Malattie del cuore, un italiano su due fa attenzione al sale
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
26
Ven, Set

Abbiamo 3136 visitatori e nessun utente online

Malattie del cuore, un italiano su due fa attenzione al sale

Cronaca
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Le malattie del cuore sono legate anche ad abitudini scorrette. I fattori di rischio variano dalla sedentarietà al fumo, dall'eccesso di peso a patologie come diabete, ipertensione o l'ipercolesterolemia. Sono 4 su 10, ben

il 40%, gli italiani associati ad almeno 3 fattori di rischio. Accanto a questi, a tavola, si materializza un 'nemico' troppo spesso sottovalutato: il sale. 

Sono 5 su 10 gli italiani che fanno attenzione o cercano di ridurre la quantità di sale nella preparazione dei cibi così come nel consumo di quelli conservati. Lo evidenziano i dati della sorveglianza Passi riferiti al biennio 2023-2024 che riguardano il rischio cardiovascolare e il consumo di sale, pubblicati oggi dall'Istituto superiore di sanità, in vista della Giornata mondiale del cuore in calendario il 29 settembre. 

 

Per quanto riguarda l'ipertensione, è poco frequente fra i giovani adulti, ma la sua diffusione cresce considerevolmente con l'età, passando da poco più del 2% prima dei 35 anni al 33% fra i 50-69enni. Fortemente associata all'eccesso ponderale (supera il 28% fra le persone in sovrappeso oppure obese), è più frequente fra gli uomini (20% rispetto 16% fra le donne) e, come accade per gli altri fattori di rischio cardiovascolare legati agli stili di vita, è anche più frequente fra le persone socialmente più svantaggiate, per disponibilità economiche o istruzione. 

L'80% delle persone ipertese dichiara di essere in trattamento farmacologico e molti di aver ricevuto i consigli per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, come diminuire il consumo di sale (83%), svolgere regolarmente attività fisica (81%) e controllare il peso corporeo (76%). 

Anche l'ipercolesterolemia è associata all'età (cresce da meno del 4% fra i 18-34enni al 30% fra i 50-69enni) e all'eccesso ponderale (è riferita dal 24% fra le persone in sovrappeso oppure obese e dal 14% fra le persone normo/sottopeso), sembra più frequente fra le donne e si associa allo svantaggio sociale, per istruzione o risorse economiche. Sembra anche esserci una differenza geografica che va a svantaggio delle regioni settentrionali, con l'eccezione delle Marche (28%) che registrano il valore più elevato. 

Dai dati Passi 2023-2024 emerge che oltre 4 persone su 10 con colesterolo alto dichiarano di essere in trattamento farmacologico, e la maggior parte ha ricevuto il consiglio di consumare meno carne e formaggi (86%) e più frutta e verdura (77%), di fare regolare attività fisica (81%) e controllare il peso corporeo (74%). 

 

L'uso consapevole del sale, invece, è più frequente fra le donne (62% rispetto al 52% negli uomini), nelle persone più grandi di età (raggiunge il 65% fra i 50-69enni in comparazione al 45% fra i 18-34enni) e con un maggiore livello di istruzione. L'attenzione al consumo di sale è inoltre maggiore in chi risiede al Nord, con un divario di ben 10 punti percentuali rispetto al Sud (62% rispetto al 52%). L'attenzione al consumo di sale riguarda poi in generale 1 persona su 3 con una malattia cronica.  

Guardando nel dettaglio a coloro che hanno una diagnosi di ipertensione arteriosa o di insufficienza renale (per cui la riduzione del consumo di sale diventa strumento di controllo della malattia), la percentuale di utilizzo consapevole risulta più alta (75% e 74% rispettivamente), ma non raggiunge comunque i livelli attesi. Rispetto al sale iodato, vi è un buon livello di consapevolezza tra gli italiani sull'importanza di assumere iodio attraverso il sale iodato. Complessivamente, infatti, il 78% delle persone intervistate (erano il 67% nel 2015) sceglie di utilizzare il sale iodato, moltissimi lo usano abitualmente (47% sempre e il 15% spesso) mentre altri riferiscono di usarlo qualche volta (17%). 

Author: RedWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.