Il Giudeo Americanismo - il problema dell'ora presente. Parte Terza: la Religione
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Dom, Apr

Il Giudeo Americanismo - il problema dell'ora presente. Parte Terza: la Religione

Il senso della vita
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Il Giudeo Americanismo - il problema dell'ora presente. Parte Terza: la Religione
Il Giudeo Americanismo - il problema dell'ora presente. Parte Terza: la Religione

 

Il mondo inizia con l’età dell’oro, dove il tempo era prezioso. Era prezioso e reso sacro anche ogni gesto compiuto! Ogni gesto era sacrificio: fare il sacro! Vi doveva essere ordine che rispecchiava l’ordine cosmico.

Abbiamo perso il senso del sacro ed è rimasto il fare senza sacralizzare ed è cambiato il significato del termine sacrificio: è divenuto fare con fatica! È cambiato pure il tempo! Da lento è divenuto veloce e la sua rapidità determina il movimento ed il cambiamento. Un presentimento già vivo dai quadri futuristi...

Il mondo è iniziato ad invecchiare e noi con esso.

"Si rinnova la giovinezza solo attingendo all’eterno immutabile pertanto sempre giovane"…

Essendo uomini abbiamo bisogno della fonte: con le viscere aride, con la gola riarsa corriamo alla fonte per ristorarsi, e la fonte scorre per ristorare…

L’oro è divenuto importante per adornarsi e per vendere ed acquistare! Prima il baratto, poi il sale, le monete ed ora le carte di credito…

Ogni epoca ha subito il progresso della tecnica e la trasformazione del denaro! Fin dall’antichità il denaro fu ricercato, ma anche visto come pericolo per l’uomo, se vissuto come eccesso.

La nostra epoca la potremmo considerare sotto l’influenza di Plutone! Ma il denaro oggi è ricercato ed agognato dai più, in quantità illimitate. È ciò che dona potenza all’essere. Non è importante essere qualcuno per autorità, magnitudo interiore derivante da saggezza; è importante avere! Non troviamo risorse, soddisfazioni, appagamento provenienti da un mondo interiore… Più soldi uno ha, più ha possibilità di fare.

Fare cosa? Non è importante cosa! Tutto ciò che passa per la testa! Non occorre aver cultura perché la cultura rende ricchi dentro mentre oramai il mondo lo si vive fuori: in vetrina.

Chi poggia il suo sguardo sull’occhio interiore e la pupilla del cuore? Chi osserva il mondo o i mondi con tale visione? Chi si espande in tale stato di grazia?

Ognuno insegue le immagini mutabili che il nostro essere genera di momento in momento, alla velocità di circa tre secondi! Ogni tre secondi muore un io e ne nasce un altro!

Ascoltando tali movimenti peristaltici usciamo di casa con l’intenzione di fare alcune cose e ci ritroviamo a fine serata ad aver fatto tutt’altro, ammesso di ricordare il primo pensiero avuto al mattino! L’uomo si trova ad intessere una vita, spesso, privo di auto osservazione, ricordo di sé, sapere controllare se stesso, privo di reali motivazioni esistenziali, vegeta anziché vivere. Può anche fare meditazione e a lungo, ma, se contemporaneamente non apprende a dirigere il proprio essere, la sola meditazione sarà di scarso aiuto.

Intorno a lui intanto la tecnica avanza, talvolta è in grado di comprenderla talvolta è soggiogato totalmente.

Così si trascorre la nostra vita, alla cieca, meccanicamente con la convinzione di condurre la nostra esistenza ed invece andando allo sbaraglio! Non sappiamo granché di come siamo fatti, non sappiamo molto delle insidie del mondo e raramente alziamo gli occhi al Cielo. Grazie ad internet già sappiamo tutto. Crediamo che una laurea ci abbia educati… e così, se saremo fortunati, faremo i soldi, se non già li abbiamo di famiglia o attraverso una idea bislacca che trova il consenso dei più…

Il video che oggi vi mostriamo è con Don Curzio Nitoglia: è la terza parte della sua spiegazione al Suo testo: "Il Giudeo - Americanismo. Il problema dell’ora presente. Parte terza: la religione".

In questo video, Don Curzio Nitoglia, ci spiegherà nel dettaglio come il protestantesimo di matrice europea si trasforma in America e diventa un culto al Dio denaro che si diffonde poi ovunque. Con dovizia di particolari ci spiega l’origine e come si propaga rapidamente tale mentalità che diviene un modello e stile di vita. Possiamo vederci tutti presi da tale morsa…

Possiamo constatare come la nostra esistenza si muova su scale! Talvolta crediamo di salirle, talvolta di scenderle! La forma delle scale è spiraliforme, a chiocciola.

Ogni epoca intesse mirabili prodezze in ogni campo e mirabili nefandezze. Il complicato è distinguerle.

Ogni lato possiede i suoi sostenitori che si guerreggiano! Questo fa sì che ogni veleno passa trovare anche il suo antidoto. E l’uomo di coscienza è posto a fare le sue scelte a non tuffarsi e lasciarsi trainare dalla corrente.

Mancano le scuole per diventare forti nell’interiorità. In un mondo che si vive tutto all’esterno c’è sempre più vergogna ad essere diversi e non volersi conformare, ma a cosa e perché? Ed io lo voglio?

Dobbiamo renderci conto che la maggior parte delle persone vive con assenza di coscienza e solo con il “sacrificio” volontario vi è la possibilità della creazione di una coscienza, consapevolezza esistenziale, una volta che uno si è reso conto di esserne privo deve iniziare ad osservarsi e a lavorare.

Bisogna apprendere a studiare in parallelo sia il mondo che l’uomo mirando sempre al Cielo. Solo in questo modo l’uomo può sfuggire alle “passioni” divenire appassionato e scoprire l’unità di tutto ciò che esiste e le analogie tra fenomeni di ordine differenti. Se l’essere umano non si appresta a studiare in maniera differente potrà avere quanti soldi vorrà ed andare su tutti i pianeti, ma sarà sempre insoddisfatto. Non occorre infatti andare fuori dall’atmosfera per cercare l’altro, ma occorre tuffarsi dentro per dimorare nell’abisso interiore e più in profondità uno sarà capace di andare tanto più in Alto avrà modo di abitare.

Il mondo evoluto e lo sviluppo della coscienza non potrà mai verificarsi in modo meccanico, ma solo in modo consapevole.

Ed ora Ernst Jünger:

“L’ABBONDANZA”

Überlingen

"Il detto di Esiodo secondo cui gli dei nascondono il nutrimento agli uomini, lo udii così presto, nei primi anni, che lo feci mio prima di averlo confermato dall’esperienza. Nel frattempo, trovai conferme sempre più convincenti della sua piena verità, e spesso proprio là dove l’opulenza sembra regnare.

A ciò potrebbe ascriversi la tendenza dell’uomo a scialacquare, in occasione di molti raccolti sovrabbondanti, una parte della messe e dei frutti, piuttosto che ribassare il prezzo.

I motivi originari di ciò si trovano in zone del reale più profonde che non là dove oggi li si cerca; si tratta, com’è palese, di un innato accecamento dell’intera specie umana. Ciò si osserverà molto agevolmente dove la forma dell’economia viene modificata e dove, come ora, la stessa quantità di beni, organizzata non più alla maniera individuale ma secondo una linea economica pianificata, per esempio nei progetti per fronteggiare un deficit, nonostante il mutamento strutturale va ugualmente in rovina. Già in occasione di insignificanti miglioramenti, come quello che indichiamo col nome di congiuntura, prevalgono gli effetti sgradevoli. Anche il sorprendente profitto di grandi somme di denaro, quelle il cui possesso è il sogno dei più, di rado riesce a garantire benessere. È spesso descritta l’estasi di bassa natura provocata dalla visione di vene aurifere improvvisamente svelate, un’ebbrezza che trae con sé assassinio e violenza, immediatamente, e subito dopo insensata dissipazione del tesoro. L’uomo deve cercare il proprio sostentamento, e scavarlo con le dita, ma qualora se ne faccia sommergere, cade in preda al disordine.

Neppure la scienza sa riscattarci dalla povertà entro i cui limiti siamo costretti a praticare l’agricoltura. In questo campo, somigliamo non tanto ai ciechi quanto ai sordomuti che un ospite sconosciuto e un pò in vena di divertirsi abbia invitato a teatro, alla rappresentazione di una grande opera. Osserviamo sul palcoscenico una serie di eventi interessanti, e finalmente scopriamo una certa corrispondenza tra questi eventi e i movimenti che percepiamo nell’orchestra. Ne consegue una grandissima quantità di sforzi che dimostrano molto acume, e sono anche proficui. Ma in eterno ci resta nascosto il fatto che ogni dettaglio da noi registrato nella mente e collocato al posto giusto, tutto, gli elementi, gli atomi, la vita, la luce, ha una sua propria voce. Anzi, se fossimo in grado di udire questa voce, allora potremmo anche volare senza velivoli, e i corpi sarebbero trasparenti ai nostri sguardi anche senza raggi Röntgen.

Eppure, talvolta s’impadroniscono di noi fantasticherie opulente e rigogliose: per esempio, una nostra capacità di mungere l’universo con le nostre macchine. Lo stesso Schopenhauer si abbandonò alla speranza che questo lavoro potesse concedere agli uomini l’ozio, aumentando così le occasioni di mera contemplazione. In contrasto con ciò, è da notare che l’improvviso insorgere di nuove energie e di nuovi metodi, preparato dalle scienze naturali e realizzato dalla tecnica, provoca scompiglio, come se fosse un vortice di vento, e poi si disperde senza dare frutto. Così, per esempio, si ha l’impressione che quel grande esercito di uomini il cui compito consiste nel rifornirci di scarpe e di stivali non sia affatto diminuito nel corso degli ultimi cento anni, ma sia anzi ulteriormente cresciuto. Senza dubbio, in quel campo di attività si lavora nel frattempo assai più che all’interno delle antiche corporazioni artigianali dei tempi di Jakob Böhme o di Hans Sachs, poiché il fatto che l’ozio aumenti contraddice lo spirito della meccanica. Non soltanto c’è una più acuta comprensione della capacità di lavoro, ma il nutrimento viene distribuito al singolo in modo più parsimonioso.

Ne deriva che in ogni azienda complessa ed articolata, per esempio nei grandi alberghi, si prova una sorta di fame che non si attenua neppure se tutto è a disposizione in gran copia. Quando lo Stato si vede costretto a razionare il cibo, questo sentimento di fame, in presenza di magazzini ricolmi, può diffondersi come panico. Nello stato di completa sazietà c’è la consapevolezza che sulla tavola si trovi più di quanto può essere consumato. Ciò spiega l’effetto tranquillizzante della natura morta e di tutte le vivande, come la frutta ed il dessert, che il condannato ordina prima dell’esecuzione capitale. In uno dei depositi di viveri che si trovano in tutte le fattorie norvegesi, il contadino, quando mi vide contemplare i barili pieni di farina e pane duro, i prosciutti, le salsicce e i pesci essiccati, mi disse: “Maat for et aar”, cioè: “Da mangiare per un anno”. Fra le grandi masse umane che abitano le nostre città, neppure i più ricchi possono dire si sé la stessa cosa. Solo la breve spanna separa tutti quanti costoro, senza distinzione, dall’indigenza; a volte, osservandoli, siamo afferrati dal sentimento dell’angoscia universale, come dinanzi allo spettacolo offerto dai fiumi cinesi le cui masse d’acqua fluiscono tra argini altissimi innalzati a protezione del terreno fertile.

Con ragione, perciò, dice Esiodo che per noi vengono mietuti magri raccolti, e ciò nel bel mezzo di un mondo pieno di ricchissimi doni, in cui davvero il raccolto di un unico giorno basta per tutti i rimanenti giorni dell’anno. È anche l’opinione della nostra scienza, che si propone di trasformare il legno in pane e gli atomi in energia. In questo, persino nel proposito più ardito, non c’è nulla di utopistico; ma l’utopia è nel credere che con ciò si possano mettere al bando l’indigenza e il bisogno. Là dove simili arti danno buon esito, imprevisti contrappesi ristabiliscono l’originale gravame: per esempio, insieme col nutrimento cresce anche il numero delle bocche da sfamare, oppure l’incremento di nuove energie serve soltanto ad alimentare la strategia di guerra. Su questo mondo, Marte è il più insaziabile divoratore.

Certo, il breve detto di Esiodo volge ai nostri occhi, come fa la luna, soltanto la faccia visibile. Ma la sua premessa è che l’abbondanza esista, e che gli dei ne dispongano a loro arbitrio. La vita cela due direzioni: l’una è affidata alla pena, l’altra all’abbondanza che include in sé le fiamme dell’olocausto. La nostra scienza, per sua stessa natura, è subordinata alla pena, e distoglie il volto dal lato gioioso dell’essere. È indissolubilmente legata al bisogno, così come il misuratore è legato all’unità di misura e il calcolatore è legato al numero. Perciò si dovrebbe inventare la scienza dell’abbondanza, se essa non esistesse già da sempre - poiché tale scienza altro non è se non la teologia.

Ecco: siamo ora in una strana situazione, di cui soltanto con cautela si può parlare. Percepiamo il nostro mondo come l’iceberg di cui soltanto la cima emerge dalla superficie dell’oceano. Certo, a questo punto le nostre formule divengono sempre più coincise, cristalline, perentorie; già sono prevedibili i punti sui quali la scienza avrà detto l’ultima parola. Eppure, essa continua a spingere i propri elementi fino all’estrema capacità, quella che sembra promettere l’abbondanza, e non si arresta prima. Qui ci dà appuntamento la teologia, una nuova teologia a carattere descrittivo. Essa ha il compito di dar nome alle immagini che da molto tempo ci sono familiari. Queste denominazioni saranno accompagnate da immensi atti di conoscenza, di riconoscimento, di serenità”.

VIDEO. Il Giudeo Americanismo - il problema dell'ora presente. Parte Terza: la Religione

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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