Una domanda su Jünger
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25
Gio, Apr

Una domanda su Jünger

Il senso della vita
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Ernst Jünger​
Ernst Jünger​

 

Come un bravo prestigiatore riesce a far uscire dal suo cilindro un coniglio e non solo così uno scrittore e ancor meglio un autore saprà far uscire da un suo libro immagini, simboli, emozioni, sensazioni, riflessioni e una nuova concezione esistenziale...

Al giorno d’oggi viene spontaneo chiedersi se sia più difficile imbattersi in un autore o in un lettore... Le statistiche e il degrado della società confermano che il lettore sia un animale in via d’estinzione, In quanto si presume, che il bravo lettore sia amante della cultura che è quel quid che eleva l’esistenza umana e il suo dispiegarsi fra i suoi simili rendendo i pensieri, le azioni, sensate, civili...

Altra riflessione che nasce spontanea è chiedersi il senso di leggere un libro ed in particolare modo un libro di un autore la cui esistenza abbraccia un secolo: per l’esattezza 1895-1997. Che cosa si può rintracciare da chi è stato testimone di più di un secolo di storia? Si sa la storia pare implacabile nel suo insegnamento, ma come diceva lo storico Umberto Benigni è "una maestra senza discepoli".

Ma, prendiamo per esempio, in ogni caso, che lo scrittore in questione si sia dedicato da fanciullo alla botanica, alla lettura compagna fedele della vita, da giovane abbia preso parte a due guerre mondiali vissute in prima linea, abbia viaggiato, si sia dedicato all’ entomologia, nel frattempo sia divenuto scrittore, saggista, osservatore di sé e della vita del mondo naturale, umano, delle stelle e del mondo sovrasensibile, psico nauta... Facciamo per finta di imbatterci in questo scrittore, in questo particolare esponente esistenziale cosa potremmo aspettarci da questi?

Sicuramente non un qualcosa di convenzionale, sicuramente di non poterci adagiare comodi e dormienti in poltrona col suo libro in mano facendo finta di leggere il suo scritto mentre una palpebra cala e l’altra controlla se un qualche messaggio sia giunto al cellulare.

Un Autore del genere richiede che il Suo lettore sia collaborativo, sia curioso, non convenzionale e abbia il desiderio di mettersi alla prova!

Alla prova? Che vuol dire mettersi alla prova direte, voi! Si proprio voi, che così, per caso leggete questo scritto! Mettersi alla prova vuol dire constatare sul proprio vivere e non solo a livello intellettuale se quello che leggiamo abbia un senso ed una verità pratica e tangibile. Significa entrare in contatto con lo scritto e renderlo vivo nella propria giornata. Questo gioco, questo esperimento è fattibile e può cambiare il corso del proprio modus vivendi! Perciò in guardia! Occhio! Una volta entrati, se uscirete e quando uscirete non sarete sicuramente più i soliti... Siete pronti? Sicuri di volete tuffarvi? Pensateci bene! L’acqua potrebbe essere troppo fredda o troppo calda sicuramente nn tiepida!

Perché fare tutta questa fatica allora? Perché darsi tanto da fare? Certo se siete contenti del vostro percorso esistenziale e la vostra mente è sufficientemente conformista non siete sulla strada giusta!

Ma se talvolta, per caso, vi trovate a riflettere sul senso ed i contenuti da dare alla vita forse il tuffo vale la pena di compierlo! E allora salite sul trampolino avvicinate i vostri piedi al limite, iniziate ad oscillare il vostro corpo e lanciatevi... Ops Vi potrebbe capitare di imbattervi nel nulla o meglio in una sensazione di vuoto interiore che i filosofi chiamano nichilismo e per l’appunto il nostro famoso scrittore viene subito a tirarci la mano anzi su meglio a prenderci per mano. Il nostro autore dice che (cfr. Oltre la linea) esiste la linea una linea immaginaria ed un punto zero, un punto che prima o poi incontriamo nel corso della nostra vita, chi prima, chi dopo, chi ad occhi chiusi, chi aperti, chi facendo finta di nulla, chi già con la ciambella in mano, ma a questo incontro si giunge e vi sono tre possibilità: andare oltre il punto zero in un senso o nell’altro della linea incontrando il meno zero o il più uno o indugiare, arenarsi nel punto zero e smettere di vivere. Andare invece nella polarità negativa significa interrompere la ricerca di dare un senso alla propria vita, rifugiarsi nel confort, nella convenzione sociale andare nella polarità positiva significa scoprire se stessi e come vivere la vita secondo i propri gusti ed esigenze personali rimanendo vigili perché avendo conosciuto il punto zero si sa che si può incontrare il vuoto, il nulla in ogni momento, nuovamente. Allora come cambia la nostra vita? Sicuramente nel suo atteggiamento interiore! Sappiamo di diventare sentinella e no piantone ed in gioco è la nostra stessa vita! Siamo tutti chiamati ad essere vigili, svegli! È un monito sempre esistito. Lo troviamo in Eracliclo, nelle Sacre scritture, nelle fiabe, in Wittesteing, nell’esoterismo, nelle filosofie orientali... Il nostro scrittore fin da giovanissimo ebbe l’impressione che la vita fosse come un sogno e di vivere in un mondo immaginario costituito dai libri. Per fuggire da questo stato di torpore e cercare la vita, la realtà gli balena per la testa di arruolarsi nella legione straniera (cfr Ludi africani). Un adolescente non convenzionale sicuramente che sperimenta inoltre che il primo ostacolo al suo agire è lui stesso con la sua pigrizia e la sua paura. Avverte già che vi è una frattura fra ciò che desideriamo fare e ciò che siamo in grado di realizzare. Basti pensare a quante volte abbiamo pensato di metterci a dieta e quanto complicato è stare a dieta.

Ma non perdiamo il bandolo della matassa altrimenti faremo come Pollicino... Abbiamo il nulla e una vita che può essere sogno, immaginaria o reale! Non è da poco. Già Calderon della Barca ci intrattenne col il suo adagio la vita es sogno... La vita immaginaria viene rappresentata ogni giorno dalle ragazze che posano come modelle facendosi i selfie, ma la vita reale qual’è? Com’è? Un maestro occidentale dice la vita è vera solo quando io sono. Sono e quindi essere che differisce da esistere. Sicuramente prima esistiamo! Già la nascita oltre ad essere un trauma (crf. Otto Rank) è anche una possibilità. Una possibilità di essere di divenire un io sono e non essere una moltitudine di io che nascono e muoiono rapidamente (crf Pirandello). Allora il nostro autore ci esorta riepilogando a diventare sentinella, a sconfiggere il vuoto interiore, a vivere, essere se stessi e non esistere, ricercando la verità, in un mondo illusorio. In un altro libro Tempeste di acciaio, testo che narra - dopo l’esperienza della legione straniera - l’esperienza della prima guerra mondiale, il nostro autore ci dice di essersi imbattuto sull’imponderabile. Cosa significa anche questa affermazione? Significa che noi cerchiamo di pianificare tutta la nostra vita, le nostre ore, quando fare una cosa o l’altra, ma esiste un fattore denominato imponderabile che immancabilmente butterà all’aria, nel bene o nel male, i nostri progetti. Il nostro scrittore si chiede infatti come mai talvolta una pallottola colpisce un altro e non lui… Allora se esiste l’imponderabile esisterà anche un qualcosa che trascende la nostra esistenza sensibile? Un passo alla volta. Andiamo per gradi.

La ricerca del nostro autore a livello esistenziale e culturale è semplice, ma non troppo... Sicuramente è stimolante mentalmente e ci apre al mondo e all’amore e aiuta ad abitate il pianeta Terra secondo nuove modalità. Quello che Lui ha ricercato e ci esorta a scoprire sono i pensieri, le vie, le economie non battute e non scontate. Ci invita ad andare altre a ricercare il sorprendente, il magico , il misterioso, lo straordinario sia nel bene che nel male. Ci stimola ad avere occhi, orecchie, cuore, tatto , olfatto vivi, agili , presenti, celeri! Il cervello deve essere allenato a considerazioni nuove, non alle considerazioni banali!

Il nostro autore desidera aiutarci a scoprire la vita. Il nostro stato letargico, il nostro credere di sapere ci ostacolano ad essere ricettivi. Se prendiamo un libro semplice come Ludi Africani, ci rendiamo subito conto, che il nostro Autore si trova a riflettere a osservare a 14-16 anni su cose che spesso un anziano non ha neppure mai elaborato mentalmente o esperito.

Il nostro Autore ci esorta, attraverso un percorso, da lui evidenziato nei libri: Il trattato del ribelle, Eliopolis, Eumeswil a divenire Anarca. In un saggio comparso su gli Annali di Eumeswil, Gianni Vannoni chiama questa via la via del bushido occidentale. È una via in cui l’essere umano tesse in maniera differente il suo rapporto con la società fino a farlo diventare Anarca: la persona libera interiormente. Un percorso particolare, affascinante, complicato che è valido per coloro che avvertono un disagio a livello esistenziale e cercano un rapporto corretto per vivere nel mondo, nella società e per crescere interiormente e non solo sulla carta d’identità. Certo è triste ritrovarsi adulti senza essere cresciuti, ci viene in mente una canzone di molti anni fa! Ma si riferiva ad un nano! Ancor più tristi è ritrovarsi adulti senza aver trovato l’altezza morale, una saggezza interiore acquisita dall’aver vissuto con sapienza la vita. Il nostro autore oltre ad essere bravo nello scrivere, a deliziarci con pagine dove si nota la maestria nell’uso appropriato della lingua che diviene musica, della penna che transita sul foglio senza inceppamenti, colora la nostra mente e anima il nostro cuore facendoci presagire un altrove. Si legge, ma il testo talvolta appare un pretesto per farci intuire un qualcosa di indescrivibile, ma che c’è e sta a noi scoprire. Ci vengono dati strumenti in mano per andare un oltre l’apparenza, un oltre all’immagine precostituita. Ci aiuta a combattere la falsità del mondo odierno basata su falsi miti. Ci aiuta a riflettere sul senso e l’importanza da attribuire alla tecnica. "Dove la tecnica avanza, la spiritualità arretra". La tecnica ci vuole sue vittime, la spiritualità desidera noi attivi, consapevoli, capaci di avvertire, percepire il sacro e di dedicargli spazi, momenti, talvolta anche la vita. Il sacro non desidera parole, ma gesti. La tecnica ci dona comodità, ma al contempo ci fagocita, ci monopolizza facendoci vivere una vita virtuale, illusoria dove la finzione, l’apparenza regnano sovrane. Talvolta ad aiutarci giunge infine il dolore. Nella sofferenza fisica ed interiore e nel suo incontro e convivenza quando il dolore raggiunge il suo apice, non possiamo più mentire a noi stessi. Ci riveliamo a noi stessi. La nostra finitezza appare, come i nostri timori, la nostra fragilità, il nostro bisogno di aiuto... Solo chi ha affrontato il dolore, non una volta, ma più volte, lo ha conosciuto nella sua interiorità, profondità, ha dialogato riesce a fronteggiarlo, a renderlo amico, a trovare una sua ragione d’esservi, a farsi forte, a trovare ancor più una forza interiore riuscirà anche ad allacciare un legame intimo, stretto, forte con l’altrove. In spiriti provati si vede che basta un lieve raggio di sole, un canto di uccello per far sbocciare un sorriso carico, pregno di gratitudine, riconoscenza, felicità per la vita ed il Piano Superiore. Solo chi ha combattuto la vita interiormente, ha saputo cambiare il suo manto come la farfalla, conosce la felicità che fugace appare e si dissolve... Leggere il nostro autore è una sorta di vademecum alla ricerca della felicità nella società odierna. È imparare a conoscere dal mito, alla storia, al postmoderno le trasformazioni che vi sono state, è imparare a conoscere il tempo: tempo mitico, tempo cronologico, tempo eterno... Conoscere il nostro autore ci insegna a conoscere il nostro luogo, il nostro essere ed essere proiettato in un’altra dimensione che sta a noi cercarla, trovarla. Il nostro scrittore persegue due campi di analisi che si intrecciano: attraverso lo studio della natura e delle sue forme: alberi, conchiglie, pietre arriva in contatto col mondo dei simboli (geroglifici, spirali...) che richiamano nn solo le forme del mondo della natura, ma anche dei significati e motivi della creazione. Al contempo analizza la storia contemporanea e vede anzi tempo dove ci porterà (globalizzazione,stato mondiale, il suo crollo a seguire). Come è possibile tutto ciò? Questo avviene per il suo spirito d’artista. Il vero artista potrebbe essere il messaggero tra Cielo e Terra per gli uomini. Il poeta colui che ci riporta alla fonte dove l’acqua zampilla, purifica e ci dona nuova vita. Tramite l’artista in ogni tempo il mondo può essere sognato nuovamente e frutti paradisiaci dispensati all’animo umano per condurre la battaglia nel mondo di tutti i giorni e la propria battaglia interiore. La piccola e la grande Guerra Santa. Perciò se nel vostro animo, in giornate cariche di noia, di dolore, di sofferenza sentite un lieve din, don dan non temete, non state impazzendo, non sono neppure acufeni! Sono le campane delle sfere celesti che risuonano nel vostro cuore, richiamandovi, volendo il vostro bene, a scoprire il loro canto! Nn temete non sono le sirene ipnotiche di Omero e neppure le sirene totalitarie, sono i canti delle sfere celesti che disiderano fra un din, don e un dan il vostro risveglio! Allora cosa meglio di prendere un libro per intraprendere l’avventura, un libro di chi, come voi, ha sentito il richiamo ed ha avuto il coraggio di intraprendere il cammino e saggiamente - senza tanto rumore - ha provato a comunicarlo ad altri in modo mimetico? Fra un Din un Don e un Dan Ernst Jünger arriva e se ne va...

A questo scritto accludiamo un video con Luca Sinoscalco e Andrea Scarabelli dal titolo: Una domanda su Jünger. In fondo il video.

Luca Siniscalco ha studiato filosofia presso l’Università degli Studi di Milano e alla Universität Carl von Ossietzky di Oldenburg (Germania). Si è laureato in Scienze Filosofiche con una tesi sulla rivista "Antaios" presso la Cattedra di Estetica di Milano (Unimi), con cui tuttora collabora. È Professore incaricato di Estetica presso l’Università eCampus. Insegna "Filosofia contemporanea", "Storia e cultura dell’esoterismo", "Letteratura e storia contemporanea" presso Unitre Milano. Ha curato numerose mostre d’arte e saggi di E. Jünger, N. Sombart, W.I. Thompson, A.J. Heschel, J. Josipovici, E. Niekisch, J. Evola. È redattore di "Antarès – Prospettive Antimoderne" e delle riviste accademiche "Informazione Filosofica", "Medium e Medialità" e "Education & Learning Styles". Suoi articoli e saggi sono apparsi su numerose riviste scientifiche e divulgative, quotidiani, e in svariate antologie. Collabora come editor con diverse case editrici.

Andrea Scarabelli ha collaborato con la Cattedra di Storia della Filosofia I (Unimi) e la Scuola Romana di Filosofia Politica. Vicesegretario della Fondazione J. Evola, dirige il blog Attuali e Inattuali (ilGiornale) e la rubrica Mattini dei maghi su "Storia in Rete". Ha curato o co-curato opere di Gustav Meyrink, Julius Evola e René Guénon. Per Edizioni Bietti dirige la rivista "Antarès" e la collana "l’Archeometro». Suoi saggi sono apparsi su varie testate e in diversi volumi collettanei.

(VIDEO) UNA DOMANDA SU #JÜNGER - discussione con Luca Siniscalco e Andrea Scarabelli - Associazione Eumeswil

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

 

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