Di Maio, su manovra nessun piano B, non si arretra
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
28
Gio, Mar

Di Maio, su manovra nessun piano B, non si arretra

Di Maio, su manovra nessun piano B, non si arretra

Politica
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Discuteremo con la Commissione Ue ma indietro non si torna

Di Maio, Juncker, Salvini
Di Maio, Juncker, Salvini


"Nessun piano B" sulla manovra da far scattare in caso di un'emergenza spread a 400, e "deve essere chiaro" anche a Bruxelles, perché sulla manovra "il Governo non arretrerà". Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, lo sottolinea a margine di una visita al 'Villaggio Coldiretti". Dopo la lettera arrivata dai commissari Moscovici e Dombrovskis ci sarà "una fase di interlocuzione" con la Commissione Ue ma, ribadisce, "indietro non si torna".

"Ci aspettavamo che questa manovra non piacesse a Bruxelles, adesso inizia una fase di discussione con la Commissione ma deve essere chiaro che indietro non si torna", dice Di Maio. E sottolinea: "Questa non è una manovra che deve sfidare Bruxelles. E' una manovra che deve ripagare il popolo italiano di tanti torti subiti", su pensioni, lavoro, risarcimenti "per chi è stato truffato dalle banche e dai precedenti Governi", e per "chi ha diritto di pagare meno tasse perché sono imprenditori o partite Iva. Questo è il nostro obiettivo, poi ci sarà una interlocuzione nei prossimi mesi e nelle prossime settimane". "Apprezzo", dice Di Maio, "il fatto che sia stata mandata a mercati chiusi. Abbiamo tutto il weekend per discutere di questa lettera a mezzo stampa, ma deve essere chiaro che questo Governo non arretra. Adesso il ministro Tria inizierà una interlocuzione con le istituzioni, il presidente Fico sarà nei prossimi giorni a Bruxelles. Saremo tutti compatti e faremo un gioco di squadra per spiegare alla Commissione Europea che gli italiani hanno bisogno di queste misure e che non sono misure spot ma finalmente cambiamo la vita delle persone". Preoccupazioni in vista della scadenza del 15 ottobre? "No, non sono preoccupato, perché dopo tanti anni abbiamo scritto una manovra del popolo. E quando si aiuta la gente non si può essere preoccupati. Sono tranquillissimo".

"Le previsioni non si fanno sui se. Noi siamo convinti che quello sarà il tasso di crescita e con quella crescita riusciremo a ripagare il debito e abbassare il deficit", spiega Di Maio.

"Non sono venuto qui per alzare i toni con l'Europa perché, diciamolo chiaro, questa Europa è finita", sopravvivrà ancora "pochi mesi". Di Maio sottolinea che dalle prossime elezioni europee si aspetta "un terremoto" politico in Europa proprio "come c'è stato un terremoto con il voto in Italia". Così, voci che oggi fanno fatica a farsi ascoltare in Europa avranno, dopo le europee, "il quadruplo della forza avuta in questi anni".

Juncker, Italia in situazione difficile, rispetti i patti - "Non ho paragonato l'Italia alla Grecia", ma certamente "l'Italia si trova in una situazione difficile". "Non spetta alla Commissione" entrare nel merito delle misure inserite in manovra come la flat tax o il reddito di cittadinanza ma "spetta ai politici italiani impostare misure che consentano all'Italia di rimanere entro gli obiettivi di bilancio concordati". Lo afferma il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in un'intervista al quotidiano viennese Der Standard ribadendo che se tutti chiedessero una deroga alle regole l'euro sarebbe in pericolo.

 "Non ho sentito cosa ha detto, l'ho solo letto. Queste cose non le prendo neanche in considerazione. Il fatto che due vicepremier italiani si esprimano in modo estremamente sboccato sulla Ue fa capire tante cose". Lo afferma Jean-Claude Juncker rispondendo - in un'intervista a Der Standard - alle parole di Matteo Salvini che aveva detto di voler parlare solo con "persone sobrie". "Che il vicecancelliere austriaco Strache ora dica di essere amico di Salvini mi sorprende, ma non troppo. Non possiamo scegliere i parenti, gli amici invece sì". (ANSA)

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: RedEmail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.