Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia
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Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia

Il senso della vita
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Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia
Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia

 

(di Antonella Tommaselli)

Riflessione di Eumeswil
Poscritto

Il camminare può essere inteso come un’arte. Una volta si veniva esercitati a farlo su l’asse di equilibrio oppure portando libri in testa e sotto le ascelle. Se si vuol mutare il proprio modo di sentirsi nel mondo basta iniziare da cambiare il proprio passo, modo di incedere donando brio, buon umore, vigore, energia, allegria. Con questo cocktail il giorno assume connotati di fiducia ed speranza verso ciò che si para innanzi a noi, nel bene e nel male…

Si può camminare col naso all’insù, senza essere francesi… In questo 2025 per un astrologo, per chi pensa che la vita possa essere influenzata dai pianeti, si prospetta come un anno assai particolare. Lo dimostra la Kumbha Melā il ritrovo spirituale, il pellegrinaggio santo, per immergersi in acque benedette, in India che ha visto solo nel primo periodo di esordio tredici milioni di pellegrini a bagnarsi nelle rive del Gange. Tanti fra loro hanno desiderato la liberazione dalla vita delle rinascite. Prendere parte a tale celebrazione è assai interessante. Ci si apre ad un mondo variopinto assai più che di quello già troviamo normalmente a Benares odierna Varanasi città Santa per antonomasia in India. Per chi fosse interessato può leggere nel dettaglio i vari resoconti della grande Maha Kumbh dove lo stesso governo ha preso parte alla sua realizzazione. Vi sono stati momenti di picco dove i treni erano congestionati e vi sono stati anche trenta chilometri di code automobilistiche. Tanti pellegrini in più a causa degli astri… Così almeno dicono e spiegano: “la celebrazione prende avvio quando il sole, la luna, giove sono perfettamente allineati e nell’induismo vuol dire il periodo santo astrologicamente parlando per eccellenza… Ecco alcuni reporter cosa ci dicono in più:

“La festa è celebrata infatti per commemorare un antico mito induista che narra della lotta tra gli dei e i demoni per ottenere l’elisir dell’immortalità, l’Amrita. In particolare, secondo l’induismo, durante questa lotta, quattro gocce di Amrita caddero sulla Terra in quattro luoghi diversi, dove ora si svolgono i quattro Kumbh Mela.
Inoltre, si ritiene che le immersioni sacre (abluzioni) nei fiumi possano purificare i fedeli dai peccati e portare benedizioni divine. Oltre a questo, il Kumbh Mela rappresenta un’opportunità per i fedeli di incontrare maestri spirituali, discutere di dottrine religiose, partecipare a cerimonie e pratiche spirituali, così come vivere un’esperienza di comunità e condivisione”.

I sadhu (santi eremiti) ridiscendono dalle montagne per effondere la propria mistica al ricercatore spirituale…

Normalmente prendono parti dai 60 milioni ai 100 milioni di pellegrini a tali raduni e pratiche rituali…

Nel 1895 vi partecipò lo scrittore Mark Twain che ebbe a scrivere: “E’meraviglioso il potere di una fede come quella che può fare moltitudini su moltitudini di vecchi, deboli, giovani e fragili entrare senza esitazione o lamentarsi in viaggi così incredibili e sopportarne le sofferenze risultanti senza ribellarsi.
Tutto ciò è fatto in amore o è fatto nella paura; Non so quale delle due sia. Non importa quale sia l’impulso, ma l’atto che ne deriva è oltre ogni immaginazione, meraviglioso per il nostro tipo di persone, per noi freddi uomini bianchi”.

La Chiesa cattolica festeggia l’anno giubilare a livello mondiale. il giubileo della speranza Le porte Sante si aprono, vi sono le indulgenze plenarie, i ferventi fedeli si possono alleggerire dai peccati che appesantiscono l’anima, si può pregare e richiedere indulgenza per i defunti affinché possano volare in alto!

In questo caos e scompiglio totale nella terra, le porte del cielo sembrano volersi aprire anzi spalancare per l’intrepido avventuriero dello spirito, per chi si sente straniero in patria, la patria del mondo e si riconosce figlio delle stelle!

Alle Chiese il compito di richiamare i devoti e di costituirne di nuovi!

A noi come associazione culturale dedita alla cultura dell’essere, alla sua coltivazione, preme ricordare e non solo, anzi puntualizzare, che non vi è luogo del mondo o epoca storica in cui l’uomo non si sia posto il problema di come sconfiggere la morte e vivere eternamente. Ciascuno in base al proprio credo, filosofia di appartenenza. Quello che ci pare sempre più emblematico è il rintracciare fonti non contaminate, pure! Rintracciare quei cammini autentici e quelle guide reali! Tanti, troppi guidano, indicando cammini. Pochi forse hanno camminato nei reali sentieri e sanno realmente indicare dove posare il piede!Lo scorrere del tempo, della storia offusca l’origine di tutte le cose…

Lo sconfiggere la morte è anche ciò che il cristiano vive nella quaresima. L’albero della vita e della morte è stato messo al sicuro da nostro Signore! Ed è protetto dalla milizia celeste. Nessuno può avvicinarsi… Ma se è così allora i mutamenti dei genomi umani sono faccende certe o incerte?

Il camminatore dello spirito dove desidera vivere di Eternità e a partire da quando?

Con questo scritto picaresco e pittorico vogliamo solo smuovere le anime in pena perchè desiderano la Luce … Abbiamo necessità di chiarirci le idee sulla nostra vita e post vita per poter vivere in maniera più significativa, consapevole, cosciente. È necessario, singolarmente, anche approfondire come i vari credo, dottrine religiose considerano il post mortem e l’accesso a tale dimensione…

Il nostro temere l’odierna epoca storica è dovuto soprattutto al fatto che tende a far dimenticare all’essere, umano con la sua burocrazia esasperata, la corsa frenetica, la tecnologia invasiva la sua origine stellare. Tende anche, il nostro momento storico, a cancellare il bello della natura e dell’arte, rimedio, cura, balsamo, dell’anima, la quale, entrando il nostro essere sempre più in contatto con essa, si risveglia…Ci abituiamo anche lentamente ad allontanarci dalla mondanità per entrare nei sentieri interiori ed in contatto con una spiritualità profonda che ci avvicina ai nostri simili ed al creato attraverso un sentimento che sgorga dal cuore purificato dalla cupidigia e superbia via via che ci distacchiamo dal mondo…attraverso una crescita interiore ed un richiamo da una cultura profonda dell’essere. Nascono nuove visioni umane, nuove potenzialità affluiscono all’uomo ricondotto in contatto con i principi ed e mandamenti celesti.

Sappiamo benissimo che tali spazi di pensiero sono ricusati da più, ma non da tutti… Allora abbiamo pensato di intraprendere questo viaggio ripartendo col proporre i tre scritti e video sull’antico Egitto e appunto sono appunti di viaggio da qui all’Eternita’! Per chi ancora sente il profumo delle rose damascene, per chi in sogno o ad occhi aperti ha varcato le porte dell’Eden!

Dalle rose damascene hanno origine tutte le rose moderne che adornano i nostri giardini. Hanno un profumo inebriante, sono bellissime ed i suoi petali durano a lungo. Durante le crociate, per la loro bellezza prolungata,dalla Siria arrivarono in Europa, dove furono di ispirazione per l’arte e cultura. Le si ritrovano infatti negli affreschi medievali come simbolo di segretezza o come stendardo di importanti famiglie aristocratiche.

La rosa di Damasco è ancora oggi celebrata con feste a lei dedicate. Questo non solo in Iran, dove è il fiore nazionale, ma anche nel resto del mondo. Basti pensare che anche in molti paesi d’Italia è immancabile nel mese di maggio…

Sappiamo che nessuno, all’infuori di persone assai tetre,cupe, non desideri già il paradiso in terra per vivere poi nel paradiso in cielo!

Questo ci pare il momento propizio per aprirci a considerazioni oziose per far scorrere la linfa vitale, il sangue di vita eterna appieno nelle vene!

Volare nel cielo sempre più blue felice di stare lassù!

Ottobre 7, 2021

Vi porgiamo da cogliere, da guardare e da riflettere il video su: Viaggio verso l’Eternità: il ruolo della donna nell’antico Egitto.

A spiegarcelo con delicatezza e dovizia di particolari Maria Cristina Guidotti, laureata in egittologia presso l’Università di Pisa, è stata direttrice del Museo Egizio di Firenze, per conto del quale ha organizzato numerose mostre in Italia e all’estero. Come esperta di ceramica egizia ha partecipato a scavi archeologici in Egitto a Saqqara, Tebe, oasi del Fayum, Antinoe e Ismailia. Da poco in pensione, continua l’attività, già ricca, di pubblicazione di articoli e volumi sulla ceramica e sulla civiltà egizia, sia di carattere scientifico che di alta divulgazione.

La donna nell’antico Egitto sapeva scrivere, fare di calcolo, poteva lavorare ed accedere a cariche pubbliche importanti, ma anche religiose.

Al giorno d’oggi si potrebbe definire una donna evoluta, ma senza dover essere in competizione con l’uomo e doversi mettere in bella mostra e tantomeno rivendicare il proprio ruolo, ma essere se stessa in maniera naturale e semplice.

Tutto questo appare, quasi strano, quando le donne hanno fatto tanto rumore e scalpore per la propria emancipazione.

Ora, è un momento, in cui anche gli uomini si sentono più uomini perché hanno riconosciuto la loro femminilità e si sentono liberi di mostrarla e dimostrarla in un periodo – in realtà – in cui le due identità si stanno perdendo e si sta andando incontro all’uniformità dei sessi e all’indeterminato il così detto terzo sesso che può anche essere denominato “Uoma”.

Nell’antico Egitto il faraone e la consorte erano uniti ed insieme erano complici per il mantenimento dell’armonia, equilibrio del cosmo.

In realtà donna e uomo congiunti sono una potenza di immagini, ma anche di energia, se non assecondano solamente la carnalità, ma – insieme – sono inclinati a perseguire un percorso di crescita ed unione.

Desideriamo attingere dal mito, dalla letteratura ad immagini di dolcezza di coppie che hanno saputo reggere alla devastazione dello scorrere del tempo non diventando assenti e inesistenti nelle vite altrui, ma importanti e fondamentali l’uno per l’altra.

Preferiamo, intanto, fare un passo indietro e vedere come per definizione amore tra due esseri può essere paragonato ad un incontro con la morte o visto come la perdita di se stessi, con un senso carico di sovraeccitamento, ma anche di smarrimento.

Se il credente vive la morte come un momento eroico, che lo spinge nelle braccia di Dio, d’altro canto, per chi si innamora “morte non pare lontana” , come scriveva la poetessa Saffo. Anche Pavese ha scritto l’enigmatico verso “verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.

Eros e Thanatos sono i due volti della stessa medaglia.

Eros non è soltanto l’amore per il proprio corpo, ma è anche il desiderio della scintilla divina e di risalire alla fonte che l’ha generata.

È un percorso attraverso l’armonia e la bellezza.

Desideriamo, ora, a prendere qualche immagine in prestito dai libri, ma molti potrebbero essere gli esempi da annoverare fin troppi e su ciascuno si potrebbe sostare a lungo, attingere spunti di grande ricchezza per coltivare nuovi rapporti o cercare di mettere a nuova vita rapporti che paiono essere assopiti.

Un primo modello ci viene porto da il testo “Filemone e Bauci” di Ernst Jünger. Il libro è un pretesto per rendere onore alla perdita di un caro amico di Jünger e alla sua consorte, avvenuto il 2 ottobre 1971, per un disastro aereo. Ma da questo incidente insensato dovuto alla tecnica e alla sua accelerazione, Ernst Jünger trova modo non solo di ricordare e onorare la coppia, ma di intraprendere un excursus che ci riporta a riconsiderare il senso del mito che si nutre di immagini semplici, naturali fino ad approdare alle immagini del Faust che desidera il potere sulla terra e soppiantare la natura e farci perdere la nostra appartenenza a tale regno oltre ad il nostro rapporto con essa.

Le divinità, Dio devono retrocedere e Mefistofele primeggiare.

Il completo dominio del Faust sulla Terra.

La coppia di amici di Jünger si trasformano in Filemone e Bauci e attraverso Ovidio, Le metamorfosi, si ripensa ai cambiamenti di forma del mondo.

Un libro affascinante ricco di richiami, evocazioni, simboli, di aperture per interpretare la nostra epoca.

Filemone e Bauci che hanno la fortuna di spegnersi insieme e simultaneamente come premio, per aver bene ospitato le divinità scese in terra, sotto false sembianze, divengono simbolo dell’amore durevole e della cura del luogo in cui risiedono come sacerdoti del tempio presso il quale hanno avuto dimora.

La coppia ha come dono, in sorte, di essere trasformata nel momento del grande passaggio rispettivamente in quercia e tiglio. Rappresentano, pertanto, non più la vita di soli individui, ma la vita con i fiori ed i frutti della stirpe e divengono oggetto di venerazione.

Non sostiamo oltre sul testo anche se è ricchissimo di spunti da cui attingere prezioso tesoro e ci trasferiamo su un altro testo: Marina Cvetaeva Rainer Maria Rilke Lettere.

Il testo è fulminante, illuminante!

Due poeti che si scrivono, due grandi poeti in cui Eros divampa e diviene principio creativo di fulgide e vivide immagini poetiche, ma anche divagazioni sul senso della poesia e della forza della parola.

I nostri sono inviti alla lettura dei testi che contribuiscono ad una espansione del proprio essere, del proprio orizzonte cognitivo, a percepire, cogliere la ricchezza del mondo e di un Oltre mondo e di alcuni esseri assai particolari.

Non è nostro compito commentare il testo.

Vi riportiamo solo qualche passaggio, ve lo gettiamo affinché possa contribuire a richiamare dall’oscurità dell’essere forme di un sempre eterno.

La poetessa Cyetarva scrive a Rielke: “ Rainer , voglio venire da Te anche per amore di quel nuovo io che può nascere soltanto con Te, in Te. E poi , Rainer ( “Rainer “ – il leitmotive di questa lettera ) , non Ti arrabbiare( sono io la cattiva): voglio dormire con Te – addormentarmi e dormire. Questa meravigliosa espressione popolare com’è profondo, com’è vero, inequivocabile e preciso ciò che essa esprime . Semplicemente dormire. E nient’altro. No, ancora una cosa: affondare il capo nella Tua spalla sinistra , il braccio intorno alla destra, e nient’altro. No, ancora una cosa: sapere , persino nel sonno più profondo, che Tu sei lì. E ancora: ascoltare come risuona il Tuo cuore. E baciarlo…

Ti dico soltanto ( ancora una volta) che Ti voglio bene. L’amore vive di eccezioni, di esclusività. L’amore vive di parole e muore nelle azioni. Troppo intelligente, io, per voler essere davvero la tua Russia! Modi di dire. Modi di Amare. “

Da tenere di conto che i due Grandi Poeti non ebbero la possibilità di incontrarsi in vita.

Rielke si spense dopo breve tempo dal loro intenso, pregno carteggio…

Il loro era un risuonare da artista ad artista, le loro parole rimbalzano ricolme di suoni e pluri significati più o meno reconditi, velati.

Una sinfonia di suoni poetici, di bellezza, di potenza.

Un prisma con miriadi di sfaccettature, luci e riflessi.

Un’ultima immagine ci viene, invece, da Hermann Hesse e Signora ancora insieme in tarda età e sono descritti da Miguel Serrano: “…Più tardi, ritornai sui miei passi e vidi che Hesse era ancora lì, che bruciava degli sterpi: avviluppato dal fumo, sembrava stesse eseguendo un antico rito. Poi qualcuno scese verso il giardino, e riconobbi la moglie di Hesse. Portava un cesto sulla spalla, e mentre si avvicinava, si aggiustò civettuolamente i capelli grigi. Capii che questo gesto era per piacere ad Hesse e provai quasi vergogna per averla sorpresa. Era commovente pensare che questa donna matura desiderasse apparire piacente ad un uomo di ottanta anni, e indicava chiaramente quale fosse la profondità del rapporto. Decisi di andare via, ma mentre mi allontanavo potei ancora scorgerli avviarsi lungo i sentieri del giardino. Ella camminava innanzi e lui più indietro; raccoglievano erbe che riponevano nel cesto. Immaginai che quello fosse il modo in cui doveva aver vissuto il saggio cinese dell’antichità. E in effetti, Hesse somigliava ad un vecchio filosofo cinese o al saggio albero del suo racconto. Quando passai accanto alla casa, egli mi vide, si volse e agitò il suo ampio cappello estivo in segno di saluto.

E noi ci congediamo da voi dopo avervi proposto qualche modello letterario e chiedendo se nel nostro momento attuale, alle porte, di un cambiamento epocale, di forma del mondo, dell’uomo come essere umano, ha ancora senso quanto proposto ed in che modo?

Ritorniamo infine al testo di Filemone e Bauci di Jünger e così riportiamo fedelmente: Nietzsche annuncia l’uomo nuovo, descrivendone le caratteristiche nella figura di Zarathustra. All’utopia egli si avvicina con la figura dell’ultimo uomo”; non è perciò un caso che Aldous Huxley, nella sua previsione circa il secolo incipiente, l’abbia descritta minuziosamente. Il punto cruciale di questa sua opera sorprendente (Brave New World, 1932) consiste nella creazione di tipi fissi attraverso la scienza. Così si pone fine al progresso.

Proprio in quella direzione e vicini al traguardo sembriamo dirigerci…

A.T. del mondo di Eumeswil

VIDEO. "Viaggio verso l’eternità: il ruolo della donna nella civiltà Egizia". Con Maria Cristina Guidotti

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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