Massoneria e nuova messa
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Massoneria e nuova messa

Il senso della vita
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Massoneria e nuova messa
Massoneria e nuova messa

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Kirchhorst,18 luglio 1939
Durante l’epidemia di colera ad Amburgo la parola “amburghese” divenne in Germania un insulto. La strana insoddisfazione che suscita il ricordo di certe esperienze.

Si vorrebbe rincominciarle da capo: sembra che allora ci si sia dimenticati del più importante. Forse è quell’indizio ch’esiste un’esperienza in assoluto, la quale non si può mai esaurire compiutamente nella prassi.

L’idea che nel passaggio della vita vi sian caverne nascoste alla luce solare. Entriamo nella loro penombra e siamo perduti per il mondo come il monaco di Heisterbach. Tali sono l’inferno, la pazzia, la magia, la morte. Terribile, quando vediamo i nostri svanire così, vicino a noi, nell’invisibile. La voce umana, quando suscita un’eco, ha un suono peculiare a questo rapporto.

Kirchhorst, 19 luglio 1939
Oziando dopo il bagno, conversazione sulla costellazione che domina quest’anno. Gli uomini vivono come animali in un’acqua torbida e non conoscono il loro sito. Un occhio più acuto li scorgerebbe ordinati come bandierine, piantate in un campo. Forse questa conoscenza imperfetta delle cose è essenziale al meccanismo della storia, perché essa si accompagna a una cecità del pericolo reale e, con ciò, a una specie di coraggio fatale. Tuttavia vi sono segni, grazie alla cui forza la situazione può farsi ad un tratto chiara. Brillano come razzi nella campagna notturna, e alla loro luce si distinguono gli amici dai nemici. […]

Kirchhorst, 23 luglio 1939
Al giardino zoologico domenicale con F.G., che ha finito ieri il suo lavoro sulla tecnica. L’aspetto della massa era molto avvilente, tuttavia non si deve scordarsi che noi la contempliamo con l’occhio freddo della statistica. Il singolo ha sempre un significato maggiore di quanto non sembri in questa cornice. A volte è anche come un seme prosciugato e immeschinito dalla siccità, che nel più intimo però cela il verde germoglio. Ma soprattutto conviene non dimenticare, che primo compito è quello di generare in noi l’uomo.

Tra gli animali il guardiano del coccodrillo, un uccello grosso press’appoco quanto una starna, mobilissimo e d’un piacevole cangiante tra il rosa e il grigio. Se tutti gli animali della terra, come io temo a volte nelle mie ore di malinconia, venissero annientati, continuerebbero però a sussistere in ciò che hanno d’indistruttibile. Essi sono nel Creatore, e solo la loro apparenza andrebbe perduta. Ogni distruzione porta via solo le ombre delle immagini.

Kirchhorst, 28 luglio 1939
Nel tardo pomeriggio nel mio eremo del sereno, finito il manoscritto di “Sulle scogliere marmoree”. Mi pare che sia riuscito all’incirca come lo volevo, a eccezione di punti in cui la tensione spirituale, fattasi troppo forte, comprimette la parola, che si cristallizzò. Essa è allora simile a una corrente che trascina zolle. Quello a cui tendevo era una prosa senza oscillazioni e senza contorcimenti, molto solida. Le frasi dovrebbero entrar nello spirito come gladiatori nell’arena. Ma questo non dipende dalla volontà. Ciononostante credo d’essere riuscito a scrivere in questo lavoro di fantasia pagine che possono sostenere il paragone con ciò che di meglio ha prodotto la nostra lingua.

Per il lettore accanito, per la persona riflessiva, attenta alla scrittura ed ai suoi contenuti, già in questi passaggi proposti di Ernst Jünger sono mari dove immergersi e nuotare! Per chi poi vuole affrontare gli oceani del bene e del mare “Sulle scogliere di marmo” è uno dei libri migliori del nostro ‘900. Una prosa lirica, cristallina, ammantata, circonfusa, irrigata da bellezza sapiente ricolma di senso e senso ultimo. E con queste pagine e con quanto seguirà in questo nostro incontro di oggi, con te, caro, raro, solitario lettore, tenteremo di mettere in evidenza come per tutti noi sia difficile diventare “uomini”. Far maturare e non perdere la dimensione umana. Venire a capo di scelte motivate, corrette frutto di pensiero luminoso e non di azioni a caso, sconsiderate, meccaniche, ripetitive, scontate. È quella difficile, complicata scelta tra bene e male, tra quelle dimensioni mai ovvie, mai scontate, mai definite.

Queste premesse occorrono anche per presentare il video odierno con il Rev. don Curzio Nitoglia. Il Padre in questo video ci parlerà di: “Massoneria e Nuova Messa”. Analizzerà uno spaccato di storia del nostro paese e dei cambiamenti maturati a seguito quegli anni. Il Rev. don Curzio Nitoglia traccerà un quadro nitido. Sarà un soldato che a spada tratta combatte per la Messa in latino, il rito antico romano. Ci confiderà le motivazioni, spiegherà il perchè.

Noi come un piccolo satellite tenteremo di muoverci intorno al discorso di don Curzio intentando aprire interrogativi, fornire mezze frasi che ciascun singolo potrà completare in base ai propri interessi, visioni, possibilità…

Noi notiamo che stiamo perdendo, prendendo sottogamba, sottovalutando la conoscenza, la dimensione ed il valore dell’essere.

Ed è visibile nel pensiero giuridico a cui nessuno di noi può sottrarsi.

Carl Smith (1888-1985) scrive:
”Io sono l’ultimo rappresentante dello jus publicum europaeum, l’ultimo ad averlo insegnato e indagato in un senso ESISTENZIALE, e ne vivo la fine”.

È molto interessante un suo saggio su: “LA RIVOLUZIONE LEGALE MONDIALE” Plus valore politico come premio sulla legalità e sulla superlegalita’ giuridica. Vi invitiamo alla ricerca del testo ed alla sua lettura. Dato che a noi preme soprattutto, in questa specifica sede, l’essere e la sua salute-salvezza di questo studio ci soffermiamo solo su una nota, una postilla la punta di un iceberg:

“[…]Non è qui nostro proposito fare una critica della società industriale moderna in generale nè negare in linea di principio una società opulenta in opposizione a una economie d’avarice. Non parliamo nemmeno delle ripercussioni pesanti, dannose e pericolose che uno sfrenato progresso scientifico – tecnico- industriale porta con se’, dell’inquinamento ambientale, dei danni per la salute e dei rovesci della medaglia, da un punto di vista sociale, di una migliore qualità della vita. In breve lasciamo da parte tutto quanto in tedesco si è soliti chiamare con uno scialbo eufemismo “effetti collaterali “(Nebenwirkungem), divenuto oggetto di discussione pubblica grazie all’acuto rapporto del “Club of Rome”1975.

Ritengo che il temine “effetto collaterale“ sia una banalizzazione non scientifica che porta fuori strada. Esso diventa un’occasione per evadere dal problema delle ripercussioni del progresso scientifico. Infatti la scienza moderna è assiologicamente neutrale, pura e libera dai valori [wertfrei]. Questa parola tedesca, “Wert” [“valore”], proviene dal vocabolario degli esponenti della filosofia del valore. Per questa filosofia la libertà del valore rappresenta la massima libertà e il valore più grande in assoluto. Non è concesso isolare la scienza, libera dai valori, e la tecnica, neutrale in un altro senso rispetto ai valori, dal giudizio sui loro risultati, in modo tale che anche i risultati della sindrome della tecnica e scienza traggano profitto dal privilegio della libertà dai valori e della neutralità dei valori. Se i prodotti industriali di questa sindrome vengono giudicati secondo parametri completamente diversi da quelli di bene e di male, di effetto desiderato ed indesiderato, e se le conseguenze cattive e indesiderate devono essere soltanto effetti collaterali, si ha a che fare con un raggiro scientificamente inammissibile. L’inquinamento dell’ambiente rimane inquinamento anche se grandi fisici e scienziati insigniti di premio Nobel hanno contribuito a questo risultato. Devo la chiara comprensione di questo punto alla lettura attenta del libro di RAINER SPECHT, Innovation und Folgelast. Beispiele aus der neueren Philosophie- und Wissenschaftsgeschicthe Frommann – Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1972”.

Ci possiamo facilmente rendere conto che la concezione del mondo sta radicalmente cambiando a discapito dell’uomo e della sua essenza ontologica e spirituale: la sua salute fisica e spirituale. Oltre al problema della salute fisica è penalizzata la vitalità di ciascuno di noi perché si preferisce una faziosa sicurezza accompagnata dal confort, cose di cui a lungo l’uomo ha potuto fare a meno, senza però vivere male e privo di felicità, a discapito di una dimensione misterica dell’esistenza. Se il Rev don Curzio ci ricorderà che la Santa Messa è un mistero ed un sacrificio non possiamo evitare di notare che il contemporaneo desidera alienare il mistero ed il sacrificio dalla sua esistenza. A tale proposito menzoniamo un testo di Burkert “Antichi culti misterici” che ci ricorda come per l’uomo del passato fosse fondamentale il vivere, prendere parte al mistero. Ed è interessante l’analisi comparativa dei più noti e diffusi culti misterici e dove emerge costante una domanda: è vero che gli antichi culti misterici giunsero a costituire una serie alternativa al cristianesimo? E’ veramente vero?

Dobbiamo inoltre ricordare che le celebrazioni dei misteri dovrebbero essere eventi indimenticabili, la cui ombra si stenda sull’intera vita futura di chi vi prende parte, creando esperienze che trasformano l’esistenza. Che la partecipazione ai misteri fosse una speciale forma di esperienza, un pathos dell’anima, o psyche, del candidato, è detto chiaramente in vari testi antichi; dato lo stato di sottosviluppo dell’ introspezione nel mondo antico, osservato da un punto di vista moderno, questo è un fatto meritevole di attenzione. Si dice che Aristotele abbia fatto uso della acuta antitesi per cui allo stadio finale dei misteri non dovrebbe più esserci “apprendimento” (mathein) ma “esperienza” (panthein), e un mutamento di stato mentale (diatethenai)…Così ci ricorda Burkert.

Si può dedurre che è assai diverso se, nel rito della Santa Messa, partecipiamo ad un memoriale o ad un sacrificio… oltre che ad un mistero…

Movendoci, saltellando intorno a don Curzio possiamo notare quanto abbiamo ancora da apprendere sia come studio, sia come osservazione di noi,di quanta riflessione abbiamo bisogno per crescere e diventare umani.Quante esperienze dobbiamo vivere… Ogni analisi parte dentro di noi. Felice, può dirsi, quell’essere, che include il piano verticale nella sua indagine, nel suo cammino in vita e vive di esperienza piena…

L’universo si muove, nel suo piano inferiore, per Eros e superiore Carità. Nessuna intelligenza e tanto meno artificiale potrà arrivare ad amare. La carità è una virtù teologale ed a dispensarla può essere solo l’Alto. Vivere senza amore, senza mistero è non dare l’acqua al seme e non farlo germogliare. Una azione, un pensiero che non nasce dall’amore ci abbrutisce…Tu caro lettore, che ne pensi? Sei daccordo?

Per approfondire in chiave letteraria, filosofica, musicale il presente scritto e quanto dice il Rev. don Curzio Nitoglia vi proponiamo il saggio di Elena Alessiato comparso sui nostri Annali 2015 su “Il mistero” e visibile a questo link: “Thomas Mann e l’ambiguità del diavolo”

Noi terminiamo con un paradosso tratto da Carl Schmitt: “… ricorda le parole di un potente sul letto di morte di cui si narrava già nel diciannovesimo secolo. Al padre spirituale che gli domanda: “Perdonate il Vostro nemico?”, quello con la coscienza più tranquilla del mondo risponde: “Non ho nessun nemico; li ho uccisi tutti”.

A.T. del mondo di Eumeswil


Elena Alessiato: è professoressa associata di Storia della Filosofia presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha esperienze di ricerca e formazione internazionale svolte tra Germania, Italia, Francia e Canada; è stata Fellow della Jaspers-Haus di Oldenburg nel 2019 e Senior Fellow della Fondazione Alexander von Humboldt nell’anno 2020-2021. Studiosa della cultura politica tedesca di Otto e Novecento, ha pubblicato, tra gli altri lavori, la monografia Lo spirito e la maschera. La ricezione politica di Fichte in Germania nel tempo della prima guerra mondiale (Il Mulino-IISS 2018) che ha ricevuto il “Premio Filippo Burzio 2019” da parte della Accademia delle Scienze di Torino ed è risultato finalista al “Premio Giuseppe Galasso 2019”. La versione ampliata e aggiornata della sua monografia sul pensiero politico di Karl Jaspers è stata pubblicata in tedesco con il titolo Humanität in der Finsternis. Karl Jaspers und die Politik (Morphè, Tübingen 2022).

Rev. don Curzio Nitoglia: ha studiato filosofia con Augusto Del Noce, poi ha compiuto i studi ecclesiastici ed è stato ordinato sacerdote in Svizzera nel 1984. Ha collaborato con varie riveste ed ha all’attivo numerosi saggi.

VIDEO. Massoneria e nuova messa. Con Rev. don Curzio Nitoglia

 

Leggi anche: Associazione Eumeswil


 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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