I tumori possono essere contagiosi?
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Ven, Apr

I tumori possono essere contagiosi?

I tumori possono essere contagiosi?

Salute e Benessere
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Alcuni tipi di cancro sono dovuti a virus, ma una neoplasia non può essere trasmessa. Si possono invece ereditare mutazioni genetiche (rare) che provocano un tumore

I tumori possono essere contagiosi?
I tumori possono essere contagiosi?


Possono capitare diversi casi, anche dello stesso tumore, all’interno di un singolo nucleo familiare, ma il cancro non è né un virus né un batterio e dunque non ha alcuna possibilità di essere trasmesso. Circolano però leggende metropolitane che fanno riferimento a un contagio. C’è qualcosa di vero?«Per rispondere in maniera esaustiva a questa domanda - spiega Antonio Russo, ordinario di Oncologia medica dell’Università di Palermo e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) - dobbiamo prima chiarire qual è la differenza tra contagio e trasmissione genetica».

Cosa vuol dire quindi malattia contagiosa?

«Per contagio si intende la trasmissione di una malattia infettiva da una persona malata a una sana - chiarisce Russo -. In questo caso è richiesto un “agente infettivo”, ovvero un batterio o un virus, il cui trasferimento da un individuo malato a uno sano causa la comparsa della malattia in quest’ultimo. Questo è banalmente il caso del virus influenzale, ma anche del morbillo e della varicella».

Esistono virus o batteri in grado di causare tumori?

«Secondo stime recenti almeno un tumore su sei è causato da infezioni - dice l’esperto -: il Papillomavirus umano (o Hpv) è il principale imputato nell’insorgenza del carcinoma alla cervice uterina (ma ha un ruolo chiave anche in quelli di bocca, ano, pene e vulva); l’Helicobacter pylori è fra le cause di cancro allo stomaco; i virus dell’epatite B e C provocano quello al fegato e il virus di Epstein Barr è collegato a determinati tipi di linfoma. Ma essere infetti dal virus non significa che necessariamente ci si ammalerà di cancro: l’infezione rappresenta solo un fattore di rischio. Un attento monitoraggio, considerando che il processo di sviluppo di un tumore richiede anni, consente di intervenire tempestivamente qualora la lesione dovesse svilupparsi, ad esempio rimuovendola. Senza considerare che contro Hpv ed epatite già disponiamo di vaccini efficaci».

Dunque un tumore non può essere trasmesso?

«No, il cancro non è una malattia contagiosa che può essere passata da un soggetto malato a uno sano. Fra gli esseri umani, almeno. Mentre nel mondo animale esistono altre specie in cui sono stati riportati casi di cancro contagioso: ad esempio tra cani, tra diavoli della tasmania e tra criceti dorati. Inoltre, in una pubblicazione del 2016 sulla prestigiosa rivista Nature, i ricercatori hanno dimostrato come la trasmissione di cellule cancerose possa verificarsi tra specie animali in ambiente marino».

Cosa si intende invece per trasmissione genetica o ereditarietà?

«Per trasmissione genetica si intende il trasferimento diretto di un particolare “aspetto” (ad esempio il colore degli occhi o dei capelli) dai genitori ai figli. Per quanto riguarda i tumori, sappiamo che esistono alcuni geni le cui alterazioni aumentano il rischio di sviluppare un determinato tumore (ad esempio i geni BRCA per le neoplasie della mammella e dell’ovaio). Quella di poter ereditare un tumore è una paura diffusa, ma se si guardano i numeri ci si sente rassicurati: solo una quota molto bassa (meno del 2%) di tutti i tumori diagnosticati ogni anno viene inserita nella categoria di quelli che in gergo si chiamano “familiari”».

Perché in alcune famiglie si registrano molti casi di tumore?

«Questi geni “malati” (alterati) possono essere trasferiti da genitore a figlio e quindi quest’ultimo, se portatore della mutazione, avrà maggiori probabilità di sviluppare un tumore. Questa è la ragione per cui, in alcune famiglie, si possono verificare più casi di cancro. Bisogna però ricordare che ereditare un gene alterato non corrisponde alla certezza che prima o poi ci si ammalerà di cancro, ma comporta soltanto un rischio (consistentemente più alto rispetto alla popolazione generale) di sviluppare la neoplasia. In questo caso quindi il gene “malato” viene trasmesso solo tra consanguinei, ma in nessun modo esso può tramesso tra individui non direttamente imparentati tra loro. Per fare un esempio pratico: se una donna che ha ereditato un “gene malato” sposa un uomo sano non potrà assolutamente trasmettere la mutazione al marito, ma potrà invece trasferirla ai figli, che avranno quindi un maggiore rischio di sviluppare un determinato tipo di cancro». (Corriere.it)

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