"Fermo rimanendo che tutto ciò che è aggressione è da condannare, il problema del Green pass" obbligatorio "è iniziale", attiene cioè alla sua stessa natura, perché così come concepito "è il camuffamento di un obbligo di vaccinazione" contro Covid-19. Lo sottolinea all'Adnkronos Salute
Per la microbiologa resta però il problema di un 'obbligo non obbligo': "Io credo - osserva - che tutte queste misure adottate per poi costringere a vaccinarsi rendano sicuramente poco accettabile la vaccinazione agli occhi di chi non vuol farla. Invece, secondo me, una buona comunicazione avrebbe potuto agire nell'ambito del convincimento e del coinvolgimento. Così non si fa altro che inasprire la lotta".
Tampone a pagamento sì o no, ai fini dell'ottenimento del Green pass? Fa un distinguo la microbiologa: "Credo che il tampone a pagamento sia giusto per la sanità pubblica", spiega all'Adnkronos Salute, perché "visto che c'è un'offerta gratuita del vaccino" anti-Covid, "chi fa una scelta diversa ovviamente deve assumersene le responsabilità. Ben diverso è invece il caso dei datori di lavoro che il tampone lo offrono gratuitamente e che secondo me - sottolinea Gismondo - sono datori di lavoro encomiabili".
Via le mascherine anche nei luoghi chiusi, ma solo quando la quota dei vaccinati a ciclo completo contro Covid-19 - pari oggi in Italia a circa l'81% della platea vaccinabile - aumenterà di una decina di punti percentuali. "In base a quanto indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità - evidenzia ancora Gismondo - il cosiddetto 'effetto gregge', anche se non va bene chiamarlo così per un vaccino come questo, si raggiungerà con il 90% degli immunizzati. Quindi" secondo l'esperta "è presumibile che quella sia la soglia per poter avere ulteriori allentamenti di misure" anti-contagio, "compreso l'uso delle mascherine".