in sogno o ad occhi aperti ha varcato le porte dell’Eden!

Dalle rose damascene hanno origine tutte le rose moderne che adornano i nostri giardini. Hanno un profumo inebriante, sono bellissime ed i suoi petali durano a lungo. Durante le crociate, per la loro bellezza prolungata,dalla Siria arrivarono in Europa, dove furono di ispirazione per l’arte e cultura. Le si ritrovano infatti negli affreschi medievali come simbolo di segretezza o come stendardo di importanti famiglie aristocratiche.

La rosa di Damasco è ancora oggi celebrata con feste a lei dedicate. Questo non solo in Iran, dove è il fiore nazionale, ma anche nel resto del mondo. Basti pensare che anche in molti paesi d’Italia è immancabile nel mese di maggio…

Sappiamo che nessuno, all’infuori di persone assai tetre,cupe, non desideri già il paradiso in terra per vivere poi nel paradiso in cielo!

Questo ci pare il momento propizio per aprirci a considerazioni oziose per far scorrere la linfa vitale, il sangue di vita eterna appieno nelle vene!

Volare nel cielo sempre più blue felice di stare lassù!

Ottobre 7, 2021

Vi porgiamo da cogliere, da guardare e da riflettere il video su: Viaggio verso l’Eternità: il ruolo della donna nell’antico Egitto.

A spiegarcelo con delicatezza e dovizia di particolari Maria Cristina Guidotti, laureata in egittologia presso l’Università di Pisa, è stata direttrice del Museo Egizio di Firenze, per conto del quale ha organizzato numerose mostre in Italia e all’estero. Come esperta di ceramica egizia ha partecipato a scavi archeologici in Egitto a Saqqara, Tebe, oasi del Fayum, Antinoe e Ismailia. Da poco in pensione, continua l’attività, già ricca, di pubblicazione di articoli e volumi sulla ceramica e sulla civiltà egizia, sia di carattere scientifico che di alta divulgazione.

La donna nell’antico Egitto sapeva scrivere, fare di calcolo, poteva lavorare ed accedere a cariche pubbliche importanti, ma anche religiose.

Al giorno d’oggi si potrebbe definire una donna evoluta, ma senza dover essere in competizione con l’uomo e doversi mettere in bella mostra e tantomeno rivendicare il proprio ruolo, ma essere se stessa in maniera naturale e semplice.

Tutto questo appare, quasi strano, quando le donne hanno fatto tanto rumore e scalpore per la propria emancipazione.

Ora, è un momento, in cui anche gli uomini si sentono più uomini perché hanno riconosciuto la loro femminilità e si sentono liberi di mostrarla e dimostrarla in un periodo – in realtà – in cui le due identità si stanno perdendo e si sta andando incontro all’uniformità dei sessi e all’indeterminato il così detto terzo sesso che può anche essere denominato “Uoma”.

Nell’antico Egitto il faraone e la consorte erano uniti ed insieme erano complici per il mantenimento dell’armonia, equilibrio del cosmo.

In realtà donna e uomo congiunti sono una potenza di immagini, ma anche di energia, se non assecondano solamente la carnalità, ma – insieme – sono inclinati a perseguire un percorso di crescita ed unione.

Desideriamo attingere dal mito, dalla letteratura ad immagini di dolcezza di coppie che hanno saputo reggere alla devastazione dello scorrere del tempo non diventando assenti e inesistenti nelle vite altrui, ma importanti e fondamentali l’uno per l’altra.

Preferiamo, intanto, fare un passo indietro e vedere come per definizione amore tra due esseri può essere paragonato ad un incontro con la morte o visto come la perdita di se stessi, con un senso carico di sovraeccitamento, ma anche di smarrimento.

Se il credente vive la morte come un momento eroico, che lo spinge nelle braccia di Dio, d’altro canto, per chi si innamora “morte non pare lontana” , come scriveva la poetessa Saffo. Anche Pavese ha scritto l’enigmatico verso “verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.

Eros e Thanatos sono i due volti della stessa medaglia.

Eros non è soltanto l’amore per il proprio corpo, ma è anche il desiderio della scintilla divina e di risalire alla fonte che l’ha generata.

È un percorso attraverso l’armonia e la bellezza.

Desideriamo, ora, a prendere qualche immagine in prestito dai libri, ma molti potrebbero essere gli esempi da annoverare fin troppi e su ciascuno si potrebbe sostare a lungo, attingere spunti di grande ricchezza per coltivare nuovi rapporti o cercare di mettere a nuova vita rapporti che paiono essere assopiti.

Un primo modello ci viene porto da il testo “Filemone e Bauci” di Ernst Jünger. Il libro è un pretesto per rendere onore alla perdita di un caro amico di Jünger e alla sua consorte, avvenuto il 2 ottobre 1971, per un disastro aereo. Ma da questo incidente insensato dovuto alla tecnica e alla sua accelerazione, Ernst Jünger trova modo non solo di ricordare e onorare la coppia, ma di intraprendere un excursus che ci riporta a riconsiderare il senso del mito che si nutre di immagini semplici, naturali fino ad approdare alle immagini del Faust che desidera il potere sulla terra e soppiantare la natura e farci perdere la nostra appartenenza a tale regno oltre ad il nostro rapporto con essa.

Le divinità, Dio devono retrocedere e Mefistofele primeggiare.

Il completo dominio del Faust sulla Terra.

La coppia di amici di Jünger si trasformano in Filemone e Bauci e attraverso Ovidio, Le metamorfosi, si ripensa ai cambiamenti di forma del mondo.

Un libro affascinante ricco di richiami, evocazioni, simboli, di aperture per interpretare la nostra epoca.

Filemone e Bauci che hanno la fortuna di spegnersi insieme e simultaneamente come premio, per aver bene ospitato le divinità scese in terra, sotto false sembianze, divengono simbolo dell’amore durevole e della cura del luogo in cui risiedono come sacerdoti del tempio presso il quale hanno avuto dimora.

La coppia ha come dono, in sorte, di essere trasformata nel momento del grande passaggio rispettivamente in quercia e tiglio. Rappresentano, pertanto, non più la vita di soli individui, ma la vita con i fiori ed i frutti della stirpe e divengono oggetto di venerazione.

Non sostiamo oltre sul testo anche se è ricchissimo di spunti da cui attingere prezioso tesoro e ci trasferiamo su un altro testo: Marina Cvetaeva Rainer Maria Rilke Lettere.

Il testo è fulminante, illuminante!

Due poeti che si scrivono, due grandi poeti in cui Eros divampa e diviene principio creativo di fulgide e vivide immagini poetiche, ma anche divagazioni sul senso della poesia e della forza della parola.

I nostri sono inviti alla lettura dei testi che contribuiscono ad una espansione del proprio essere, del proprio orizzonte cognitivo, a percepire, cogliere la ricchezza del mondo e di un Oltre mondo e di alcuni esseri assai particolari.

Non è nostro compito commentare il testo.

Vi riportiamo solo qualche passaggio, ve lo gettiamo affinché possa contribuire a richiamare dall’oscurità dell’essere forme di un sempre eterno.

La poetessa Cyetarva scrive a Rielke: “ Rainer , voglio venire da Te anche per amore di quel nuovo io che può nascere soltanto con Te, in Te. E poi , Rainer ( “Rainer “ – il leitmotive di questa lettera ) , non Ti arrabbiare( sono io la cattiva): voglio dormire con Te – addormentarmi e dormire. Questa meravigliosa espressione popolare com’è profondo, com’è vero, inequivocabile e preciso ciò che essa esprime . Semplicemente dormire. E nient’altro. No, ancora una cosa: affondare il capo nella Tua spalla sinistra , il braccio intorno alla destra, e nient’altro. No, ancora una cosa: sapere , persino nel sonno più profondo, che Tu sei lì. E ancora: ascoltare come risuona il Tuo cuore. E baciarlo…

Ti dico soltanto ( ancora una volta) che Ti voglio bene. L’amore vive di eccezioni, di esclusività. L’amore vive di parole e muore nelle azioni. Troppo intelligente, io, per voler essere davvero la tua Russia! Modi di dire. Modi di Amare. “

Da tenere di conto che i due Grandi Poeti non ebbero la possibilità di incontrarsi in vita.

Rielke si spense dopo breve tempo dal loro intenso, pregno carteggio…

Il loro era un risuonare da artista ad artista, le loro parole rimbalzano ricolme di suoni e pluri significati più o meno reconditi, velati.

Una sinfonia di suoni poetici, di bellezza, di potenza.

Un prisma con miriadi di sfaccettature, luci e riflessi.

Un’ultima immagine ci viene, invece, da Hermann Hesse e Signora ancora insieme in tarda età e sono descritti da Miguel Serrano: “…Più tardi, ritornai sui miei passi e vidi che Hesse era ancora lì, che bruciava degli sterpi: avviluppato dal fumo, sembrava stesse eseguendo un antico rito. Poi qualcuno scese verso il giardino, e riconobbi la moglie di Hesse. Portava un cesto sulla spalla, e mentre si avvicinava, si aggiustò civettuolamente i capelli grigi. Capii che questo gesto era per piacere ad Hesse e provai quasi vergogna per averla sorpresa. Era commovente pensare che questa donna matura desiderasse apparire piacente ad un uomo di ottanta anni, e indicava chiaramente quale fosse la profondità del rapporto. Decisi di andare via, ma mentre mi allontanavo potei ancora scorgerli avviarsi lungo i sentieri del giardino. Ella camminava innanzi e lui più indietro; raccoglievano erbe che riponevano nel cesto. Immaginai che quello fosse il modo in cui doveva aver vissuto il saggio cinese dell’antichità. E in effetti, Hesse somigliava ad un vecchio filosofo cinese o al saggio albero del suo racconto. Quando passai accanto alla casa, egli mi vide, si volse e agitò il suo ampio cappello estivo in segno di saluto.

E noi ci congediamo da voi dopo avervi proposto qualche modello letterario e chiedendo se nel nostro momento attuale, alle porte, di un cambiamento epocale, di forma del mondo, dell’uomo come essere umano, ha ancora senso quanto proposto ed in che modo?

Ritorniamo infine al testo di Filemone e Bauci di Jünger e così riportiamo fedelmente: Nietzsche annuncia l’uomo nuovo, descrivendone le caratteristiche nella figura di Zarathustra. All’utopia egli si avvicina con la figura dell’ultimo uomo”; non è perciò un caso che Aldous Huxley, nella sua previsione circa il secolo incipiente, l’abbia descritta minuziosamente. Il punto cruciale di questa sua opera sorprendente (Brave New World, 1932) consiste nella creazione di tipi fissi attraverso la scienza. Così si pone fine al progresso.

Proprio in quella direzione e vicini al traguardo sembriamo dirigerci…

A.T. del mondo di Eumeswil

VIDEO. "Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia". Con Maria Cristina Guidotti

 

Leggi anche: Associazione Eumeswil


 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

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La Peonia, regina dei prati - Centro Botanico Moutan
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(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil

Capita e non di rado di sentir rapito lo sguardo e catturato dal grappolo giallo della mimosa che ci indica che la primavera è vicina.

Massoneria e nuova messa
Massoneria e nuova messa

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Kirchhorst,18 luglio 1939
Durante l’epidemia di colera ad Amburgo la parola “amburghese” divenne in Germania un insulto. La strana insoddisfazione che suscita il ricordo di certe esperienze.

il magico teatro da camera
il magico teatro da camera

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Vi sono tanti modi di viaggiare specialmente ora che i voli a buon mercato hanno invaso il cielo. Ognuno è attratto dai vari paesagggi per ragioni assai differenti tra loro… Si può viaggiare e non far turismo per motivi di ricerca. Questo movimento necessita di tempo a disposizione, lentezza, capacità di interagire e far conoscenza con le persone dei luoghi che si visitano.

Il tempo, la vita, il lavoro, la salute: Infortuni sul lavoro
Il tempo, la vita, il lavoro, la salute: Infortuni sul lavoro

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Conoscere persone è conoscere mondi, punti di vista differenti, apprendere a relazionarsi e a scoprirsi. Il mondo del lavoro è un ambiente per instaurare nuovi rapporti. Oggi giorno la vita della maggior parte delle persone trascorre sul lavoro o pensando al lavoro visto che oramai molti lo possono compiere ovunque essi siano. Poi c’è un gruppo, più esiguo, che non sa come “ammazzare il tempo”.

La fabula Aristaei virgiliana (Georgiche IV, vv. 315-558) una proposta di interpretazione alla luce delle dottrine orfiche
La fabula Aristaei virgiliana (Georgiche IV, vv. 315-558) una proposta di interpretazione alla luce delle dottrine orfiche

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Dopo un autunno ed un inizio inverno umido, grigio, dai colori velati, dai tronchi degli alberi bianchi, si inizia a nutrire il desiderio della luce solare che ravviva le giornate, l’anima,consente alla natura di germogliare! Ai tempi del liceo si era soliti immergerci nella natura virgiliana. Rifarlo da adulti è altra cosa…

"Il sacerdote e lo sciamano” La musica lirica - la spiritualità
"Il sacerdote e lo sciamano” La musica lirica - la spiritualità

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil

Osserviamo lungo un fiume un volo di un airone dal cielo discende e plana sull’acqua. Intorno a lui le anatre si tuffano e riescono dall’acqua così come qualche raro pesce salta in aria e sprofonda nuovamente giù nel suo regno. La luce del sole è velata da nubi filanti come zucchero lavorato. La luce è tiepida, non è già più mattino presto.

Vi è il tramonto visto attraverso i rami spogli che si intrecciano tra di loro.

''Inno, danza, pensiero'' - Le musiche di Gurdjieff e de Hartmann
''Inno, danza, pensiero'' - Le musiche di Gurdjieff e de Hartmann

 

(di Antonella Tommaselli)

Voi come attraversate la strada di questi tempi? Occorre fare molta attenzione… Le strisce pedonali possono essere un luogo per essere birilli… Siamo tutti assai distratti… Con la testa tra le nuvole… Badiamo assai poco al mondo reale! Le strisce pedonali o attraversamenti pedonali sono il luogo dove il pedone ed il guidatore di qualsiasi mezzo può avvertire improvvisamente la sensazione di essere riportato nel mondo.

Meditazione, riflessione sul: Natale
Meditazione, riflessione sul: Natale

 

(di Antonella Tommaselli)

In alcuni slarghi di strade di quartiere abbiamo scorto, nel corso del presente mese, venditori di alberi di abete, di Natale. Ognuno di loro ha mani forti, occhi limpidi, voce e lingua schietta il più delle volte, non manca un accenno di furbizia.

Come si sente, come si ascolta: l’apparato uditivo
Come si sente, come si ascolta: l’apparato uditivo

 

(di Antonella Tommaselli)

Ssss, amico carissimo, sss, sss, non vedi ho il dito indice sulla bocca, ti prego:

“Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.

Julius Evola: ''Fuoco Segreto. Lettere, interviste, documenti, testimonianze, inediti''
Julius Evola: ''Fuoco Segreto. Lettere, interviste, documenti, testimonianze, inediti''

 

(di Antonella Tommaselli)

In queste giornate molti guarderanno le vetrine cercando regali da fare… Vi sarà chi d’istinto verrà attratto da oggetti nuovi e chi da passati. In qualche famiglia si sfoglieranno vecchi album di foto. Si vedranno scatti, presi furtivamente così come si fanno al volto di persone quando ci troviamo a viaggiare in culture diverse da quelle di appartenenza.

Carlo I e la guerra che uccise l'Europa
Carlo I e la guerra che uccise l'Europa

 

(di Antonella Tommaselli)

Si è in una antica Chiesa all'ascolto dei canti gregoriani. I monaci intonano i vespri. Si prova a concentrarsi sulle voci, a guardare il luogo con una certa distanza da se stessi. Si osserva la chiesa e si osserva se stessi mentre si guarda. Mentre tale processo avanza la mente si sofferma sulle colonne massicce che dividono la chiesa in tre navate. Si mirano gli architravi ed il peso che sorreggono le colonne lasciando spazi al di sotto per deambulare.

Majnun e Majdub: l’irresistibile attrazione dell’Essere
Majnun e Majdub: l’irresistibile attrazione dell’Essere

 

(di Antonella Tommaselli)

Conoscevo la danza cadenzata delle ore, ma, per caso, in questi giorni, mi sono trovata a ballare la danza cadenzata delle foglie. Un lieve vento le smuove e felici cadono a terra. Paion vestite da sera. Il loro abito è di organza, seta e chiffon e la luce le attraversa. È tanta la gioia, guardandole, che mi sento smossa all'interno e danzo con loro. Mentre loro si adagiano delicatamente nei prati, io mi sento portata nei cieli...

QOÈLET. Ecclesiaste
QOÈLET. Ecclesiaste

 

(di Antonella Tommaselli)

Chi, adesso, si leva presto al mattino, nota l'assenza del sole e del calore a rischiarare la propria giornata specialmente nel momento in cui gli occhi si aprono al nuovo giorno. Una lieve bruma vela l'occhio, l'anima e le membra sono fredde.

Richard Wagner: I'ideale di Bayreuth
Richard Wagner: I'ideale di Bayreuth

 

(di Antonella Tommaselli)

Iniziamo lo scritto con cui ci uniamo a Voi, questa settimana con questa espressione latina "pro captu lectoris habent sua fata libelli" (lett. "secondo le capacità del lettore i libri hanno il loro destino") è il verso 1286 del De litteris, De syllabis, De Metris ("La fonetica, le sillabe, la metrica") di Terenziano Mauro.

La vita come contemplazione
La vita come contemplazione

 

(di Antonella Tommaselli)

È autunno. Si cammina lungo una laguna. L’acqua è ferma, immobile. Siamo circondati dai colori del verde, del rosso e del giallo, del marrone della vegetazione che compongono un mosaico di chiome di alberi affusolati, tondeggianti, scapigliati, a pois… Più alti, più bassi...

Aforismi in difesa di un attacco ideologico alla millenaria cultura occidentale
Aforismi in difesa di un attacco ideologico alla millenaria cultura occidentale

 

(di Antonella Tommaselli)

I cancelli sono fatti per aprirsi innanzi a noi o richiudersi alle nostre spalle! Si apre un cancello, un varco, nel pieno dell’arsura estiva per ritemprarsi, trovar ristoro in un giardino ordinato. Ci si siede con un libro in mano e si lascia vagare lo sguardo tra gli alberi, le piante che ci circondano.

Appello di presa di consapevolezza sui pericoli incombenti del nostro inquietante presente
Appello di presa di consapevolezza sui pericoli incombenti del nostro inquietante presente

 

(di Antonella Tommaselli)

Chi ha studiato mitologia oppure astrologia o guarda furtivamente al suo oroscopo avrà notato un nome balzare fuori, Il nome di Marte dio della guerra! Oggi non pensiamo più che le guerre possano essere dovute allle influenze degli astri, planetarie seppur molti credono ad astrologi, cartomanti, vati, oracoli e quant'altro...

Il ruolo cardine della musica e della creativita' nei più recenti metodi educativi
Il ruolo cardine della musica e della creativita' nei più recenti metodi educativi

 

(di Antonella Tommaselli)

Il mondo è oramai noto. Non vi sono terre inesplorate, sconosciute. I satelliti, i droni riprendono ogni punto della terra. Le terre vergini vi sono ancora, però! Sono i bambini. Sono le creature. Fin dal loro concepimento cresce un mondo ed una possibilità di realtà nuova.

L'Apocalisse: Firenze, la bellezza, le cose ultime
L'Apocalisse: Firenze, la bellezza, le cose ultime

 

(di Antonella Tommaselli)

adagiamo, posiamo lo sguardo sul mare. Ci colpisce quando la sua acqua è particolarmente trasparente, color acquamarina e ci lascia scorgere cosa contiene in profondità. Il fenomeno della trasparenza avviene quando l'acqua è limpida, pulita, decantata, par farsi vetro invisibile.

Intelligenza, fortuna e azzardo
Intelligenza, fortuna e azzardo

 

(di Antonella Tommaselli)

Guardo il mare da diversi giorni con una certa costanza e lo vedo placido e tranquillo al contrario del mondo lontano che fa baccano… Lo ascolto e mi interrogo. Ma tu canti o suoni? Non è sempre uguale ascoltarti, muti nel tempo, ma non sei mai rumoroso, ma sempre armonioso.

Ri-Creazione!
Ri-Creazione!

 

(di Antonella Tommaselli)

Questo scritto è dedicato a chi coltiva ancora uno spirito da bambino, un tempo ozioso, per chi si riserva momenti per contemplare la bellezza di cui facciamo parte e, nonostante non si sia perfetti, si nota la tensione verso questo processo nell'operato di una esigua parte degli umani di epoche remote e presenti.

Oltre l'Irriducibile e oltre l'Invisibile
Oltre l'Irriducibile e oltre l'Invisibile

 

Sono le primissime ore di un nuovo giorno, quando l'aria è ancor fresca e carezzevole ed il sole ci giunge morbido, la sua luce è tenue e delimita i contorni degli oggetti... Non li rende sfumati. Il corpo e sul letto, giace lì senza la copertura delle fresche lenzuola. Non vi è bisogno.

JURI CAMISASCA. Non cercarti fuori, la risposta è nel silenzio
JURI CAMISASCA. Non cercarti fuori, la risposta è nel silenzio

 

Che dolce voglia di non far niente! Già solo di sentirsi esistere, vivi e vivere serenamente, piacevolmente a pancia in su e a pancia in giù... Guardare le formiche in un prato a far bighe, giocando con uno stelo d'erba! Avvertirlo solleticare l'epidermide...