"La variabile principale" da tenere in considerazione "è la variante Delta, indiana, che ha mostrato secondo le stime inglesi una trasmissibilità maggiore del 60% rispetto alla variante Uk che a sua volta era del 60% più trasmissibile rispetto al virus originale Wuhan. Questo ha portato in Gb a un numero di casi Covid
"Stavamo vedendo proprio oggi i primi dati della Piattaforma di sorveglianza dell'Istituto superiore di sanità e devo dire che la percentuale di casi Covid che si riscontra in persone vaccinate è bassissima. Le analisi sono in corso, ma si tratta veramente di numeri minimi. La stragrande maggioranza di chi si è infettato in Italia fino a questo momento è rappresentata da persone non vaccinate soprattutto, o vaccinate in maniera incompleta", ha sottolineato Rezza.
"Per quanto riguarda la seconda dose" di vaccino da fare, "invece che con un regime eterologo, con un regime classico, cioè doppio AstraZeneca", negli under 60 che non vogliono il richiamo eterologo, "l'argomento è in discussione ed è probabilmente presto. Ma anche il Cts, pur non essendo io il portavoce e non potendo parlare per loro, ha una discussione in corso e molto probabilmente si pronuncerà presto".
"Quello che al momento tutti ribadiscono, dall'Aifa al Cts, è che la forte raccomandazione è di passare a un regime misto con un vaccino a mRna", negli under 60 vaccinati alla prima dose con AstraZeneca. "Si è deciso di passare a un regime combinato per dare un doppio vantaggio. Ora è chiaro che c'è un certo numero di persone, che non quantizzo ma si tratta di un dato aneddotico intorno al 10%, che sembrerebbe voler completare il ciclo con lo stesso vaccino con cui aveva cominciato. Questo è il nodo cruciale: da una parte rimane la raccomandazione forte al regime misto, dall'altro bisogna vedere se, comportando il rifiuto di una seconda dose un ciclo incompleto, piuttosto non sia meglio vaccinare comunque con lo stesso prodotto. Credo che nel giro di poco si scioglierà questo quesito", ha sottolineato Rezza.