VIBO VALENTIA. Dieta Mediterranea: percorsi di consapevolezza del riconoscimento UNESCO
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Sab, Apr

VIBO VALENTIA. Dieta Mediterranea: percorsi di consapevolezza del riconoscimento UNESCO

Dieta Mediterranea: percorsi di consapevolezza del riconoscimento UNESCO

Cronaca
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È giunta alla sua quinta edizione, quest’anno, la manifestazione “Dieta Mediterranea: percorsi di consapevolezza del riconoscimento UNESCO”, ideata e promossa dal Club di Vibo Valentia, con la chiara ed importante finalità di favorire e implementare la presa di coscienza sul valore e l’importanza che ha un Bene iscritto dall’UNESCO nella prestigiosa lista dell’Intangible Heritage.

Dieta Mediterranea: percorsi di consapevolezza del riconoscimento UNESCO
Dieta Mediterranea: percorsi di consapevolezza del riconoscimento UNESCO

 

Iniziata in occasione della ricorrenza del riconoscimento (16 novembre), sta terminando in questi giorni per l’elevato numero di partecipanti e l’estensione su territorio regionale che ha conosciuto l’edizione 2019. La conoscenza piena e qualificata è, infatti, elemento imprescindibile per costruire percorsi virtuosi nelle comunità e, soprattutto, per le comunità. Sin dal suo esordio l’evento, articolato in più giornate e con il coinvolgimento ampio di un pubblico eterogeneo, ha puntato a declinare in modo pienamente pratico e  fruibile, il testo con il quale il Comitato Intergovernativo riunito a Nairobi, in Kenya, ha ufficialmente iscritto la Dieta Mediterranea nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Notevole e di grande spessore, è il lavoro compiuto dal Club di Vibo Valentia, guidato da Maria Loscrì, per divulgare con l’imprescindibile rigore scientifico che la materia esige, il messaggio contenuto nella motivazione di iscrizione appena citata e che si riporta, pedissequamente, dal sito ufficiale dell’ente morale dell’ONU:

”La dieta mediterranea prevede un insieme di competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni relativi a colture, colture, raccolta, pesca, allevamento, conservazione, lavorazione, cottura e, in particolare, come condividere il tavolo e consumare cibo. Mangiare insieme è il fondamento dell'identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino del Mediterraneo. È un momento di scambio e comunicazione sociale, affermazione e rifondazione dell'identità della famiglia, del gruppo o della comunità. La dieta mediterranea enfatizza i valori di ospitalità, buon vicinato, dialogo e creatività interculturali e uno stile di vita guidato dal rispetto per la diversità. Svolge un ruolo importante in spazi culturali, celebrazioni e celebrazioni riunendo persone di ogni età, classe e provenienza. Include l'artigianato e la produzione di oggetti per il trasporto, la conservazione e il consumo di alimenti, compresi piatti e bicchieri in ceramica. Le donne svolgono un ruolo chiave nella trasmissione delle competenze e della conoscenza della dieta mediterranea, nella salvaguardia delle tecniche, nel rispetto dei ritmi stagionali e delle punteggiatura festiva del calendario e nella trasmissione dei valori dell'elemento. alle nuove generazioni. Allo stesso modo, i mercati svolgono un ruolo chiave come aree di cultura e trasmissione della dieta mediterranea, nell'apprendimento quotidiano di scambio, rispetto reciproco e accordo. celebrazioni e celebrazioni riunendo persone di ogni età, classe e provenienza. Include l'artigianato e la produzione di oggetti per il trasporto, la conservazione e il consumo di alimenti, compresi piatti e bicchieri in ceramica. Le donne svolgono un ruolo chiave nella trasmissione del know-how e della conoscenza della dieta mediterranea, nella salvaguardia delle tecniche, nel rispetto dei ritmi stagionali e delle punteggiatura festiva del calendario e nella trasmissione dei valori dell'elemento. alle nuove generazioni”.

Come appare ben chiaro anche ad una prima, semplice lettura, si tratta dell’iscrizione di un bene di natura antropologica che non si identifica con un modello nutrizionale.

“Sono stati momenti molto importanti per le nostre comunità, quelli in cui, come Club UNESCO, abbiamo concretizzato, attraverso incontri formativi, attività laboratoriali, mostre-convegni, il complesso e articolato riconoscimento che l’UNESCO ha tributato alla Dieta Mediterranea. Di fondamentale importanza, in quest’opera di conoscenza, valorizzazione, tutela, di un Bene immanente ai popoli del mediterraneo in quanto tali, è stato il coinvolgimento attivo e fattivo di intere comunità, comprese quelle scolastiche, che hanno abbracciato e fatto proprio il progetto del nostro sodalizio - dichiara soddisfatta Maria Loscrì. - Quest’anno, in particolare, le attività svolte sul campo per la migliore conoscenza e divulgazione della Dieta Mediterranea, Patrimonio Mondiale UNESCO, hanno conosciuto l’autorevole collaborazione di alcune fra le più importanti condotte Slow Food della Calabria, quali Reggio Calabria Area Grecanica, Soverato, Lamezia Terme, Catanzaro e infine, ma non certamente da ultima, Vibo Valentia. Oltre un migliaio gli alunni e studenti coinvolti nell’edizione 2019 che, per l’occasione, hanno avuto la possibilità di sperimentare, concretamente e fattivamente, i preziosi valori nutrizionali del miele, edulcorante principe delle tavole dei popoli del mediterraneo, di comprendere le caratteristiche che rendono un miele “buono” e, soprattutto, di capire che l’equilibio uomo-natura è elemento imprescindibile dei paesaggi mediterranei contemplati dall’UNESCO e che le api sono sentinelle preziosissime in tal senso”.

“E’ un lavoro faticoso, il nostro - conclude Maria Loscrì, - a causa di un’assoluta mancanza di conoscenze, anche minime, nei nostri territori, dei programmi UNESCO, dei principi ispiratori di questo prestigioso organismo internazionale, del ruolo che i club per l’UNESCO giocano nello svolgimento dei programmi mondiali, dello stesso riconoscimento della Dieta Mediterranea ma, al contempo, confidiamo nel valore fondante della scuola e dei professionisti veri e autorevoli che, con competenze reali e titoli veritieri, sapranno far uscire dalla situazione di buio e decadenza in cui, un manipolo di facinorosi, organizzati a mo’ di “armata brancaleone”, vorrebbero trascinare le voci che sono fuori dai loro cori stonati. Lasciamo, volentieri, il fango, a chi è ben abituato a sguazzarci”.

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