La sicurezza sulla strada
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Ven, Apr

La sicurezza sulla strada

Il senso della vita
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La sicurezza sulla strada
La sicurezza sulla strada

 

Camminiamo, guidiamo, conduciamo la bicicletta, il motorino, l’auto! Ma in che stato lo facciamo? Vi riportiamo un breve passo… Alzi la mano chi non si rispecchi in quanto è scritto! Ed alzi altrettanto la mano chi non ha neppure MAI prestato attenzione a quanto vi è enunciato nello scritto:

"Percorrevo un giorno la Liteyny nella direzione della Prospettiva Nevsky e, nonostante tutti i miei sforzi, ero incapace di mantenere l’attenzione sul "ricordare me stesso". Il rumore, il movimento, tutto mi distraeva. Ad ogni istante perdevo il filo dell’attenzione, lo ritrovavo e lo riperdevo. Alla fine, provai verso di me una specie di irritazione ridicola e girai in una via a sinistra, fermamente deciso, questa volta, a "ricordarmi di me stesso" almeno per qualche tempo, ad ogni modo fino a quando avrei raggiunto la via seguente. Raggiunsi la Nadejdinskaya senza perdere il filo dell’attenzione, salvo forse per brevi istanti. Allora, rendendomi conto che mi era più facile, nelle vie tranquille, non perdere la linea del mio pensiero, e desiderando mettermi alla prova nelle vie più rumorose, decisi di ritornare alla Nevsky continuando a ricordarmi di me. La raggiunsi senza aver smesso di ricordarmi di me ed incominciavo già a provare lo strano stato emozionale di pace interiore e di fiducia che viene dopo grandi sforzi di questo tipo. Proprio all’angolo con la Nevsky, vi era il tabaccaio che mi forniva le sigarette. Continuando a ricordarmi di me, mi dissi che sarei entrato ad ordinare qualche scatola. Due ore più tardi, "mi svegliai" nella Tavricheskaya, cioè molto lontano. Stavo andando dal mio editore. La sensazione del risveglio era estremamente viva. Posso quasi dire che "rimanevo in me". Di colpo mi ricordai di tutto: come avevo percorso la Nadejdinskaya, come mi ero ricordato di me stesso, come avevo pensato alle sigarette e come, a questo pensiero, ero caduto, come annientato, in un profondo sonno. Tuttavia, mentre ero così immerso in quel sonno, avevo continuato a compiere delle azioni coerenti ed opportune. Avevo lasciato il tabaccaio, telefonato al mio appartamento della Liteyny e al mio editore. Avevo scritto due lettere. Poi ero ritornato a casa. Avevo risalito la Nevsky sul marciapiede di sinistra fino alla Porta Gostiny con l’intenzione di raggiungere l’ Offitzerskaya. Allora, cambiando idea, poiché si faceva tardi, avevo preso una slitta per andare al mio editore nella Kavalergardskaya. Strada facendo, lungo la Tavricherskaya, cominciai a sentire uno strano malessere, come se avessi dimenticato qualcosa. E "all’improvviso mi ricordai che avevo dimenticato di ricordare di me""…

Quanti tra noi non hanno mai prestato al ricordo di sé convinti di essere sempre vigili, attenti e si sono ritrovati a tamponare l’auto avanti, facendo retromarcia, invece, hanno colpito un palo o qualcosa che era dietro..., a non essersi accorti del ciclista mentre aprivano lo sportello della propria autovettura e talvolta neppure ricordarsi di dove averla parcheggiata… La disattenzione è talmente alta che non ci ricordano di mantenere la velocità della nostra auto entro un certo limite oppure mentre camminiamo in autogrill, aeroporti di prestare attenzione al pavimento bagnato e stare attenti a non scivolare, tanto è vero che troviamo i famosi cartelli, insegne che ci indicano di prestare attenzione. Questi sono solo alcuni dei pochi esempi di come si trascorra la vita dimentichi di prestare attenzione a noi stessi e al prossimo.

Nel vasto pantheon della letteratura vi sono due testi molto interessanti "Lo zen ed il tiro con l’arco" e "L’arte della manutenzione della motocicletta", seppur con uno spirito più di apprendere a migliorare, di mettersi alla prova, ci siamo accordati con il nostro pilota, istruttore di guida sicura Gianni Bellandi a dare vita a dei brevi video su: "La sicurezza sulla strada". Concerteremo insieme: Gianni Bellandi parlerà del comportamento sulla strada per pedoni, ciclisti, guidatori di moto, autoveicoli e noi vedremo, come ricercatori, avventurieri dello spirito di scrivere qualcosa di riflesso, di adeguato su la "vettura umana", se ciò troverà il vostro consenso.

In un mondo che tende ad andare sulla specializzazione, sulla visione monocorde, noi cercheremo la visione umanista e seguiremo la lezione di Goethe ed Jünger. Sarà un esercizio, per noi stessi, per vedere cosa siamo in grado di fare!

Un esercizio di guida sicura della nostra autovettura: di noi stessi! Siamo tutti e sempre sulla strada! L’uomo può essere considerato anche come "homo viator, in intinere", in viaggio e fra mille sentieri, tortuose vie, alla continua ricerca della "via Maestra", ed ecco sempre il nostro amato Jünger cosa ci ricorda:

SULLA CRISTOLLOGRAFIA
Überlingen

Mi sembra di avere imparato, negli ultimi anni, qualcosa di quella capacità, propria dell’arte del linguaggio, che rischiara la parola fino alla trasparenza. Giudico tale capacità, più di ogni altra, adatta a risolvere un dissidio che sovente ci turba con violenza - il dissidio tra la parvenza esteriore e la profonda realtà della vita. Spesso ci pare che la fisionomia e il senso profondo di questa realtà profonda siano proprio nella forza con cui essa produce l’esteriore parvenza, la scorza del mondo accesa dai colori dell’arcobaleno, la cui vista ci commuove con ardente intensità. Ed ecco, questo modello variopinto ci appare a sua volta composto unicamente di segni e di lettere dell’alfabeto, mediante i quali la realtà profonda ci parla dei suoi segreti. Noi perciò possiamo vivere volti all’esterno oppure all’essenza interiore, ma in ogni caso ci incatena il dolore connaturato all’uomo che, ovunque si volga, sempre si distoglie da meravigliosi beni. L’inquietudine ci assale durante il severo esercizio della solitudine, ma anche quando sediamo alle mense mondane festosamente imbandite.

La trasparente visione che si forma è quella in cui risaltano ad un tempo, intelligibili al nostro sguardo, la profondità e la superficie. È possibile osservarla nel cristallo, che potremmo definire un essere capace di formare una superficie interiore, e, nello stesso tempo, di esternare la propria profondità. E qui vorrei porre la questione se il mondo, nel suo insieme e nei dettagli, non imiti proprio la struttura dei cristalli - ma in tal modo che il nostro occhio soltanto di rado lo possa vedere attraverso questa sua qualità cristallina. Esistono segni rivelatori: ognuno, certo, ha sperimentato almeno una volta come in circostanze decisive uomini e cose s’illuminino, e magari a tal punto da suscitare in chi li guarda un senso di vertigine o addirittura un brivido di spavento. È ciò che avviene in presenza della morte, ma ogni altra forza densa di significato, la bellezza, per esempio, provoca simili effetti; in particolare, la forza che è capace di suscitarli è la verità. Così, se vogliamo riferirci a qualcosa di assai noto, l’intuizione della pianta originaria altro non è se non la percezione, al momento giusto, di quel carattere propriamente cristallino. Analogamente, in un colloquio su cose che ci toccano nell’intimo, le voci divengono trasparenti; noi comprendiamo il nostro interlocutore, attraverso lo schermo costruito dalle sue parole, in un altro senso quello decisivo. Andando più oltre, potremmo supporre l’esistenza di punti in cui questa sorta di acuta visione non nasca da un inconsueto stato di grazia, ma sia parte essenziale di una mirabile vita perenne.

Per quel che riguarda, sotto questo aspetto, l’uso delle parole, esso trae forza dalla natura stessa del linguaggio, che possiede a sua volta profondità e superficie. Ci accade di usare innumerevoli espressioni in cui è insito un significato ovvio e, insieme, un senso recondito; ciò che nel mondo visibile agli occhi è la trasparenza, qui è la segreta consonanza. Anche nelle figure dello stile, in primo luogo nella similitudine, molto dipende da come si supera l’illusione di un discorso contraddittorio. Occorre, però, procedere con agilità: se si usa una lente affilata per spiare la bellezza degli animali infimi, non si abbia poi timore d' infilare un verme all’amo, quando si voglia carpirne qualcosa della mirabile vita che popola gli oscuri abissi delle acque. Ma dall’autore sempre si deve esigere che le cose non gli appaiono isolate, non alla rinfusa e non casuali: il dono della parola gli è stato concesso perché egli lo indirizzi all’ Uno e al Tutto.

Gianni Bellandi, pilota FIA ACI Sport Istruttore Guida Sicura. Per tre anni è Istruttore alla Scuola Pilota Ferrari ed a quella Alfa Romeo Marlboro di Andrea de Adamich. - È uno dei fondatori di ANIGS ed istruttore di Guida Sicura (Ass. Naz. Istruttori Guida Sicura) collaborando come istruttore, pilota, tester e formatore in aula per una serie di Case quali Audi, Alfa Romeo, Ferrari, Fiat, Citroen, Kia, Lancia, Honda, Jaguar Jeep, Lamborghini, Maserati, Mercedes AMG, KIA, MG Rover, Nissan, Peugeot, Renault, Seat, Skoda, Subaru, VW, Michelin, Bridgestone, Continental, LASSA, ASCQuattroruote.

Giornalista Pubblicista e Speaker in Radio e TV fra le quali: Radio Monte Carlo, Rai Isoradio, Nuvolari, Panorama Auto, AUTO, Pista, Notiziario Motoristico, DINAMICA Channel, Vroom e Linea TV.

VIDEO. La sicurezza sulla strada. Con Gianni Bellandi, pilota e istruttore di guida sicura

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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