E’ morto Raoul Casadei. Il re del liscio non ce l’ha fatta vincere la sua battaglia contro il Covid. Dal 2 marzo scorso era ricoverato all'ospedale Bufalini di Cesena dopo aver contratto il coronavirus. Oltre a lui, anche gli altri famigliari della «dinastia» romagnola erano stati contagiati.
Raoul viveva con la moglie Pina ei figli al “recinto” di Villamarina di Cesenatico insieme ai figli Carolina e ai nipoti. «Sta benino - aveva raccontato la figlia Carolina il giorno in cui era stato ricoverato». Spiegando che la «preoccupazione maggiore è stata quando abbiamo notato sul saturimetro che la saturazione era bassa. Anche in considerazione dei suoi 83 anni compiuti il 15 agosto, i medici che sono venuti a casa a fargli l'ecografia ai polmoni e hanno visto che aveva un po' di polmonite, ci hanno consigliato di ricoverarlo».
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Raoul Casadei si era appassionato alla musica a sedici anni, quando lo zio Secondo, direttore della più famosa orchestra di liscio romagnolo (fondata da lui nel 1928), gli aveva regalato una chitarra.
Alla fine degli anni '50 i suoi primi spettacoli dell'Orchestra Casadei. Lo zio decise così di rinominare la sua formazione “Orchestra Secondo e Raoul Casadei”. L'Orchestra Casadei dagli anni '60 diffonde la musica da ballo romagnola in tutta l'Italia eseguendo più di 365 concerti all'anno. Nel 1971, dopo la morte dello zio Secondo, aveva preso in mano la conduzione dell'orchestra.
La sua principale prerogativa era quella di far conoscere a livello mondiale il genere musicale del liscio, attraverso i valori della propria terra romagnola: la famiglia, l'amore e l'amicizia.