Il piacere stereoscopico
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Il piacere stereoscopico

Il senso della vita
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La Peonia, regina dei prati - Centro Botanico Moutan
La Peonia, regina dei prati - Centro Botanico Moutan

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil

Capita e non di rado di sentir rapito lo sguardo e catturato dal grappolo giallo della mimosa che ci indica che la primavera è vicina.

È’ già nell’aria! Il giallo del disco del sole, più tenue, si ripropone vivacemente in ogni singolo fiore di mimosa! E una gioia interiore irrompe! Quell’albero, in quel giardino dove è la mimosa, il sud ci indica! Anche la magnolia giapponese sta riempendosi di fiori! I suoi petali sono delicati e fugaci. Tante persone si fanno fotografare e scattano foto alla pianta civettuola!

LA TIGRIDIA

Steglitz

LILIUM TIGRINUM. Petali vistosamente ripiegati su di se’, di un rosso cereo, da belletto, chiazzato delicatamente ma con nitidezza da numerose macchie ovali neroazzurre. Se osserviamo il modo in cui queste macchie sono disposte, potremmo crederle prodotte da una forza vitale che, da attiva, si fa gradualmente più debole. Così, al bordo esterno dei petali esse mancano del tutto, mentre vicino al fondo del calice sono disseminate in gran profusione, fino ad inerpicarsi su alte e carnose escrescenze. Polline dal colore narcotizzante, quasi un velluto rosso cupo che sia stato macinato è ridotto a finissima cipria.

Chi guarda ha l’illusione di vedere un padiglione di giocolieri dal cui interno esca una sommessa musica anticipatrice.

Così ci descrive Ernst Jünger la Tigridia . Febbraio è il mese dell’amore, San Valentino, è il mese festoso (almeno un tempo, in passato, del carnevale) ed è il mese in cui vistosamente notiamo che la natura ha ripreso a vivere! Tanti sono i lavori che vanno compiuti in giardino! Ma la natura curata ci insegna quel rapporto natura cultura e ci apre alla figura del giardiniere, del giardino e del giardinaggio. A quello stretto rapporto tra estetica-etica, cura del paesaggio esteriore ed interiore! Attraverso l’arte del giardinaggio cogliamo e maturiamo insegnamenti più alti elargiti dal Cielo, ad opera del Maestro invisibile! In tutto il globo terrestre non vi è angolo che non sia stato inseminato e dove il giardiniere non abbia trovato spazio! Ogni luogo del pianeta ha trovato un suo rapporto tra natura cultura e filosofia superiore! In Occidente è facile trovare dipinti dove sono rappresentate Sante e la maggior parte di esse diviene simbolizzata con un fiore! Santa Rita da Cascia con una rosa rossa!

In questo mese di febbraio ponte tra l’amore, la festa, la quaresima riprendere in mano considerazioni sul giardiniere, l’arte del giardinaggio ed il coltivare ci pare propizio! E concediamoci piaceri che sono effusi dall’azzurro in terra! Ma apprendiamo pure a coltivare con il metodo analogico! Vediamo come in ogni arte a cui tendiamo sono impliciti insegnamenti di stampo superiore se la nostra mente si amplia così come se il nostro cuore si apre ed i nostri occhi ed orecchi si schiudono alla realtà invisibile… Ernst Jünger ci offre un tocco lieve e dorato in alcune pagine intense ed educative:

IL PIACERE STEREOSCOPICO

Berlino

Nell’acquario, osservando i pesci che vivono nei banchi corallini. Uno di questi animali aveva colori d’incomparabile bellezza, rosso cupo e striato da fasce di un nero vellutato, di una tonalità possibile soltanto nei luoghi della terra in cui gli esseri di carne crescono su isole. Il suo corpo, fatto come di crema, appariva a tal punto molle e tenero, a tal punto intenso colore, da far credere che fosse possibile perforarlo da parte a parte con la lieve pressione di un dito.

Questa visione mi fece conoscere uno tra i piaceri di grado più alto, cioè la sensibilità stereoscopica. La delizia suscitata da un simile colore deriva da una percezione in cui trova posto più che il mero colore. In questo caso si aggiunge qualcosa che potremmo chiamare la valenza tattile del colore, una sensazione della pelle che è gradevole presagio del contatto.

Questa valenza tattile entra in gioco soprattutto in presenza di colori molto tenui o molto intensi, ma anche di colori metallici, e non a caso i pittori sanno usarla in una maniera in qualche modo sostitutiva delle sensazioni cutanee, come fa Tiziano nelle vesti delle sue figure e Rubens nei suoi corpi, dei quali Baudelaire parla come di “cuscini di carne fresca”.

Questa peculiarità è insita anche in alcuni generi d’arte dell’immagine, come il pastello, presi nella loro totalità; non è un caso che la pittura a pastello prediliga le leggiadre teste femminili, in cui essa sembra incarnare la propria essenza. Il pastello appartiene alle arti erotiche, e c’è qualcosa di simbolico nel fatto che il suo “velluto”, il primo smalto fiorito nei suoi colori, vada perduto così presto.

In particolare, un piacere stereoscopico ce lo procurano l’incarnato, il fogliame, il verso del pelo, la vernice incolore, la trasparenza, la patina oleosa e il fondo, quale può essere la venatura o il marezzo della tavola di legno, la terracotta del vaso, o la gessosa porosità della parete imbiancata a calce.

Percepire in maniera stereoscopica significa acquisire contemporaneamente, nella medesima sfumatura o gradazione e mediante un unico organo di senso, due qualità sensorie. Ciò è possibile solo in quanto un senso, oltre alla sua propria facoltà, assume in più le attitudini di un altro senso. Il garofano rosso e profumato: ecco , questa non è una percezione stereoscopica. Possiamo invece percepire stereoscopicamente il garofano rosso vellutato, l’odore di cannella che emana dal garofano, nel quale riusciamo a cogliere non soltanto il profumo grazie a una qualità aromatica, ma, contemporaneamente, il sapore, grazie alla qualità propria delle spezie.

A questo proposito, anche un’incursione sulla tavola imbandita può insegnarci qualcosa. L’aroma delle spezie, della frutta fresca e dei succhi di frutta non solo annusato, ma anche gustato; talvolta, come nel vino del Reno, il sapore è adombrato persino dai colori. Straordinario è il modo in cui il senso del gusto sconfina in quello del tatto; lo sconfinamento giunge a tal punto che in molti cibi il piacere prevalente è offerto dalla loro consistenza, e in alcuni, addirittura, il gusto vero e proprio passa in secondo piano.

Non a caso ciò avviene di frequente proprio in cose particolarmente apprezzate e celebrate. Una di queste è il carattere che dà allo spumante un posto speciale fra i vini. C’è poi la discussione su quale fattore renda squisita un’ostrica: un dibattito senza soluzione, finché non si chiami in causa il senso del tatto. Il gusto è costretto a valicare i propri confini; esso è grato a chi gli viene in aiuto con una goccia di succo di limone. In modo analogo, l’acqua di colonia è per molti più un refrigerio che un profumo; perciò le si aggiunge volentieri una goccia di muschio.

Il barone Vaerst osserva nella sua Gastrosophie come proprio certi oggetti posti ai confini tra i diversi regni della natura siano particolarmente saporiti. L’osservazione è giusta, se si pensa che in simili casi quasi sempre vengono prese in considerazione cose di per sé non propriamente commestibili. La loro sottile e segreta attrattiva è dovuta alla più robusta strumentazione posseduta dal senso del tatto, il quale più d’una volta assume quasi interamente il ruolo proprio del gusto.

Pare soprattutto che il senso del tatto, dal quale derivano tutti gli altri sensi, svolga un ruolo particolare nella conoscenza. Come noi, quando i concetti ci piantano in asso, cerchiamo ogni volta rifugio nell’esperienza diretta, così, in molte forme di percezione, ricorriamo immediatamente al senso del tatto. Perciò abbiamo l’abitudine di sfiorare con la punta delle dita cose nuove, strane o preziose: è un gesto ingenuo, ma anche un segno di raffinata civiltà.

Tornando alla stereoscopia: la sua efficacia è nel fatto che le cose si afferrano con la tenaglia dal di dentro. Che ciò avvenga mediante un solo senso, il quale, per così dire, si scinde, è una circostanza che accresce l’esattezza della presa. Il vero linguaggio del poeta si distingue mediante parole e immagini afferrate proprio in questo modo, parole che, pur essendoci note da molto tempo, si dischiudono come fiori, e dalle quali sembra sgorgare un intatto splendore, una musica colorata. È la nascosta armonia delle cose che qui si fa suono, e della cui origine dice Angelus Silesius:

Nello spirito, i sensi sono tutti un senso e un uso:

chi vede Dio, lo gusta, lo tocca e ascolta e annusa.

Ogni percezione stereoscopica suscita in noi una sensazione di vertigine, e intanto assoporiamo in profondità un’impressione dei sensi che in principio ci si offriva in superficie.Tra lo stupore ed il fascino si colloca, come dopo una deliziosa caduta, una scossa che cela in sè una conferma – noi sentiamo che il gioco dei sensi si muove leggero, quasi misterioso velo,quasi sipario del meraviglioso.

Su questa tavola imbandita non esiste cibo che non contenga un granello d’aroma dell’ eternità.

A.T. del mondo di Eumeswil

VIDEO. La Peonia, regina dei prati - Centro Botanico Moutan. Con Chiara Brunori

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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