"È il vaccino a fare la differenza. Grazie al numero degli immunizzati, anche se le attività sono riprese quasi normalmente, anche se la scuola ha riaperto, i dati del contagio sono in discesa. Ma sappiamo quanto il decremento possa essere volatile. Quindi grandissima attenzione: il sistema sanitario non può correre il
Ma per l' epidemiologa occorre mantenere "chiari due principi. Non esiste il rischio zero, anche i vaccinati possono occasionalmente infettarsi, ecco perché è fondamentale mantenere comportamenti prudenti. Le occasioni sociali sono un altro fattore di contagio, soprattutto tra i più giovani, categoria nella quale la percentuale di vaccinati si abbassa".
Il green pass, sostiene, "è un valido aiuto. Tenendo presente, però, che delle tre condizioni che consentono di scaricare il green pass, per una il filtro ha maglie più larghe: il tampone. Essersi vaccinati o essere guariti dal Covid assicura l'immunità. Aver ricevuto l'esito negativo di un tampone non esclude ci si possa infettare nelle 48 ore successive in cui pure si è titolari di certificato verde valido. Per questo occorre prudenza in ogni caso".
A proposito di tamponi, il ministero ha chiarito che il test salivare non assicura il green pass se sul campione non si esegue un'analisi molecolare: ci spiega il perché? "Per una semplice ragione scientifica. Sul campione di saliva, la ricerca del genoma virale, cioè l'esame molecolare, è più sensibile e i relativi risultati sono più affidabili del test rapido che cerca le proteine, cioè gli antigeni".
A chi rifiuta il vaccino, a chi ne teme gli effetti, cosa dice? "I vaccini sono stati somministrati nell'Unione Europea a centinaia di milioni di persone e sono sicuri. L'infezione con il virus che provoca Covid può essere grave e causare effetti a lungo termine. La pandemia non si esaurirà in breve, dovremo proteggerci ancora per tanto tempo. Vaccinarsi è il modo migliore".