Il ruolo cardine della musica e della creativita' nei più recenti metodi educativi
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Il ruolo cardine della musica e della creativita' nei più recenti metodi educativi

Il senso della vita
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Il ruolo cardine della musica e della creativita' nei più recenti metodi educativi
Il ruolo cardine della musica e della creativita' nei più recenti metodi educativi

 

(di Antonella Tommaselli)

Il mondo è oramai noto. Non vi sono terre inesplorate, sconosciute. I satelliti, i droni riprendono ogni punto della terra. Le terre vergini vi sono ancora, però! Sono i bambini. Sono le creature. Fin dal loro concepimento cresce un mondo ed una possibilità di realtà nuova. Quasi da subito, durante il corso di una gravidanza, è possibile sentire il battito di un cuoricino. Si sta formando un nuovo essere che già interagisce attraverso il liquido amniotico con l'esterno e la madre. È importante "concepire" come educare una vita in fasce, in erba. I primi anni sono fondamentali per uno sviluppo armonico di un nuovo essere umano. Oggi giorno si punta a nuovi metodi educativi. Il video che vi proponiamo è proprio un esempio di novella scuola con nuovi approcci educativi allo scopo di far crescere al meglio il proprio pargolo.

Il video di oggi con Virginia Longo si intitola: "I ruoli cardine della musica e della creatività nei nuovi metodi educativi". La musica ricopre un aspetto importante nella educazione all'infanzia insieme alla danza, alla recitazione e al canto. Virginia Longo ci parlerà nel dettaglio del metodo Orff-Schulwerk.

Orff è stato pedagogo e compositore assai fecondo e attaccato alla tradizione classica greca e romana. Molti lo conosceranno per i "Carmina Burana".

Giacomo Baroffio Dahnk così ci parla ad esempio della "Rilettura moderna di Carl Orff":

I "Carmina Burana" nella loro recensione medievale probabilmente non avrebbero avuto una vasta risonanza nella seconda metà del '900 se non ci fosse stata la "rielaborazione" moderna di Carl Orff. "Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae comitantibus istrumentis atque imaginibus magis" è l'eloquente sottotitolo che Orff ha inserito nel manoscritto della composizione. Il riferimento al mondo magico non è insignificante, dal momento che il termine compare al primo incontro di Orff con una vecchia edizione dei "Carmina Burana" in un catalogo d'antiquariato. La Fortuna con la sua ruota, che troneggi oggi sulla prima carta del codice, hanno impressionato il compositore che cosi scrive (...) "mi ha attirato con forza magica"...

La poliedrica attenzione culturale e una straordinaria intuizione creativa hanno permesso a Orff di ricreare un clima che è continuamente in bilico tra l'irreale e il reale. La sonorità del testo latino e la sua musica riescono a toccare il cuore più che la mente, e trascinano l'ascoltatore in quello che si può chiamare il Medioevo fantastico, dove il termine fantastico non significa irreale, bensì sottolinea la capacità di dilatare lo spazio angusto della ragione e delle sue "ancillae", quali sono la fredda ricerca storica e l'analisi meramente filologica.

Dalla staticità dell'architettura musicale emerge una variopinta e sfavillante tavolozza sonora nella quale l'ascoltatore riesce a percepire il senso del Medioevo ed il suo profumo... Ancora oggi i "Carmina Burana" di Carl Orff sono in grado di scuotere gli animi e provocare stati emotivi catartici, possono aprire le porte ad una suggestiva ed unificante esperienza della bellezza e della verità.

Per Orff anche il tema della fiaba è essenziale... Educare un infante è anche nutrirlo di mistero che intesse la vita umana.

Oggi giorno stiamo vivendo una grande povertà educativa. Nonostante tanti teatri, cinema, musei, biblioteche pochi piccoli penetrano in tali mondi. Spesso le famiglie sono disinteressate, non preparate o troppo impegnate nella gestione delle proprie attività lavorative - ricreative e problematiche varie...

Virginia Longo ci dirà come vengono stimolati i piccoli per andare senza timore e remore nelle varie tipologie di teatro a vedere ogni tipo di spettacolo, al museo, biblioteche, apprendendo fin da subito a distinguere i vari comportamenti da assumere in tali luoghi, i linguaggi più appropiati, gli abiti da indossare più consoni. Ciò vuol dire accostarsi, fin dalla più tenera età, alla ricchezza della propria cultura di appartenenza ed al vasto retaggio artistico dei vari posti. I piccoli vengono invitati allo scambio di considerazioni personali con i propri amici. È importante, fondante insegnare, stimolare un piccolo ad essere in grado di coltivare un pensiero autonomo, personale, aiutarlo a riflettere e non riempierlo di idee altrui già elaborate. L'infante necessita di un pieno sviluppo della parte motoria del corpo (molti bimbi non riescono più a coordinare alcuni semplici movimenti a causa dell'eccesso uso dei celllulari e computer), il piccolo ha bisogno di apprendere a dare vita ai sentimenti, alle emozioni, a saperle controllare e gestire e deve coltivare un intelletto acceso, curioso.

Il bimbo piccolo vive veramente la magia, il mistero del mondo, per lui è tutto nuovo! È la prima volta di tutto.

Le sue dimensioni ridotte, un piccolo infatti si suol chiamare, offrono la reale possibilità di considerare veri i principi e le principesse, i babbi natali... Normalmente fino a circa 12-13 anni i "giovani", in modo del tutto naturale, si pongono domande metafisiche! E' assai pertinente puntare sulla crescita di una stimolante e profonda vita interiore e non solo esteriore e sociale...

In tale periodo andrebbero pure invogliati a superare prove difficili, abituati a sentire, ascoltare il ritmo del vivere e metterli a conoscenza delle stagioni della vita con i loro suoni e colori che si uniscono a quelli della natura e del cosmo e ad affrontare tre grandi temi: la malattia, la vecchiaia e la morte. Qui ci distacchiamo da Virginia Longo e proseguiamo in autonomia... Il tutto andrebbe fatto per non rimanere intrappolati nel terrore, ma per saper affrontare in maniera dignitosa questi passaggi della vita umana! Riflettere su queste realtà umane significa anche dare un senso differente al proprio vivere, essere, si spera divenire meno egoisti. Occorre offrire la possibilità di dare un contenuto più profondo alla propria esistenza. Educare le nuove generazioni a questi passaggi esistenziali è cercare di togliere in loro le più grandi paure, ansie della vita. Aiutarli ad accettare la malattia, vecchiaia e morte con naturalezza... Solo chi affronta la morte può rinascere...

In un dialogo tra un nipotino ed il nonno (un dialogo simulato) il nipote chiede al nonno come si possono salvare gli abitanti del pianeta terra visto che oramai hanno anomalie nel pensiero e negli ingranaggi del corpo e raramente possiedono volontà ed un pensiero oggettivo. Così il nonno risponde:

"Per salvare gli esseri del pianeta Terra, oggi l'unico mezzo sarebbe quello di far sì di garantire a quegli infelici, nel processo della propria esistenza, di avvertire la sensazione e la consapevolezza incessanti che la propria morte è inevitabile come quella di chiunque altro cada sotto il suo sguardo o la sua attenzione.

Solo questa sensazione e consapevolezza incessanti possono ormai distruggere sia l'egoismo che si è cristallizzato in loro al punto da inghiottire tutta l'essenza, sia la tendenza a odiare gli altri che ne deriva - tendenza cui sono dovuti quei rapporti reciproci che costituiscono la causa primaria di tutte le loro anomalie, indegne di esseri tricerebrali, e malefiche per loro stessi e per l'intero Universo".

Dobbiamo considerare chi sia il vero uomo e non sottrarci da tale pensiero. Chi sa condurre la propria carrozza (corpo), il proprio cavallo (sentimenti), il proprio uomo a cassetta (mente). Colui che riesce ad unire le varie parti in modo intenzionale. Colui che riesce ad agire di sua propria volontà e non mosso da avvenimenti esterni a lui... L'uomo è colui che siede nella carrozza e non è un passeggero occasionale di tale sistema intricato, complicato, complesso che è l'essere umano. Solo così può divenire responsabile delle proprie azioni. Deve saper usare attenzione. Divenire cosciente e consapevole. Uscire dal mondo della natura che ci snatura per entrare come creatura nel mondo del creatore... Non dobbiamo dimenticare che l'epigenetica, le neuroscenze sono modelli di rappresentazione della realtà ancora in fase di studio e non verità. Sono i modelli che più si adattano allo spirito della nostra epoca post storica che ha fatto della scienza e della tecnica la propria 'divinità'... Iniziare a maturare il processo sopra elencato, invece, fin dalla più tenera età significa armonizzare un essere ed è un compito speciale per chi si pone come pedagogo ed educatore... Per il futuro dell'umanità.

Virginia Longo: dopo la laurea in Lettere e il diploma in Violino, Virginia Longo si è specializzata nel campo dell'educazione musicale frequentando numerosi corsi di formazione in Italia e all'estero.

Da sempre attenta alle problematiche legate all'educazione musicale, frequenta numerosi corsi di aggiornamento in occasione dei quali entra in contatto con la metodologia Orff-Schulwerk di cui si appassiona.

Per approfondire ulteriormente la propria preparazione, nell'Ottobre del 2008 si reca a Salisburgo dove viene ammessa al Postgraduate Course in Music and Dance Education, che si concluderà nel Luglio 2009, presso l'Orff-Institut, dipartimento dell'Universitat "Mozarteum". Qui ha la possibilità di incontrare docenti di fama internazionale e di approfondire aspetti generalmente poco trattati in Italia (in particolare, per esempio, l'integrazione della danza nell'insegnamento della musica e "educazione musicale e disabilità"). Questa esperienza sarà di fondamentale importanza anche per la possibilità di frequentare un ambiente internazionale e carico di suggestioni a livello artistico (concerti, arte moderna e contemporanea, danza, etc.).

Una volta rientrata in Italia, desiderosa di confrontarsi in maniera sistematica con le problematiche discusse attualmente nell'ambito dell'educazione musicale internazionale, dal febbraio 2011 frequenta a Bologna il corso biennale organizzato dalla SIEM dal titolo Corso di perfezionamento in metodologia della ricerca per l'educazione musicale. Ha così l'opportunità di incontrare alcuni dei più importanti ricercatori di fama internazionale e di elaborare propri progetti di ricerca. Nel luglio del 2012 presenta un proprio lavoro alla Conferenza Internazionale di educazione musicale di Salonicco sul ruolo del genitore nell'apprendimento musicale in bambini dai 18 ai 36 mesi. Nel 2016-17 frequenta a Milano il corso di formazione L'educazione musicale del bambino da 0 a 6 anni secondo la Music Learning Theory di Edwin E. Gordon tenuto dall'Aigam. Nel 2019 completa il triennio di formazione all'interno dei The San Francisco International Orff Courses.

Dal 2009 al 2016 lavora presso l'Accademia musicale S.Cecilia di Bergamo dove insegna a bambini dai 7 mesi agli 11 anni. Dal 2011 lavora come insegnante di musica presso International School of Bergamo dove coordina il dipartimento delle Arti. La scuola che segue il curriculum dell'international Baccalaureate, è una Associated School and Institution dell'IOSFS (International Orff-Schulwerk Forum) dal 2018.

Le principali aree di interesse di Virginia sono la musica nella fascia 0-6 anni e l'integrazione delle arti con un'attenzione particolare alla musica per promuovere la sostenibilità. Collabora con numerose istituzioni scolastiche, enti ed associazioni su tutto il territorio nazionale in qualità di educatore e formatore (SIMEOS Verona, Associazione Nuova Educazione GIOIOSA – Bergamo, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Sistema bibliotecario della provincia di Bergamo, etc.). Dal 2021 fa parte del board dell'International Orff-Schulwerk Forum Salzburg, istituzione che ha come scopo quello di continuare a sviluppare a livello globale la metodologia Orff-Schulwerk.

VIDEO. Il ruolo cardine della musica e della creatività nei più recenti metodi educativi con Virginia Longo

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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