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"Il sacerdote e lo sciamano” La musica lirica - la spiritualità
(di Antonella Tommaselli)
Riflessione di Eumeswil
Osserviamo lungo un fiume un volo di un airone dal cielo discende e plana sull’acqua. Intorno a lui le anatre si tuffano e riescono dall’acqua così come qualche raro pesce salta in aria e sprofonda nuovamente giù nel suo regno. La luce del sole è velata da nubi filanti come zucchero lavorato. La luce è tiepida, non è già più mattino presto.
Vi è il tramonto visto attraverso i rami spogli che si intrecciano tra di loro. La luce filtra così come le immagini ed appaiono soprattutto i contrasti cromatici. Si ammira la creazione. Il giorno volge al desio …
Si è in teatro. Si guarda verso il palcoscenico. La gente intorno svanisce. La musica ed il canto assorbono il nostro essere. Due amanti, nella penombra, cantano uno di fronte all’altra. È un gioco di sguardi. Gli occhi si incontrano, ma mai si fissano. Ora lei alza il volto. Lui lo abbassa, lei guarda timidamente oltre di lui…
Il petto di lei sussulta, palpita, vive e smuove il diaframma. Il canto sale e diviene alto. Le mani di lui colgono le mani di lei con gentilezza, le avvolgono, ma non l’opprimono. Un braccio di lui le cinge il fianco. È una mano che non affonda nella carne dei fianchi, ma resta sulla superficie delle vesti. Vi è passione, ma è assai misurata. Lo si nota attraverso i gesti sempre lievi. Le parole sono scelte nei significati e nel suono e fan del canto il loro dire.
Opera di Dio è il mondo… Nell’opera lirica trionfano la parola e la musica intessute ed intelaiate da una narrazione…Il nostro bel paese riesce ancor a far scuola in questo ambito grazie ad una lunga tradizione.
Il nostro paese è un paese creativo, dove l’arte è di casa.
Abbiamo avuto l’onore di incontrare il M. Marco Tutino ed è nato un video sulla musica: l’invisibile che ci trasforma.
Il Maestro Marco Tutino è uno dei più importanti compositori italiani e le sue opere sono state eseguite in tutto il mondo. Ha portato sulla scena i testi di grandi, grandissimi autori … Ha anche pubblicato un libro: “Il mestiere dell’aria che vibra Una visita guidata nei segreti della musica e dell’opera lirica”. Dal retro di copertina del suo testo così apprendiamo:
“La musica non è un oggetto, accade, che è un’altra cosa. Un quadro esiste. Una scultura esiste. Persino un libro esiste. La musica no. Si manifesta, sempre diversa, veste il tempo di suono, oppure torna in un luogo immanente ed invisibile. In mano tangibile, solo una partitura, piena di segni che non sono che piccole tracce misteriose che dovrebbero consentire agli interpreti, vocali ed orchestrali, di far vibrare l’aria”.
Con il Maestro Tutino abbiamo preso spunto da un titolo di un paragrafo del Suo testo “Il sacerdote e lo sciamano” e la conversazione è volata via…
Il Maestro si è soffermato a trattare argomenti assai importanti di musica, del canto così come di spiritualità fondamentali per tutti, non solo per gli appassionati di musica…. Tra i tanti temi affrontati la creatività e la creazione di un’opera lirica.
A noi di rimando è venuto in mente il libro sacro della tradizione spirituale occidentale: Il libro della “GENESI“:
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse:”Sia luce !” E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo” .
Per sei giorni nostro Signore crea il mondo e nota sempre che è cosa buona e vi è cadenzato, nella narrazione, che fu sera e fu mattina…
Il mondo si viene a configurare. Nel sesto giorno Dio creò l’uomo a sua immagine e li creò maschio e femmina e vennero benedetti…
“Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò al settimo giorno da ogni lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando. Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati”.
Se espandiamo il nostro sguardo e immaginiamo l’universo in tridimensionale possiamo notare un raggio di creazione che va dal Tutto verso il Nulla: Assoluto, tutti i mondi, tutti i soli, sole, tutti i pianeti, terra, luna.
Giacobbe sogna e vede una scala che unisce il cielo alla terra dove gli angeli scendono e salgono. Quel luogo è assai particolare e si chiama Betel. In quelle terre ora si vive uno sprofondamento. I luoghi, di origine delle tre religioni abramitiche, sono in conflitto…Uno sprofondamento nell’ombelico del mondo, della nostra spiritualità… Ora si vive una tregua… che possa essere tramutata in pace!
Possiamo supporre che l’universo sia composto di vibrazioni.
Prendiamo il Vangelo secondo Giovanni si apre con uno scritto assai potente:
“In principio era il Verbo, ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”…
Notiamo pertanto nella creazione l’ importanza della parola e del suono. Gli angeli nella nostra tradizione sono sempre stati musici. Possiamo pertanto immaginare che scendono e salgono le scale musicali,semmai una scala in do maggiore a scendere per le proprietà armoniche uniche e quindi un: do, si, la, sol, fa, mi, re, do…
Nella Creazione così come nella musica vi è questa ricorrenza del numero 7 . Vi sono scale discendenti ed ascendenti e aprono al mondo della vibrazione, del rapporto con l’aria che vibra, col soffio vivente…
Più la testa si estende, si libera e più viaggia verso l’ignoto della creazione…
Se riprendiamo il libro della Genesi:
“E il Signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome…”
L’uomo denomina il mondo e prende parte alla creazione…
Proviamo a leggere il testo con attenzione e ricordo. Chiudiamo gli occhi, visualizziamo su uno sfondo scuro la nascita, lo sbocciare, il fiorire del Tutto: dei Cieli, della Terra. Odiamo le note suonate e cantate dalle gerarchie angelicate che abitano i cieli celesti…Un coro di voci bianche…
Noi possiamo denominare arte la creazione nobile, quando è oggettiva ciò quando l’artista crea e non quando tutto in lui si crea. Quando il diaframma interiore, il ventre, dove ha origine la vita, si apre alla Luce.
Quando l’artista riesce ad entrare in contatto con quell’abisso da dove tutto si crea, quando percuotendo col bastone la roccia l’acqua sgorga…
Ed ecco allora che quando si crea i partecipanti ricevono la creazione che dall’alto discende al basso, riescono a sublimare la realtà, ciò che vivono e rimandano emozioni, irradiano, attraverso questa trasformazione esserica, ontologica, sulla scala ascendente evolutiva, vibrazioni alte. Si crea nuova e migliore energia. Avviene un circolo, una spirale attraverso la quale il mondo rinnova la sua cromatura dorata…
L’arte vera oggettiva è realtà spirituale innanzi a lei avvengono prodigi… All’uomo è concesso di attaccarsi alle funi, alle corde delle scale, salirle, innalzarsi, liberarsi dal gravame del corpo, dalla sua gabbia, alleggerirsi, librarsi…
L’essere vede il mondo con nuovi occhi, nuove sensazioni. Quando si assiste ad una vera opera si esce trasformati, niente è più lo stesso. L’ interiorità è mutata, accresciuta…Non si cammina più coi piedi per terra, ma sulla terra o sopraelevati. Ecco che accostarsi al mondo della creatività è fondamentale per la crescita dell’uomo. È un dono che viene dato dal Cielo.
Mantenere viva l’Arte nel nostro paese è un nostro compito, custodirla, tramandarla, accingersi ad entrare in contatto con questa possibilità innata nell’uomo… Chi crea porta fuori di sè, dalla sua profondità ‘inaudita’, estrae, plasma materia viva e la cura come un artigiano… Ciò che compie è unico ed irripetibile…
Per essere arte viva, l’arte, deve essere congiunta con la ‘vita’. Ovunque ed in chiunque la vita entra e, l’accetta come sua manifestazione, è nuovo e rinnovato…Nel tempo e, non nell’immediato, darà i suoi frutti…
La vera arte sgorga là dove regnano etica ed estetica che plasmano bellezza. La bellezza educa alla bellezza.
La bellezza è vilipesa dalle anime mediocri perché vivono al di fuori dei principi di cui la bellezza è il frutto…
L’anima che si nutre della bellezza, in ogni sua manifestazione elargita, si anima, vibra, espande, sorride, gioisce, canta!
“Qualcosa di completamente nuovo“ di Jeanne de Salzmann:
“Una creazione è la comparsa di qualcosa di completamente nuovo. Non è una proiezione di ciò che esiste già, che deriva dalla memoria, qualcosa di già conosciuto. La creazione compare solo di fronte all’ignoto. È difficile, tuttavia, agire a partire dall’ ignoto, accettare di non conoscere. Sembra di essere deprivati della capacità di ‘fare’, cioè di dimostrare che il mio ‘io’ ordinario è qualcosa di importante, superiore agli altri.
Cerco di distrarmi da questa sensazione di non sapere. Cerco nella memoria qualcosa che mi aiuti a comprendere. Ma quando non posso più sfuggire alla realtà della mia ignoranza, quando la affronto per ciò che è e non cerco più di darle un significato che mi vada a genio, allora non sono più separato nel mio ‘io’ ordinario, e si crea qualcosa di nuovo. È una realtà, e la realtà non può essere tradotta. Compare una relazione, e in essa c’è un atto di creazione. Di fronte a quel che è sconosciuto, non è compreso, la mente diventa silenziosa, e in questo silenzio scopro ciò che è vero. Nell’atto stesso di vedere c’è un atto di creazione. Vedere senza il pensiero è la scoperta della realtà.
Secondo le leggi, un’azione reale si manifesta tra due poli: il vuoto da cui proviene, e l’energia e la libertà del suo movimento. In un atto di creazione, il movimento di interiorizzazione precede quello di esteriorizzazione. Perché il movimento verso l’interno possa procedere, deve esserci un luogo libero che venga sentito come ‘vuoto’: vuoto di ego. È un mondo di vibrazioni sottili, che possono essere penetrate attraverso la sensazione. La sensazione è la percezione di queste vibrazioni; ne sento la bellezza in uno stato di immobilità in cui non c’è tensione nel corpo, e sento la meraviglia della psiche quando il pensiero diventa passivo, semplice testimone che registra quel che accade. In questo momento compare una sensazione di esistere molto precisa, una potenziale vita senza movimento. Se questa sensazione viene percepita anche solo per una frazione di secondo è sufficiente a sapere cosa succede nel momento in cui l’immobile diventa mobile, cioè al momento della prima vibrazione spontanea. Questa sensazione diffusa di esistere ha il suo gusto specifico e reca una certezza che cancella ogni dubbio. È il ritorno imperativo dal non essere all’Essere. L’inconcepibile prende vita… fino al momento in cui me ne rendo conto e, per paura di perderlo, gli do nome e forma, e così la sensazione svanisce.
Nella vita ordinaria possiamo assemblare gli elementi del conosciuto e costruire. Ma per creare è necessario farsi liberare da morte volontaria, la morte dell’ego. La visione creativa appartiene solo a colui che osa guardare nelle proprie profondità fino a vedere il vuoto, una matrice creata dal movimento dell’ interiorizzazione e della manifestazione, in cui ci si trova faccia a faccia con se stessi. Siamo il centro calmo in mezzo al vortice della vita, e la vita interiore è il nostro unico bene. Allora tutto accade senza attaccamento, come se non avessimo nulla da fare, e viviamo dov’e’ necessario. Le cose sorgono da sole, portate dalla corrente della vita. Quando abbiamo un pensiero realmente libero possiamo affrontare la vita in modo nuovo, comprendere le sfide che comporta, come malattia e povertà. Invece di affrontare le cose come se fossero separate dalla totalità dell’esperienza, possiamo vederle come specifici aspetti del tutto. Se comprendo la totalità dell’esistenza in un mondo fatto di connessioni, capirò che per trasformare le cose intorno a me devo trasformare me stesso. Mentre raggiungo una qualità migliore al mio interno, desidero partecipare a qualcosa di più elevato in questo mondo. Allora potrò accettare come una realtà questa vita in cui mi trovo, assumendomi volontariamente il ruolo che mi è stato dato al suo interno. Comprendo la mia parte nella lotta all’interno della totalità dell’esistenza”.
Una riflessione ora del Maestro di Wilflingen:
Kirchhorst, 10 aprile 1939.
“Schlangenkönigin”. – Stare attenti che nel descrivere le scogliere marmoree non m’esca un pezzo di bravura, nello stile dell’Isola Bella del “Titano”. L’autore cerca di mediare la sensazione del bello, ubriacando di parole il lettore. Ma la maggior forza del bello non è nel rapimento; esso ci avvince con l’incantesimo. Così ci procura un piacere ben più profondo che non l’ebbrezza, la quale, alla fin fine, sfocia nel vuoto e non può concretare le forme. L’incantesimo, invece, che ci apre ancor più gli occhi, anziché chiuderli, ci fa capaci delle impressioni più profonde che alla coscienza sia dato di provare. Al cospetto del bello l’osservazione deve potenziarsi; si crea uno stato in cui il tempo prende a scorrere più lentamente, e i colori brillano più vividi come nel vuoto pneumatico. La descrizione del bello presuppone misura, distanza e occhio acuto; i balbettamenti non servono a nulla. Questa è la ragione per cui non debbono esservi in una descrizione parole come: indescrivibile. Similmente l’ebbrezza dei comparativi è indice di impotenza. Naturalmente vi sono gradi in cui la forma, non reggendo alla quantità o all’ardore, si spezza: qui siamo in regioni site oltre i confini della parola. Ma allora mutano anche i mezzi. Le melodie pure hanno il volo più alto e minor gravità.
Mi pare che nel famoso quadro dell’ “Incantesimo d’amore” sia felicemente raffigurata l’essenza dell’incantamento – tanto più, in quanto media pure quel senso di spavento, che ci coglie al momento della rivelazione…”
A.T. del mondo di Eumeswil
Il M. Marco Tutino è il nuovo direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa.
La sua musica viene programmata ed eseguita con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo dalle più prestigiose istituzioni concertistiche e sinfoniche e nei principali Teatri d’Opera. È stato Direttore Artistico dei Pomeriggi Musicali di Milano, del Teatro Regio di Torino, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro Comunale di Bologna e consulente artistico e compositore residente alla Fondazione Arena di Verona. È il fondatore della scuola dell’Opera italiana, l’accademia di alto perfezionamento delle professioni del teatro lirico, che ha lo scopo di insegnare e tramandare lo stile italiano dell’arte lirica e di investire sulle giovani generazioni. È stato inoltre presidente dell’Anfols, l’associazione che riunisce tutte le fondazioni liriche italiane e ha fatto parte della commissione musica del Ministero dei beni e attività culturali, in qualità di consulente per la Lirica. La sua attività di compositore, come si legge nella sua biografia, inizia con Pinocchio, la sua prima opera, commissione della I.C.O.S.S. di Vienna e Opera di Genova. Seguiranno , tra le altre: Cirano (con la regia di Gabriele Salvatores, riallestito nel 1990 all’Arena di Verona), La Lupa (per il Centenario Mascagnano di Livorno) il dramma concertante Vite immaginarie (Comunale di Bologna) Federico II (commissionata dall’Opera di Bonn), Il gatto con gli stivali, Dylan Dog e Peter Uncino (commissionate dalla Fondazione Arena di Verona), Vita (commissione del Teatro alla Scala), Le Bel indifférent (commissione del Macerata Opera Festival), La bella e la bestia (commissione del Comunale di Modena), The Servant (commissione Macerata Opera Festival), Senso (commissione del Teatro Massimo di Palermo. In seguito, il Maestro ha composto Le Braci (commissione del Teatro dell’Opera di Firenze e del Festival della Valle d’Itria) La Ciociara (commissione del San Francisco Opera House) Miseria e Nobiltà (commissione del Teatro Carlo Felice di Genova), e Falscher Verrat, commissionata dal Teatro dell’Opera di Kiel.
VIDEO. "Il sacerdote e lo sciamano” La musica lirica - la spiritualità. Con Marco Tutino
L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger.
L’Associazione si fonda su tre pilastri:
CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.
TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.
RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.