Vertice a oltranza sulla Tav, resa dei conti nel governo
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Gio, Apr

Vertice a oltranza sulla Tav, resa dei conti nel governo

Vertice a oltranza sulla Tav, resa dei conti nel governo

Cronaca
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Conte: 'Prenderemo il tempo che ci occorre anche se in fretta. Confidiamo prendere questa decisione entro venerdì'

Vertice a oltranza sulla Tav, resa dei conti nel governo
Vertice a oltranza sulla Tav, resa dei conti nel governo

 

Vertice serale a palazzo Chigi sulla Tav. Alla riunione, presieduta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, partecipano, oltre ai tecnici, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

E' terminata la prima parte del vertice di Palazzo Chigi, quella legata alla parte tecnica del dossier. Ora la riunione entra nella parte politica del dossier. Bocce cucite da parte dei tecnici all'uscita di Palazzo Chigi tanto che uno dei "professori" presenti all'incontro ha tagliato corto con i cronisti: "non vi dico neanche il mio nome". Tra i tecnici chiamati dalla Lega al vertice figura Pierluigi Coppola, l'unico membro della commissione che ha condotto l'analisi costi-benefici Tav a non aver firmato le conclusioni dello studio effettuato, sfavorevole alla prosecuzione dell'opera.

Ci sono dieci tecnici al tavolo del confronto: cinque "prof" convocati dal ministro Toninelli e cinque dai sottosegretari della Lega. Si tratta di Gaetano Marzulli, Alberto Chiavelli, Paolo Beria, Pasquale Pucciariello, Luigi Navone, Francesco Parola, Ginio Ferretti, Alberto Petroni, Carlo Vaghi, Pierluigi Coppola. Assente annunciato il presidente della commissione che ha condotto l'analisi costi-benefici, Marco Ponti. Accanto al premier Conte e ai vicepremier Di Maio e Salvini, ci sono oltre al ministro Toninelli, il viceministro leghista Edoardo Rixi, il sottosegretario della Lega Armando Siri, il capogruppo M5s in Senato Stefano Patuanelli e il presidente M5s della commissione Trasporti di Palazzo Madama Mauro Coltorti.

LA GIORNATA

"Il governo prenderà le decisioni giuste", aveva detto il premier Conte da Belgrado. "Lavoriamo con metodo e in modo trasparente", aveva aggiunto. "Il lavoro procederà nella direzione giusta, non vedo rischi per il governo", ha spiegato ancora Conte. A chi gli chiedeva cosa chiede ai suoi vicepremier, ha risposto: "Non ho nulla da chiedere" se non "responsabilità".

Ci sarà un Sì o un No sulla Tav? "Il forse non c'è", ha detto Salvini a chi gli domanda, al suo ingresso a Palazzo Chigi, se nel vertice di governo si prenderà una decisione definitiva sulla Tav. "Costa di più non farla che farla", ha spiegato Salvini. "Il treno è più sicuro, costa meno e inquina meno, su questo non c'è nessuno che mi possa far cambiare idea".

"Una decisione sarà presa entro venerdì - ha detto il vicepremier Di Maio - perché la società Telt deve scegliere se dare l'avvio ai bandi Se qualcuno crede che sulla Tav possa cadere il governo si sbaglia - ha detto inoltre Di Maio - Mi fido di Conte che farà la sintesi delle posizioni". Il leader M5s ha difeso il metodo usato per fare l'analisi costi benefici e spiegato che per il movimento l'obiettivo è fare le opere e non "fare le opere per spendere più soldi". "La nostra posizione è chiara e richiede una sintesi".

"C'è bisogno di infrastrutture, io ragiono con tutti, ma l'Italia deve andare avanti, non può fermarsi o tornare indietro", aveva anche spiegato Salvini.  

La Commissione europea è pronta a inviare una nuova lettera all'Italia per ricordargli che l'eventuale 'no' alla Tav comporterà la violazione di due regolamenti Ue del 2013 e la perdita di circa 800 milioni di cui 300 milioni entro marzo e il resto successivamente: è quanto si apprende a Bruxelles. Di Tav avrebbero parlato al telefono Salvini e il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen.

E il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha smentito "le fantasiose e ridicole ricostruzioni di stampa, condite con miei virgolettati totalmente inventati, in cui si sostiene che ieri avrei ventilato o minacciato le mie dimissioni a margine dell'incontro sul progetto Tav Torino-Lione. La discussione è rimasta sempre su un piano di costruttivo e sereno confronto tra le parti".

Di tutt'altro parere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, (M5S). "Sono sicuro, sicuro, sicuro che questa roba resterà ferma per altri anni". C'è un parlamento che credo che sia rappresentativo della volontà dei cittadini che farà le valutazioni. La Tav sembra la panacea di tutti i mali delle infrastrutture, ma è ferma da anni e se anche qualcuno avesse mai dato l'ok anche un anno fa a questa roba, oggi non si sarebbe mosso niente".

"L'Italia - è il parere del il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani - sta commettendo un errore gravissimo. Se il governo sceglie la via del 'no Tav', gli italiani pagheranno veramente molto". "Vedremo cosa deciderà il governo. Mi sembra che regni sovrana la confusione a Roma", ha commentato Tajani, sottolineando che "la Tav va fatta perché vanno mantenuti gli impegni che ha preso l'Italia. Se non si manterrà fede agli impegni - ha avvertito infatti il presidente dell'Eurocamera - ci saranno conti salati da pagare. Il rischio diventa sempre maggiore. Ci sono violazioni di accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese", oltre che "di norme comunitarie". Secondo Tajani, quindi, "non c'è che una strada da seguire nell'interesse dell'Italia: realizzare la Tav, andare avanti".

"Sulla Tav - ha sostenuto la sindaca di Torino, Chiara Appendino - mi sembra che la politica stia facendo la sua parte. C'è una discussione in corso tra i due partiti che sostengono il governo - ha aggiunto Appendino - si sta ripartendo anche dall'analisi tecnica, quindi la costi/benefici. Mi sembra di capire che entro venerdì verrà presa una decisione, io auspico che ci sia dialogo e che si possa concludere in fretta". (ANSA)

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