(Adnkronos) - La giudice per le indagini preliminari di Milano Rossana Mongiardo ha deciso di archiviare oggi, giovedì 30 ottobre, l'indagine per violenza sessuale che vedeva indagati Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del
Senato Ignazio, e l'amico deejay Tommaso Gilardoni.
Dopo l'udienza di opposizione all'archiviazione, avanzata all’avvocato Stefano Benvenuto, il quale tutela la ventiduenne che ha sporto denuncia, arriva la decisione della giudice che accoglie la richiesta della Procura.
"Accogliamo con soddisfazione l’ordinanza di archiviazione del gip che recepisce non solo i nostri argomenti, ma soprattutto le risultanze di un’ampia e scrupolosa indagine della Procura, rispetto alla quale ci siamo sempre posti in termini di massima disponibilità" affermano in una nota i legali di Leonardo La Russa, gli avvocati Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo.
"Per il nostro assistito si conclude positivamente un doloroso iter processuale che ha giustamente indagato a fondo per oltre due anni e caratterizzato anche da una severa esposizione mediatica, non scevra da ricadute sulla serenità familiare, in primis di Leonardo, affrontate silenziosamente e con fiducia nella giustizia" concludono gli avvocati.
"Questo provvedimento è contro la mia dignità di donna, è contrario alla realtà dei fatti e alle dichiarazioni dei testimoni, è contrario alle intercettazioni e alle prove" ha detto la ragazza che ha denunciato la violenza. "Ho già conferito all'avvocato Stefano Benvenuto, mio difensore, un nuovo mandato per ricorrere davanti alla Corte europea. Non ho intenzione di fermarmi qui".
"E' un provvedimento a mio avviso contraddittorio e incompleto, e che non tiene conto di molteplici mie contestazioni" aveva detto, parlando all'Adnkronos poco prima il suo difensore, l'avvocato Stefano Benvenuto.
Al centro dell’indagine quanto accaduto la notte tra il 18 e il 19 aprile del 2023, quando i tre si ritrovarono a casa di Leonardo Apache dopo aver trascorso insieme la serata in un locale esclusivo del centro di Milano. La mattina la giovane si svegliò nel letto dell’ex amico di liceo senza ricordare nulla. Per il legale della giovane, le condizioni fisiche della ragazza accertate da una consulenza medica e i video, recuperati nel cellulare dei due indagati mostrerebbe che le condizioni della sua assistita non erano tali da prestare consenso.
Di opposto avviso, invece, la Procura e ora, con la decisione di archiviare, anche la giudice Mongiardo sembra far proprie le conclusioni contenute nella richiesta della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e della pm Rosaria Stagnaro. Le due rappresentanti dell'accusa scriveva "Non vi è in atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell'assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà della ragazza".
Leonardo Apache La Russa e l’amico restano indagati per il filone che riguarda il revenge porn, ossia la diffusione di immagini senza il consenso della vittima. Il prossimo 13 novembre si tornerà, per la seconda volta, davanti alla giudice per le indagini preliminari di Milano Alessandra Di Fazio. Secondo l’accusa, il figlio del presidente del Senato il 19 maggio 2023 avrebbe filmato e inviato al deejay, tramite WhatsApp, "un video a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato" che ritraeva la giovane senza il suo "consenso", si legge nell'avviso di conclusione indagini. A Gilardoni viene invece contestato l'aver inoltrato - nell'agosto successivo - un video a un amico estraneo ai fatti. Il 26enne, "dopo averlo realizzato", avrebbe inoltrato il contenuto su WhatsApp. Immagini "a contenuto sessualmente esplicito" diffuse, per la procura, "senza il consenso della ragazza".
Non ci sono elementi per sostenere l'accusa di violenza sessuale contro Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, e l'amico deejay Tommaso Gilardoni. Lo scrive nell'ordinanza di archiviazione la giudice per le indagini preliminari di Milano Rossana Mongiardo che accoglie la richiesta della Procura a cui si era opposta la difesa della ragazza. Per la giudice gli elementi a carico degli indagati "non possono essere ritenuti idonei a fondare un giudizio di ragionevole previsione di condanna", secondo i dettami della riforma Cartabia.
Al centro dell’indagine quanto accaduto la notte tra il 18 e il 19 aprile del 2023, quando i tre si ritrovarono a casa di Leonardo Apache dopo aver trascorso insieme la serata in un locale esclusivo del centro di Milano. La mattina la giovane si sveglia nel letto dell’ex amico di liceo senza ricordare nulla. La perizia medica che certifica l'assunzione di alcol "non fornisce elementi certi da cui poter inferire la mancata capacità, da parte della persona offesa, di esprimere un valido consenso agli atti sessuali con gli indagati". Per la Procura la giovane, ripresa dai due in alcuni brevi video con il cellulare, appare "vigile e orientata", capace di reggersi in piedi, di parlare e "di ammiccare alla telecamera" del telefono.
"Pur non potendo concludere con la medesima certezza mostrata dal pubblico ministero che la persona offesa abbia preso parte agli atti sessuali con piena cognizione di causa, deve tuttavia osservare, anche nell'ottica del principio del favor rei, come tali video non rappresentino in maniera inequivoca una coercizione da parte degli indagati", scrive la giudice. Allo stesso modo il comportamento della ragazza, seppur descritto da chi è presente alla festa come "euforico o stravagante", non è un dato per poter sostenere che i due amici avessero avvertito lo stato di alterazione, tale da incidere sul consenso. In conclusione, "Certamente, la condotta degli indagati è connotata da profonda superficialità e scarso rispetto della persona offesa, come dimostra il tenore dei messaggi scambiati, ma non tale da assurgere, per quello che si è detto, a rilevanza penale" conclude la gip Mongiardo.
 
																						 
														 
     
     
    