Fmi: netto rialzo per stima Pil Italia 2021
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20
Sab, Apr

Fmi: netto rialzo per stima Pil Italia 2021

Economia
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Dopo la 'prudenza' manifestata nelle previsioni di gennaio scorso, il Fondo Monetario Internazionale rivede nettamente al rialzo la stima per il Pil dell'Italia nel 2021 con una crescita che ora è attesa al +4,2%, con un aumento di 1,2 punti rispetto alle valutazioni di tre mesi fa. Nel World Economic Outlook appena diffuso, il Fondo mantiene invece ferma la stima per il 2022, con una crescita del Pil italiano vista al 3,6%. Il nuovo dato per il 2021 rappresenta comunque un calo di un punto rispetto al +5,2% stimato dall'Fmi a ottobre scorso, quando però si prevedeva una flessione nel 2020 del 10,6% contro il -8,9% finale.  

Per il quarto trimestre 2021 il Fondo indica inoltre una crescita annua del Pil al 4,5% mentre per il 2022 la stima è a +2,6%. A spingere la crescita del Pil italiano nel biennio 2021-22 - secondo le stime del Fondo - è in particolare la ripresa dei consumi con un aumento del 6,0% quest'anno e del 3,3% il prossimo, mentre la domanda interna complessiva è stimata in crescita rispettivamente del 4,1 e del 2,9%. 

Il Fondo Monetario vede poi "prospettive migliorate" per l'economia mondiale e dopo il calo del 3,3% registrato lo scorso anno rialza a +6% le stime di crescita globale per il 2021. Nel World Economic Outlook l'Fmi rivede quindi in positivo le valutazioni fatte nell'ottobre scorso con un dato migliore di 1,1 punti per lo scorso anno e di 0,8 punti per il 2021. Per il 2022 la nuova stima - riveduta al rialzo di 0,2 punti - è di una crescita del Pil globale del 4,4%. Si tratta di stime che, si spiega, "riflettono i risultati superiori alle attese nella seconda metà del 2020" legati "all'allentamento dei lockdown e all'adattamento ai nuovi modi di lavorare" registrati nella maggior parte delle economie. 

Nel medio termine, continua il Fondo, la crescita globale dovrebbe attestarsi al 3,3% ed è possibile che, "grazie a una risposta politica senza precedenti, la recessione legata al Covid-19 lasci cicatrici minori rispetto alla crisi finanziaria globale del 2008". Il Fondo riconosce, anche alla luce dell'andamento dei contagi e delle campagne vaccinali, che "una elevata incertezza circonda le prospettive globali" e sottolinea come "le economie dei mercati emergenti e i Paesi in via di sviluppo a basso reddito sono stati colpiti più duramente e si prevede che subiranno perdite più significative a medio termine", laddove le economie avanzate, grazie allo spazio fiscale disponibile, hanno potuto contare su interventi di sostegno più consistenti e profondi. 

LAVORO - Sembrano destinate ad essere più profonde le ferite della pandemia sul mercato del lavoro in Italia: lo certifica il Fondo Monetario Internazionale che stima una crescita continua del tasso di disoccupazione nel nostro Paese, previsto in aumento dal 9,1% del 2020 al 10,3% quest'anno per poi toccare l'11,6% nel 2022. Un andamento contrario a quello atteso ad esempio negli Stati Uniti, dove il tasso dell'8,1% dello scorso anno praticamente si dimezzerà nel 2022 al 4,2%, con un forte calo al 5,8% già quest'anno. 

Il livello di disoccupazione in Italia nel 2022 potrebbe quindi essere triplo rispetto al 3,7% previsto per la Germania e secondo, fra le grandi economie dell'Eurozona, solo alla Spagna che però dovrebbe vedere una diminuzione dal 16,8% stimato nel 2021 al 15,8% nel prossimo anno. Per l'area dell'euro, le stime Fmi sono di una disoccupazione nel biennio 2021-22 rispettivamente all'8,7 e 8,5%. 

INFLAZIONE - Nel World Economic Outlook, il Fondo ipotizza per l'Italia anche un'inflazione in leggera accelerazione (+0,8% quest'anno e +0,9% il prossimo, i valori più bassi fra le principali economie) e una bilancia dei conti correnti in avanzo del 3,5% del Pil quest'anno e del 3,4% nel 2022. 

Per quanto riguarda i conti pubblici italiani, a causa della pandemia di coronavirus, il deficit di bilancio quest'anno dovrebbe toccare l'8,8% del Pil, con un miglioramento solo marginale rispetto al pesantissimo 9,5% dello scorso anno, secondo il Fondo Monetario Internazionale che vede anche nel prossimo anno - ultimo esercizio nel quale l'Ue dovrebbe accettare uno sforamento del Patto di Stabilità - un 'buco' del 5,5%. Per il 2026 la stima dell'Fmi è di un rosso pari all'1,8%. 

DEBITO/PIL - Questo andamento fiscale inevitabilmente si ripercuoterà sul rapporto debito/Pil che dopo il balzo di oltre 20 punti compiuto lo scorso anno, quando è salito al 155,6%, nel 2021 dovrebbe registrare il picco al 157,1% per poi tornare il prossimo anno al 155,5% e nel 2026 declinare al 151%. Fra le altre grandi economie, spicca l'andamento della Germania, dove dal 70,3% stimato nel 2021, il rapporto debito/Pil nel 2026 dovrebbe addirittura scendere sotto i livelli pre-pandemia, attestandosi al 57,1%, grazie anche a un surplus di bilancio dello 0,6%. 

Per quanto riguarda Stati Uniti e Regno Unito, per via soprattutto degli impegnativi interventi di sostegno pubblico anti-crisi, per Washington (che dopo il deficit del 15,8% messo a segno lo scorso anno nel 2021 dovrebbe vedere un ulteriore rosso del 15%) il debito pubblico è visto in crescita costante dal 127,1% del 2020 al 134,5% del Pil nel 2026, mentre a Londra questo rapporto dovrebbe crescere fino al 113% del Pil fra 5 anni (contro un 85,2% nel 2019). 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.