(Adnkronos) - "Preoccupato? E' il minimo, con la preoccupazione qui conviviamo. Sono però stufo, stufo di quello che noi commercianti troviamo la mattina al momento di tirar su la saracinesca: bicchieri, fazzoletti sporchi di sangue, vomito". E il racconto che fa all'Adnkronos un commerciante di viale di Tor di Quinto, a pochi metri dal
"Abbiamo presentato esposti su esposti al commissariato di zona e alle autorità contro quel ristorante realizzato dove prima c'era una banca è aperto a settembre 2019, poco prima della pandemia. Gradualmente hanno iniziato a mettere musica, sempre più forte con il dj al punto che la sentiamo fin su al sesto piano. Sono venuti vigili, Arpa ma nulla è cambiato", spiegano quindi all'Adnkronos due inquilini della palazzina accanto al ristorante giapponese.
"So che organizzano feste private, affittando una stanza - aggiunge una donna - ma io non ci sono mai andata. D'altronde quanto accaduto è solo la punta dell'iceberg in un quartiere diventato terra di nessuno. Basti fare un giro alle 2 di notte di un giorno qualsiasi per capire cosa passiamo".
"Si pensi che il chiosco che vende i cocomeri ha dovuto sostituire i coltelli con quelli di plastica perché i ragazzini che passavano glieli rubavano per questa nuova moda di pungere i passanti", racconta un altro.